Reggio, la lettera di una mamma: “Aiuti ai profughi, mentre agli italiani non resta che sprofondare”

StrettoWeb

scrivereL’aiuto agli stranieri, la delusione verso le istituzioni, la disperazione di non arrivare a fine mese: è la lettera-appello inviata alla redazione di Stretto Web da una donna, che si firma “Una mamma indignata e delusa”. Accade a Reggio, ma forse è lo specchio di una situazione tutta italiana che sembra non voler cambiare.

Egregio Direttore, sono una mamma indignata e disgustata, di ciò che avviene a Reggio Calabria, ma anche nel resto d’Italia. Questa bella città, come è definita, per me che vi sono nata e ho visto e subito tante cose, non è altro che un enorme recipiente di spazzatura. Qui, chi come me ha necessità di vivere, anzi sopravvivere, è messo in disparte, non è ascoltato, quasi non gli si crede. Al contrario arrivano la musulmana di turno e persone di varie nazionalità, piangono un poco e, guarda caso, gli si spalancano le porte. Ho vissuto in prima persona, determinate esperienze e, posso affermare con certezza, di essere invisibile. Per le istituzioni, infatti, le mie legittime necessità, di crescere i miei figli, nella maniera giusta e con i diritti che spettano ad ogni uomo, non sono state prese in considerazione. Né la caritas, né l’arcivescovo, né altri soggetti che mi avrebbero potuto tendere la mano, hanno ascoltato le mie problematiche. Purtroppo ho avuto una ulteriore delusione: il Papa ha devoluto una grossa cifra ai profughi dell’Iraq. Da lui, aspetto ancora una risposta ad una mia missiva. E non solo da lui. Vorrei chiedere a tutti quei signori, seduti comodamente sugli scranni delle aule parlamentari e su altre comode poltrone istituzionali (leggi regione, ecc), se conoscono realmente i veri problemi dei cittadini. Credo proprio di no, considerato che per loro, la politica, è diventata fonte di guadagno personale. Sicuramente non sanno cosa vuol dire essere oberata dai pensieri di pagamenti continui. Non sanno cosa vuol dire garantire l’istruzione ai propri figli senza alcun reddito! Non sanno cosa vuol dire vedere i propri figli indossare sempre gli stessi abiti e le stesse scarpe per mesi o addirittura anni. Non sanno cosa vuol dire garantire una esistenza dignitosa ai propri figli. Loro hanno il loro ricco stipendio, chiedo scusa, indennità (si potrebbero offendere), sono sempre pronti a fare passerelle di propaganda, ma, alla fine, cambiano i suonatori (se effettivamente cambiano) ma la musica è sempre la stessa: solo parole e niente fatti concreti. Altro che stare sereni! L’Italia è diventata la gallina dalle uova d’oro per gli stranieri. Il mio non è razzismo, ma è l’amaro sfogo di una mamma disperata! Poiché, per quelli come me, italiani, non resta che sprofondare, se va bene. E se il cervello non regge, ci si ammazza. Grazie a tutti coloro i quali conoscono la mia situazione e si sono voltati dall’altra parte.

 

Una mamma indignata e delusa

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