La Reggina in serie D fa pagare l’abbonamento anche ai disabili, e misura il livello di disabilità: nessuna agevolazione a donne, anziani e se è inferiore al 74%

La triste novità della Reggina: quest'anno dovranno pagare persino i disabili. In serie D e senza servizi: erano sempre entrati allo stadio gratuitamente, così come succede in tutte le big della serie A

StrettoWeb

La Reggina di Ballarino ha proprio deciso che deve entrare nella storia, e non certo nelle pagine più nobili e virtuose. Non solo per le sconfitte e umiliazioni sul campo, ma anche per quello che succede fuori. E ogni giorno ne combina una: se Reggio Calabria si è ormai rassegnata a farsi i suoi famosi “dieci anni di serie D”, non può continuare ad accettare di perdere anche quella “dignità” che li avrebbe dovuti accompagnare rispetto al brutto epilogo dei predecessori. Eppure mai, né con Saladini né con Gallo, era successo qualcosa del genere in categorie ben superiori.

L’incredibile, triste e dolorosa novità dell’ultima ora è che il club amaranto ha deciso per la prima volta nella storia di far pagare l’accesso allo stadio persino alle persone con disabilità. Non solo. La società si mette pure a misurare il livello di disabilità: se sei disabile ma fino al 74% di disabilità, non hai diritto ad alcuna agevolazione e devi pagare il biglietto e l’abbonamento come tutti gli altri. Anche, quindi, se hai l’invalidità civile (livello di disabilità del 66%) che prevede tutte le agevolazioni di Stato.

Ma persino i disabili più gravi, quelli con handicap superiore al 74% (e quindi persino quelli con il 100%) dovranno pagare: il club ha avuto la bontà di pensare ad una tariffa “ridotta“, che però se andiamo a guardare i dettagli della seconda fase della campagna abbonamenti lanciata oggi, così tanto ridotta non è. Si tratta di 170 euro per l’abbonamento stagionale, quindi la stessa identica cifra che viene richiesta in quel settore alle donne o agli over 65. Non è chiaro, quindi, se la Reggina considera disabili tutte le donne e tutti gli over 65, ma di certo c’è che se sei disabile con meno del 74% di disabilità, per la Reggina non hai diritto ad alcuna agevolazione, e se sei disabile donna o disabile uomo over 65, non hai comunque diritto ad alcuna agevolazione rispetto a tutte le altre donne e a tutti gli altri over 65 non disabili.

L’unico “sconto“, di appena 30 euro rispetto all’abbonamento intero, è per i disabili uomini che hanno tra 14 e 65 anni. E se ci sono disabili bambini, conviene comunque fare l’abbonamento under 14 anziché quello per disabili in quanto costa di meno.

Una tariffa ridotta, eventualmente, potrebbe essere prevista per gli accompagnatori dei disabili ma non certo per i disabili stessi. E invece la locandina fornita dal club non lascia spazio a differenti interpretazioni:

reggina abbonamenti disabili

Questa follia non ha precedenti nella storia della Reggina. Mai i disabili hanno pagato un centesimo per entrare al Granillo e vedere le partite della squadra del cuore. Non pagano in nessuno stadio d’Italia: possono entrare gratis a Messina, che milita in serie C, o a Catanzaro, che milita in serie B, ma persino la Juve e l’Inter che lottano per lo scudetto in serie A e fanno la Champions League, consentono l’accesso gratuito ai disabili. Il Milan – quindi siamo sempre ad altissimi livelli – ha addirittura l’eleganza e la sensibilità di fornire gli accrediti alle persone con disabilità, anziché i biglietti gratuiti.

Stiamo parlando delle persone più deboli e fragili della nostra società, che hanno nella partita della squadra del cuore uno dei principali momenti di svago e di divertimento, in contesti familiari spesso gravati dai carichi economici dovuti proprio dalla gestione onerosa delle disabilità. E la Reggina cosa fa? In una città povera e degradata come Reggio Calabria, in un campionato dilettantistico come quello interregionale, adesso chiede soldi per la prima volta nella storia persino ai disabili, che la Reggina al Granillo l’hanno sempre vista gratis anche in serie A.

Che tristezza.

Cosa ne pensa l’Amministrazione Comunale che doveva “vigilare“? Non doveva esserci un membro del Comune e un tifoso nel CdA della società? E l’Assessore al Welfare e alla Disabilità, non ha nulla da dire?

In realtà a Reggio Calabria gli unici disabili sono soltanto coloro che ancora, dopo un anno di prese per i fondelli, credono ai proclami di questa società fin qui poi sempre smentiti dai fatti. E lo conferma il numero degli abbonati: solo 1.374 sui 3.100 dello scorso anno hanno confermato il loro posto allo stadio dopo le delusioni della passata stagione (avevano già disertato il Granillo dopo le indecorose prestazioni della squadra) ed è molto difficile che adesso ci siano addirittura nuovi abbonati, cioè persone che lo scorso anno non hanno fatto l’abbonamento e che dovrebbero quindi decidere di farlo adesso. Con la prospettiva di un’altra stagione fallimentare. Mai, nella storia della Reggina, c’erano stati così pochi abbonati in qualsiasi categoria. Siamo nel punto più basso di sempre del calcio a Reggio Calabria.

Condividi