Reggio Calabria, l’intreccio PD-Sera-Araniti: l’incontro del 6 settembre e l’assunzione del figlio del boss

Le carte dell'inchiesta sullo scambio politico-mafioso a Reggio Calabria e il ruolo del capogruppo PD in Consiglio Comunale Giuseppe Sera

StrettoWeb

Ieri mattina la città di Reggio Calabria si è risvegliata fortemente frastornata. Il riferimento è alla maxi inchiesta della Procura della Repubblica, che ha rilevato lo scambio elettorale politico-mafioso alle ultime elezioni comunali del 2020 e alle elezioni regionali di 2020 e 2021. E tra i politici ci sono nomi di spicco, anche se al momento solo indagati e a piede libero: si tratta di Giuseppe Sera, capogruppo del PD in Consiglio Comunale a Reggio Calabria; del Sindaco Giuseppe Falcomatà e del Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri.

Cosa viene imputato a Giuseppe Sera

Sono quasi 1.500 le pagine dell’ordinanza redatte dalla Procura, che ha sviscerato ogni dettaglio di tutta la vicenda. Relativamente a Giuseppe Sera, così si legge: “Candidato alle elezioni per il consiglio comunale di Reggio Calabria del 2020 a sostegno di Falcomatà, accettava la promessa di procurare voti da parte di soggetti legati alla ‘ndrangheta reggina, in particolare la cosca Araniti di Sambatello. Sera si accordava con il capocosca Domenico Araniti, detto ‘il Duca’, recandosi presso la sua abitazione il 6 settembre 2020 e in cambio prometteva di inserire il figlio Antonino Araniti nella struttura politica comunale del Pd, con il contestuale impegno a spostarlo dall’ufficio comunale Settore Patrimonio ed ERP cui apparteneva, cercando di evitargli le sanzioni disciplinari derivanti dalla sua condotta negligente nello svolgimento dei compiti connessi al suo rapporto lavorativo (sanzione tuttavia comminatagli, con licenziamento disciplinare)”.

“Sera prometteva ancora di nominare Daniel Barillà, rappresentante politico e intermediario per conto della cosca Araniti, amministratore/liquidatore della Leonia Spa, poi non realizzatasi, poiché questo incarico risultava incompatibile con la nomina dello stesso Barillà a componente dell’organo interno di valutazione (OIV) del Comune di Reggio Calabria, effettivamente avvenuta poco dopo il voto con decreto n. 40 datato 21 dicembre 2020″.

L’incontro e la conversazione del 6 settembre

Della figura centrale di Daniel Barillà, e dei rapporti con Neri, abbiamo già parlato in altra pagina, specialmente in riferimento alle elezioni regionali e alla “sfida” tutta interna a Fratelli d’Italia tra lui e l’altro candidato Mimmo Creazzo, entrambi passati al partito di Giorgia Meloni dopo una vita nel centrosinistra.

La figura di Giuseppe Sera emerge invece in relazione alle ultime elezioni comunali, quelle che hanno portato poi alla vittoria di Falcomatà dopo il ballottaggio contro Minicuci. Anche per questo, e per le intercettazioni e gli incontri con Barillà, esce fuori pure la figura del Sindaco stesso, indagato a pochi mesi dalla sua “vittoria” al Processo Miramare, anche se ora è in corso il “Miramare bis”.

Prima di seguire un filo logico, partiamo dal fatto più clamoroso, l’incontro del 6 settembre 2020. Ecco quanto emerge dall’informativa di P.G.:

“alle ore 11.31, all’interno dei locali adibiti a garage ubicati all’interno dello stabile in parola, veniva censito un dialogo tra Daniel Barillà, Domenico Araniti e Giuseppe Sera che, per la sua chiarezza, non necessita di alcun commento. Nel corso del colloquio, Araniti faceva i suoi auguri al candidato Sera il quale, nel riceverli, ribatteva che “era mio dovere venire… per un saluto”.

