2 Giugno, potere alle donne: la calabrese Tufarelli eletta tra i primi sindaci d’Italia

Ketty Tufarelli fu tra le prime 11 donne a salire sugli scranni comunali d'Italia: il 1946 stabilì la "vera" forza delle donne

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La Festa della Repubblica Italiana, ormai nel lontano del 1946, ha sancito che il nostro Paese diventasse, appunto, “cosa pubblica”. E per essere pubblica a tutti gli effetti, la “cosa” doveva riguardare anche le donne, vera forza motrice del Paese – con la maggior parte degli uomini in guerra e tante madri, figlie e nonne impegnate in prima linea sul fronte. Così il 2 giugno del 1946, le donne italiane sancirono l’era della democrazia votando per la prima volta.

Il voto femminile ha permesso, dunque, di sancire anche l’elezioni dei primi cittadini che, anche in questo caso per la prima volta, vide salire sullo scranno comunale ben 11 donne. Tra queste, ricordiamo Caterina Tufarelli Plaumbo, detta Ketty, tra le undici elette primo cittadino nel 1946, alla giovane età di 24 anni. Una storia di coraggio e resilienza che, indovinate un po’, ha fatto grande la nostra Calabria.

Ketty, infatti, è nata a Nocara, un piccolo paese di montagna nella provincia di Cosenza, il 25 febbraio 1922. Rimasta orfana di padre, noto avvocato della zona, alla sola età di 9 anni. La madre decise quindi di mandarla in collegio a Roma presso il prestigioso Istituto Sacro Cuore della Trinità dei Monti. Caterina consegue quindi la maturità classica, stringendo una forte amicizia con le figlie di Alcide De Gasperi. Si sposterà poi a Napoli dove acquisirà il titolo di dottoressa in Giurisprudenza all’Università Federico II.

Tornata in Calabria, Ketty comincerà a dedicarsi alla politica durante i difficili anni della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1946, anno in cui le donne italiane acquisiscono il voto, decide quindi di candidarsi alle elezioni amministrative di San Sosti, comune del cosentino, nelle file della Democrazia Cristiana. Il 10 marzo di quell’anno, verrà eletta Primo Cittadino del piccolo comune, acquisendo quindi il titolo di prima donna sindaco d’Italia.

Il suo impegno, prima di tutto sociale e poi politico, l’ha portata a combattere per lo sviluppo di infrastrutture di prima necessità, quali asilo nido, l’orologio pubblico, l’acquedotto comunale, ma anche il cinema e le case popolari. Tra i suoi primi provvedimenti ci fu l’istituzione del Comitato Comunale di assistenza per i più bisognosi.

Un aspetto sociale che porterà avanti per tutta la sua vita, come testimonia la sua Presidenza, per 30 anni, delle Dame di Carità. Ketty morirà a Roma nel dicembre del 1979, ma il mondo politico e quello calabrese non l’hanno mai dimenticata: nel 2016, il suo ritratto venne appesa nella Sala delle Donne di Palazzo Montecitorio; nel 2017 la sua città natale, Nocara, le dedica una via.

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