MeglioQuesto, le “mosse” di Saladini e i rischi in vista dell’Assemblea dei soci

L'ex patron della Reggina Felice Saladini e la situazione della sua MeglioQuesto in attesa dell'Assemblea dei soci

StrettoWeb

Al netto di quanto possa far trasparire, provando a rientrare in società “da campione”, la situazione per Felice Saladini e la MeglioQuesto resta complicata. L’ex patron della Reggina è stato cooptato consigliere di amministrazione e nominato presidente del CdA di MeglioQuesto, dopo le dimissioni dei Consiglieri De Luca prima e Donalisio poi, sintomo della situazione burrascosa e tesa in seno alla società.

In tutto ciò tra tre giorni, il 18 luglio, si terrà l’Assemblea dei soci e – dietro l’angolo – si nascondono possibili insidie e rischi per azionisti, obbligazionisti e non solo. Innanzitutto, infatti, l’assemblea dovrà nominare a maggioranza la conferma della cooptazione di Saladini, ma anche nominare il nuovo indipendente. Questa decisione però riduce i diritti delle minoranze, dopo le dimissioni di Donalisio, che era nominata come indipendente dalla lista di minoranza presentata nell’assemblea del 14 maggio 2024.

In più, la stessa Assemblea dovrebbe delegare al CdA l’aumento di capitale di 10 milioni di euro. Ma come? Non dimentichiamo infatti la completa mancanza di informative finanziarie dalla società e l’assenza di dati di bilancio di un anno – il 2023 – abbastanza critico, nonché non ancora approvato dalla società. Per ogni azionista di minoranza è impensabile anche soltanto poter farsi un’idea sull’aumento di capitale.

Tra l’altro questa mossa – e cioè quella di lasciare, dimettersi e poi rientrare – ricorda molto quella già attuata alla Reggina, anche se lì le dinamiche furono diverse. Con la borsa sospesa e le dimissioni, Saladini è infatti rimasto in “stand-by” per qualche mese. Con le dimissioni dei Consiglieri, però, ha deciso di rientrare in corsa provando a passare come il possibile salvatore della patria.

Le similitudini con la Reggina

La scorsa estate, quella calda a Reggio Calabria, il percorso fu simile, anche se le intenzioni diverse. Scomparso per settimane, senza più pagare, trovò nel fondo inglese prima e in Manuele Ilari poi delle  “sponde” felici per sbarazzarsi del club. Dopo le critiche e le contestazioni della piazza, però, susseguite all’incontro a San Gregorio di Catania tra i due vice Sindaci e l’imprenditore romano, Saladini rientrò dalla porta secondaria, in quel caso però quasi costretto.

Un sistema non proprio identico, ma simile nelle modalità, su cui più di qualcuno ha visto delle coincidenze. Nel caso della MeglioQuesto, infatti, è stato lui a nominare il commercialista De Luca, in rappresentanza della maggioranza, ma poi quest’ultimo si è dimesso perché voleva “portare i libri in tribunale”. Ecco così riapparire magicamente Saladini, che si autocandida Ceo e Presidente di CdA con più “ampie deleghe”.

Tutte mosse, secondo chi ormai prova a interpretare le sue tattiche, volte a dilazionare il tempo per eventuale delisting del titolo, perché a metà settembre scade possibilità di Ega per Consob-Borsa Italiana per tenerla quotata.

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