Corigliano-Rossano, l’opposizione contro Stasi: “non stiamo giocando a Monopoli”

L'opposizione storce il naso di fronte al modo di governare di Stasi: "non è l’eventuale amministratore o socio unico della Corigliano-Rossano Srls"

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Non è consentito e non sarà consentito a nessun Sindaco italiano, ancor di più a quello della più grande e tra le più importanti città della Calabria, arrogarsi e rivendicare perfino pubblicamente, con tanto di dichiarazioni in prima persona che ricordano certe uscite sudamericane anni ’70, l’inesistente diritto di decidere da solo, come se fosse a casa sua, quale debba essere l’indirizzo di sviluppo o meno di Corigliano-Rossano. Lo ripetiamo a chiare lettere: nel rispetto assoluto dell’esito democratico e delle prerogative che leggi ed ordinamento demandano agli esecutivi, essere a capo di un’amministrazione comunale locale non equivale ad un’investitura monarchica né tanto meno a giocare a Monopoli da solo e senza conoscerne le regole base”.

È quanto dichiarano congiuntamente i consiglieri dell’opposizione consiliare, Pasqualina Straface, Marisa Caravetta, Giancarlo Bosco, Giuseppe Turano, Elena Olivieri, Guglielmo Caputo, Daniela Romano, Demetrio Walter Caputo e Piero Lucisano, sottolineando che “se, forse, fino ad oggi Stasi è stato abituato, per diverse corresponsabilità anche di chi in passato non era in maggioranza, a dire ed a fare quello che voleva, ritenendosi un’autorità monocratica senza alcun controllo, da oggi si ritorna alle regole ed al rispetto della dignità, delle prerogative e della autorevolezza di tutte le istituzioni pubbliche, Consiglio Comunale in primis”.

“Quindi, per essere subito chiari e trasparenti, in attesa delle prime ed urgenti convocazioni della nuova assise civica, il Primo Cittadino farà bene ad astenersi non solo dall’esprimere sue eventuali opinioni e posizioni soggettive (come quelle lette nei giorni scorsi) sulle principali questioni che chiamano in causa il futuro di Corigliano-Rossano, quanto soprattutto a pensare addirittura di assumere o condizionare decisioni che, dal Porto alla SS106, dal Psa all’Enel solo per citarne alcune, impongono trasparenza, coinvolgimento diretto ed immediato del Consiglio Comunale e massima condivisione e partecipazione di tutte le rappresentanze di legittimi interessi di questa grande Città”.

Saremo intransigenti. Perché Stasi non è l’eventuale amministratore o socio unico della Corigliano-Rossano Srls. Il Sindaco ha pertanto il dovere di rispettare, soprattutto sulle questioni strategiche e cruciali e sulle diverse opzioni di sviluppo alle quali la comunità legittimamente ambisce, percorsi, tempi, passaggi e attori di quella democrazia e di quella partecipazione che, dopo le urla sui palchi contro gli invasori esterni, va difesa ora nei fatti, senza più pretese populiste, ancora una volta, da uomo solo al comando”.

“In ogni caso, noi non lo permetteremo, richiedendo sin da ora al Primo Cittadino di attivarsi affinché venga convocato con urgenza un tavolo istituzionale di confronto con tutti gli attori e portatori di legittimi interessi, questione per questione, a partire dalla vicenda Baker Hughes, sulla quale il neo confermato sindaco, prima ancora della stessa proclamazione sua e di tutti gli eletti, ha già ripreso la sua iniziativa purtroppo ed ancora una volta auto-referenziale, col solito atteggiamento ostruzionistico e di isolamento istituzionale e territoriale che lo ha distinto fino ad oggi e che di fatto, piaccia o meno, ha bloccato la Città su tutto”.

“Noi riteniamo che una città grande ed autorevole come Corigliano-Rossano, naturalmente destinataria di investimenti importanti, debba essere rappresentata e riconosciuta all’esterno, a partire dal territorio in cui si è o si dovrebbe essere realmente capofila virtuoso, come capace di indicare e di portare avanti, senza chiusure né demagogie, senza caccia alle streghe né decisioni assunte in una stanza a porte chiuse con gli amici, efficaci politiche di sviluppo e di crescita che creino occupazione, benessere e ricchezza e frenino l’emigrazione giovanile”.

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