Crisi idrica a Messina, Coletta: “servono risposte ai cittadini”

Crisi idrica a Messina, Coletta: "i cittadini chiedono risposte e giustamente immediate"

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“Il consiglio comunale straordinario sull’emergenza idrica del 3 luglio scorso, non ha sortito l’effetto sperato, anzi è stato strumentalmente utilizzato dall’amministrazione per sponsorizzare le iniziative adottate. Evidentemente alcuni interventi non hanno sortito l’effetto desiderato nonostante sia stata fatta molta propaganda e di acqua, anche rispetto agli ultimi tre anni, ce ne sia poca e sempre meno”. E’ quanto afferma Renato Coletta, Consigliere IV circoscrizione. “Si poteva e si doveva fare di più. Intanto l’amministrazione ha sottovalutato una crisi idrica ampiamente prevedibile per il calo delle precipitazioni meteoriche registrato negli ultimi tre anni in Sicilia. L’aver ritardato interventi che dovevano essere messi in campo quantomeno nel 2023, ci avrebbe permesso di affrontare crisi con alcuni pozzi allacciati e meno perdite (40%) alla “rete idrica colabrodo”. Tant’è che ad oggi soltanto il pozzo di Briga sembra in fase di allaccio alla rete idrica e la ricerca di perdite che, fra l’altro, influiscono significativamente sul calo di pressione delle condotte, è stata attivata soltanto a maggio scorso?”, spiega Coletta.

“Discorso a parte merita lo spreco di acqua dell’acquedotto utilizzata per irrigare alcune aree a verde comunali, fra le quali parchi, ville, rotatorie e persino le aiuole del tram. E non si tratta di risorse idriche “insignificanti”, come l’amministrazione si è affrettata a “tranquillizzare” qualche timido consigliere comunale dell’opposizione che aveva posto il quesito. È uno spreco per il quale il Sindaco dovrebbe immediatamente disporre il divieto di irrigazione di aree comunali con l’acqua potabile dell’acquedotto. Ma i cittadini chiedono risposte e giustamente immediate. Sappiamo che la crisi idrica peggiorerà nei prossimi mesi e l’amministrazione non può più continuare a minimizzare i disagi, prospettando soluzioni anche fantasiose e comunque coniugate al futuro”, evidenzia Coletta.

“La cittadinanza ha ben chiaro che si è perso tanto, troppo tempo, quindi, cosa si può fare nell’immediato? Sicuramente chiedere l’intervento del Prefetto per requisire i pozzi di acqua potabile privati presenti in città che dispongano di portata adeguata e soprattutto siano in prossimità delle condotte comunali, dove immettere il prezioso liquido. Inoltre, per sopperire ai cali di pressione che non consentono il riempimento di serbatoi privati collocati nelle terrazze o agli ultimi piani, andrebbe ottimizzata meglio ripartizione della poca acqua fra i serbatoi comunali. In tal senso Amam sta lavorando alacremente, ma l’acqua a disposizione purtroppo è poca“, rimarca Coletta.

“In ultimo, dato che i palazzi con serbatoi privati collocati nei balconi o terrazze per ovvi motivi di sicurezza non possono essere approvvigionati con autobotti, sarebbe opportuno che questi condomini realizzassero un impianto di autoclave al piano terra o in alternativa, una diramazione con attacco per autobotte. Ma perché si è arrivati al 6 luglio fra feste, concerti, continue inaugurazioni, senza che l’amministrazione desse priorità a tutte le iniziative che dovevano essere messe in atto da tempo?”, conclude Coletta.

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