Ponte sullo Stretto, espropri e vecchi abusi edilizi: le regole sono cambiate, perché “fare attenzione”

Ponte sullo Stretto, la riflessione dell'Ingegnere Giuseppe Palamara sulle indennità di pagamento degli espropri: come le regole sono cambiate

StrettoWeb

Uno dei temi caldi legati al dibattito sul Ponte sullo Stretto è quello degli espropri. Per reggini e messinesi, ancor di più per i diretti interessati, è senza dubbio l’argomento di maggiore attenzione. Sul portale “pontesullostrettonews”, l’Ingegnere Giuseppe Palamara ha provato a fare chiarezza su regole, leggi, metrature e non solo, invitando gli espropriati a fare attenzione sul pagamento dell’indennità di esproprio.

“Il sottoscritto – rivela Palamara – ha realizzato ed attuato in carriera ben due Piani Particellari d’Esproprio (PPE), nel 1998 e nel 2011 ed anche se allora i calcoli erano diversi (più complessi), un poco la materia la conosce. Negli anni ’70 a Messina la zona di Ganzirri/Torre Faro è stata pesantemente cementificata e la speculazione edilizia ha toccato livelli indicibili. Per usare un eufemismo all’epoca i regolamenti erano meno stringenti, in una parola ‘si faceva quello che si voleva’. Figuriamotici se oggi farebbero fare le ville fronte mare, siamo in zona a protezione speciale (ZPS), il WWF insorgerebbe e poi altro che patrimonio dell’UNESCO”.

“Ecco dunque che gli ingegneri si facevano approvare i progetti dall’ufficio comunale ovviamente sfruttando al massimo la cubatura e quei “regali” che il regolamento edilizio faceva, tipo la possibilità di alzare i muri perimetrali di 87 cm nel sottotetto (unico caso in Italia), in modo che chissà mai il nostro locale di sgombero un giorno sarebbe potuto diventare una bella ed accogliente mansarda dato anche che potevamo realizzare un bel balcone 3×2 m. Ma fosse stato solo quello. Che dire del porticato?”, si chiede ancora l’Ingegnere. “Semplice: si chiudeva e si adibiva ad appartamento, anzi spesso era proprio quella la casa padronale potendo all’uopo anche usufruire di un fantastico giardino o terrazza ovviamente con piscina”.

“Poveracci gli espropriati che devono lasciare le case dopo una vita di sacrifici, ma le cose non stanno così”

“Si è fatto tanto dire – continua Palamara – ‘poveracci gli espropriati dopo una vita di sacrifici devono lasciare le loro abitazioni’, se pur adeguatamente pagati per legge (l’esproprio per pubblica utilità esiste dalla notte dei tempi e nessuno lo ha mai discusso). Ma forse le cose non stanno esattamente così”.

“Ad esempio delle 200 villette che saranno abbattute per fare posto al Parco delle torri, questa volta sì che faremo una vera riqualificazione ambientale, è stato calcolato che circa il 57% sono seconde case, magari come quelle che sopra vi ho descritto io. Ecco perché oggi sappiamo che Stretto di Messina farà attenzione allorquando dovrà procedere alla proposta di indennità, che potrà essere accettata e si beneficerà del 10% di incremento per cessione volontaria ed un bonus fino a 30.000€ per spese di trasloco”.

La riflessione dell’Ingegnere si conclude con una precisazione: “Attenzione, lettori, io non sono nessuno è bene che queste mie informazioni andiate a verificarle, come già state facendo all’info point che Stretto di Messina ha aperto al Palacultura”.

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