Bergoglio e pregiudizio: qual è la (vera) strada per il seminario?

Le polemiche sull'infelice uscita di Papa Francesco non si placano. In suo soccorso, un seminarista gay: quando la toppa è peggio del buco

StrettoWeb

Il Santo Padre una ne pensa e cento ne fa. E non perché mosso dallo Spirito Santo, questo è assodato. Ma perché se pensi (male) poi è ovvio che devi smuovere le acque – Mosè non c’entra nulla – per cercare di mettere una pezza. Aiutato dell’algoritmo bigotto e pudico di Mark Zuckeberg, Papa Francesco si sta facendo in quattro per ripristinare il concetto di Chiesa accogliente e inclusiva.

Anche quando si tratta di froci. E, mentre da un lato c’è Meta che cerca di ripulire l’immagine del Pontefice segnalando contenuti che vanno contro sua Sanità come “incitamento all’odio” e impedendo alla libertà di stampa di operare (non a caso, il nostro pezzo sul Papa è stato cancellato), dall’altro il Papa in persona aggiusta il tiro rispondendo ad una mail di uno degli “infelici seminaristi gay” confuso non sulla sua sessualità, quanto più sul divieto alla vocazione.

La storia del “quasi” seminarista gay

Trattasi di un 22enne, Lorenzo Michele Noè Caruso, che lamenta di essere stato escluso dal seminario poiché aveva dichiarato apertamente di essere omosessuale. Ora, il perché una persona gay decida di farsi prete non sta a noi giudicarlo. Chiaramente, nel 2024, ci sembra un attimino forzato ricorrere alla castità se si hanno degli appetiti sessuali, ma va da sé che in tanti, prima di scegliere la strada del sacerdozio, siano stati protagonisti di storie d’amore e storielle di carne. Non escludiamo, dunque, un’epifania da parte del giovane che ha tutto il diritto di scegliere la strada che più gli è consona. Tuttavia, ciò che in questa storia ci turba, è il tentativo maldestro della “toppa peggiore del buco”.

Andiamo con ordine: Caruso ha scritto al Santo Padre dove aver appreso delle sue parole, poco lusinghiere, nei confronti di giovani gay che scelgono la via del seminario. Scoppia la polemica, il Papa si scusa, i giornali vengono censurati e si arriva ad oggi, quando “Il Messaggero” rende nota la mail del ragazzo e la risposta, ovviamente “total inclusive”, di Papa Francesco.

Lorenzo racconta che “nella diocesi di La Spezia ho vissuto la dicotomia tra la mia vita normale dove nella società potevo essere me stesso e la mia vita nella chiesa dove invece non era permesso”. Già da piccolo aveva capito di essere omosessuale “ma cresceva in me già da piccolo la voglia di fare il prete. Ho iniziato il percorso per entrare in seminario, la mia sessualità era chiara ma anche la mia strada”. Nonostante la chiarezza, però, le porte del seminario, per lui, si sono chiuse.

La ‘prevedibile’ risposta di Papa Bergoglio

Lorenzo, dunque, sentendo le parole di Papa Francesco, si è sentito ferito. E per questo gli ha scritto. E, sorprendentemente – ma neanche più di tanto – Bergoglio gli ha risposto. E, secondo voi, gli avrà mica detto “caro Lorenzo, vivi felice e libero e continua a pregare che il Signore ti è vicino?”. Ovviamente no!

Memore di quell’erroraccio che va cancellato, gli ha consigliato – anzi, lo ha esortato – a non perdere la vocazione! “Gesù chiama tutti, tutti – scrive Bergoglio. “Alcuni pensano alla chiesa come una dogana, e questo è brutto. La Chiesa deve essere aperta a tutti. Fratello, vai avanti con la tua vocazione. Prego per te, per favore fallo per me (ne ho bisogno). Che il Signore ti benedica e la Madonna ti custodisca. Fraternamente, Francesco”.

E Lorenzo, ovviamente, non ha potuto fare altro che “creare un alibi” dichiarando che questo “è il Papa vero, ora so che il seminario resta un sogno non accantonato”. Che dire, ama il prossimo tuo come te stesso. Noi ti amiamo, cara Papa Francesco, e continueremo a farlo però, per una volta, pigliala ‘na decisione!

Condividi