“La conversazione:

Si riporta di seguito la conversazione nel tratto di interesse:

…omissis…
Sera: permesso…
Barillà: no… (probabilmente Barillà emette un fischio – ndr) no, non è qui sotto… mannaia… (incompr) … a Paolo, ci stiamo inseguendo…
Sera: a Paolo chi?
Barillà Daniel: Paolo Catalano.
Sera: è in gamba questo ragazzo… (incompr.)
Barillà: eh! Molto in gamba… mi sono salvato con Paolo …omissis
Barillà: (incompr.) no … è che gli… gli ho detto “ma…” eppure… di qua abbiamo la macchina.. va bene… ci vediamo…
Barillà: mi ha fatto piacere…
Sera: grazie…
Barillà: vi faccio i migliori auguri…
Sera: era mio dovere, era mio dovere venire…
Barillà: (incompr.)
Sera: per un saluto…
Barillà: non vi preoccupate.
Sera: grazie… grazie di tutto.
Barillà: e di che… un abbraccio forte…
Sera: grazie.
Barillà: ah (incompr.)”

“Anche Falcomatà sa del rapporto tra Barillà e Araniti”

Il Sindaco Falcomatà, che ha ammesso di conoscere Barillà, secondo la Procura sa anche del rapporto tra quest’ultimo e Araniti. Tutti sanno dei legami del Barillà con la famiglia Araniti, anche il Falcomatà che ha stretto relazioni con il Barillà politiche/elettorali per il ballottaggio relativo alle comunali 2020: è fatto notorio che sia legato alla famiglia Araniti, dì ‘ndrangheta, così com’è scontato che chi instaura relazioni politiche/elettorali con il Barillà sappia di allacciare rapporti con un territorio caratterizzato dalla influenza mafiosa esercitata dalla cosca Araniti”. Falcomatà che ha definito Barillà “un cittadino incensurato che fa politica da sempre”.

Il cambio di rotta di Barillà: “alla fine chi cazzo devi votare”

Comunali 2020. Barillà osserva le dinamiche, la volontà di Angela Marcianò di correre in solitaria e la scelta di Minicuci da parte del centrodestra. Così Barillà decide di appoggiare Sera e Falcomatà. Angela Marcianò decideva di correre in solitaria — togliendo, così, voti al centrodestra che sul suo nome non era riuscito a fare quadrato — quindi il numero dei candidati che ambivano alla poltrona di Primo Cittadino cresceva, e la scelta del candidato a Sindaco da parte dello schieramento di centrodestra quale espressione del partito politico della Lega, si prestava ad una serie di critiche basate principalmente sullo scarso appeal che il partito lombardo aveva per la sua storica avversione verso il meridione della Penisola“, si legge.

“Per tutte queste ragioni, che certamente non potevano sfuggire ad un attento osservatore politico come Barillà, il giovane faceva registrare un totale cambiamento di rotta, spostando i propri consensi in appoggio al candidato consigliere supportato da Mimmetto Battaglia, ovvero Sera, e quindi al candidato a Sindaco Falcomatà”.

Le conversazioni tra Barillà e Falcomatà, che chiede aiuto

“La scelta, sicuramente opportunistica di Barillà, è perfettamente condensata in una frase pronunciata’ dallo stesso il 17.09.2020 allorquando, dopo aver definitivamente sciolto ogni riserva sul suo appoggio a Sera, affermava: “…comunque devo dirti… se vince Minicuci, io me ne fotto!… perché a me… tanto Peppe Sera viene eletto… me ne fotto-. ma il problema non è il fatto di Minicuci o di Falcomatà, il problema è che tutti votano Falcomatà… alla fine a chi cazzo devi votare”..

“Dopo il primo turno, si arriva al ballottaggio. Barillà esterna la sua preferenza a Falcomatà per la presenza di Sera. La tesi è emblematicamente confermata dalla conversazione di poco successiva all’inizio della campagna elettorale a favore del Falcomatà, datata 3.10.2020, durante la quale il Barillà , parlando delle prossima tornata elettorale con tale Nato (non compiutamente identificato), dichiarava: “io voto Falcomatà perché se sale Falcomatà sale un amico mio: Peppe Sera… che fa l’assessore all’urbanistica”.

“Il 25.9.2020, si registra la fondamentale conversazione tra Falcomatà e Barillà, in cui il primo contattava quest’ultimo, chiedendo espressamente il suo aiuto (“che vogliamo fare”…”ho bisogno di una grande, grande mano”) per ottenere la vittoria al ballottaggio, ricevendo garanzie in tal senso e una piano di pronta attuazione (“dobbiamo vincere” “noi ci dobbiamo vedere… ti dico quello che penso io, poi nei prossimi giorni… facciamo due incontri e via e poi non dobbiamo vederci più. E ci vediamo… il sei”).

“A quel punto, Falcomatà, lo invitava a vedersi presso la sede del suo comitato elettorale, dandogli la disponibilità di un accesso riservato da un’entrata laterale che, tuttavia, il Barillà non sfruttava, avendo ormai deciso di schierarsi apertamente per la sua elezione, giustificando detta scelta sulla base del fatto che oramai era ormai chiara la sua posizione, per via dell’aperto sostegno a “Peppe Sera”.

“Nel giorno immediatamente successivo, il 26.09.2020, si registrava l’attivismo di Barillà nel reperire consensi elettorali in favore di Falcomatà e il suo confronto con quest’ultimo sul punto: “Sindaco buongiorno, allora io mi sono fatto una chiacchierata con un paio di persone… poiché bisogna essere operativi, è inutile fare cene, cenette e incontri e aperitivi, cioé bisogna fare incontri singoli, quindi se tu mi dici il giorno, io cioé mi… mi dai… guarda quattro ore la mattina sono con te, io mi fisso dieci appuntamenti e ci vediamo, capito? Poi magari tutto il mio gruppo, quello stretto, giusto per… per dirglielo, alla fine ci vediamo tutti… con tutti quanti. Però questi incontri singoli è meglio farli perché bisogna essere operativi, è inutile fare cene e cenette che non portano a niente quelle, sono tutte parate. Fammi sapere tu quando e io organizzo tutto”.

Gli incontri e “l’accordo con il Comitato Sud”

Così avviene l’incontro tra Falcomatà, Barillà e altri personaggi, come emerge dalle risultanze dell’ordinanza, attraverso intercettazioni e immagini. “Il 27.09.2020, Barillà contattava Stefano Perri, portavoce del sindaco, chiedendogli di fissare “un appuntamento tra il primo cittadino ed un gruppo di una “decina di ragazzi, dodici ragazzi… professionisti giovani. All’esito della conversazione, la riunione veniva programmata per mercoledì 30 settembre 2020 alle ore “14 e 30 presso il comitato del sindaco”.

“Nel quadro così descritto e considerata l’importanza della vittoria di Falcomatà per riuscire a pizzare il Sera all’interno del consiglio comunale reggino, il Barillà decideva, come nel caso della campagna elettorale a favore del Neri, di coinvolgere in modo ancor più importante i suoi fedelissimi, tra i quali Ignazio Borruto (fratello del sopra richiamato Marco Borruto), chiamato a dare il suo contributo per assecondare la strategia politica della cosca Araniti. Tra le iniziative di rilievo richieste a Borruto c’è quella di organizzare una riunione tra il sindaco uscente Falcomatà e il comitato dei commercianti denominato “Corso Sud”, presieduto da Luciano Simone, candidato – non eletto- alle consultazioni amministrative con la lista “Reggio Città Metropolitana” a sostegno del candidato a Sindaco Angela Marcianò”.

“La conferma della chiusura dell’accordo elettorale tra il citato comitato “Corso sud” e Falcomatà e della mediazione essenziale di Borruto arrivava dalla conversazione del 28.9.2020 tra Barillà e un amico, nel corso della quale il primo informava il suo interlocutore del successo dell’operazione e del contributo dato da Borruto (dichiarando che si erano aggiunti anche quelli del “comitato del corso sud” grazie all’intervento di Ignazio Borruto che “gli ha chiuso… l’accordo”). 

“La conclusione di detto accordo, in realtà, aveva avuto l’interferenza del consigliere comunale Latella che, omettendo di informare Borruto, aveva anch’egli organizzato una riunione – in programma la mattina del 01.10.2020 – tra Falcomatà ed il citato comitato. Appreso la notizia, Barillà, in data 29.09.2020, si affrettava a contattar’ Stefano Perri, portavoce del sindaco Falcomatà, biasimando l’iniziativa autonoma di Latella e, soprattutto, rivendicando l’esclusività dell’opera di mediazione di Borruto (“una operazione che sta facendo Ignazio Borruto che “li sta convincendo” aggiungendo altresì che lo stesso Borruto, all’interno di detto comitato “è socio attivo che partecipa proprio economicamente e finanziariamente con il comitato”). Sempre al fine di dimostrare la sua forza elettorale e quella del suo gruppo elettorale, Barillà continuava a dettare le condizioni per la conclusione dell’accordo con il comitato “Corso sud” allo stesso Falcomatà , ribadendogli che l’unico modo per interloquire con il citato era parlare con Borruto (“non vogliono rapporti nè con Latella nè con… nessuno dei consiglieri”, puntualizzando che “l’appuntamento li fissa Ignazio Borruto). Così si giungeva alla riunione tra Falcomatà ed il comitato “Corso sud”, programmata per la sera del 1° ottobre 2020, grazie alla mediazione di Borruto, i cui esiti erano esposti, con soddisfazione, direttamente da Falcomatà a Barillà, la stessa sera del 01.10.2020 (“bene… mi sono sembrati tranquilli”).

3 ottobre 2020: “Falcomatà incontra Araniti figlio”

“A seguire, in data 3 ottobre 2020, l’attività tecnica consentiva di accertare un ulteriore rilevante incontro, organizzato da Barillà, – avvenuto in un bar – tra il candidato sindaco Falcomatà, lo stesso Barillà, e Antonino Araniti, figlio di Domenico nonché altri soggetti”.

“Abbiamo vinto, Peppe Sera… è salito il nostro Consigliere”

“Tra le conversazioni in rassegna emblematica appare poi quella intercettata il giorno seguente la notizia della vittoria elettorale, il 6 ottobre 2020, nel corso della quale il Barillà confermava ancora una volta la “messa a disposizione” di Sera, riferendo a Giuseppe Vizzari: “… abbiamo vinto… Peppe Sera… è salito, il nostro consigliere.— quella persona, Peppe Sera, quello che sostenevamo noi”, si legge.

“La disponibilità di Sera a inserire Araniti nel PD”

Si torna a parlare di Sera e di Antonino Araniti, nel capitolo dell’ordinanza “Il neoeletto Giuseppe Sera e la sua disponibilità a soddisfare gli interessi e le esigenze della cosca Araniti: il tentativo di inserire Antonino Araniti nella struttura politica (Gruppo Consiliare) locale del PD”. 

“E’, innanzitutto, quello che accade con il coinvolgimento diretto di Sera nelle vicende lavorative che riguardavano il figlio di Domenico Araniti “il Duca”, Antonino Araniti detto Nino, in quel momento assunto presso il Settore Patrimonio ed ERP del comune di Reggio Calabria, ma in netto contrasto con Fedora Squillaci, Responsabile Settore Avvocatura Civica del Comune di Reggio Calabria, oltre che Responsabile ad interini del citato Settore di appartenenza di Araniti”.

“Come dettagliatamente indicato nel par. 5.3 dell’informativa conclusiva, i contrasti dovuti al comportamento negligente e prepotente di Araniti avevano portato all’esasperazione la dirigente comunale Squillaci, la quale, almeno in un primo momento, aveva interloquito con Sera sul punto, al fine di comprendere che Araniti era destinato a essere spostato ad altro incarico e così evitare di prendere provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. Dalle intercettazioni captate tra Fedora e Sera e tra quest’ultimo e Barillà. si comprende chiaramente che, pur non avendo Araniti in questione alcuna competenza da spendere ed anzi essendo sfacciatamente privo di qualsiasi etica lavorativa, Sera aveva promesso al Barillà di collocarlo nel gruppo consiliare del PD reggino, anche al fine di risolvere l’annosa questione connessa al suo rapporto di lavoro in corso”.

“Sebbene tale promessa non verrà attuata per via di ostacoli politici non meglio precisati ma di sicuro fuori dalla sfera di controllo del Sera , è certo che quest’ultimo si era impegnato con il Barillà, che a sua volta aveva ricevuto analoga richiesta da parte del capocosca Domenico Araniti, per favorire il figlio di quest’ultimo nel senso indicato, recependo così le prime richieste della cosca Araniti a fronte del credito elettorale incassato per aver favorito l’elezione del medesimo consigliere comunale”.

Questo è il passaggio chiave della vicenda, così come informa l’accusa. Nonostante le lamentele della dirigente Fedora, sui comportamenti in ambito lavorativo e sulle poche competenze in materia, Sera ha fatto di tutto per provare a collocare Nino Araniti, figlio del boss, all’interno del PD reggino, come promessa di scambio dopo la vittoria di Falcomatà e la presenza di Sera all’interno del Consiglio.

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