Reggina, quei passaggi di Pergolizzi che hanno fatto storcere il muso alla tifoseria

In Serie D non esiste la programmazione o la ponderazione, ma comincia a trasparire questo messaggio in casa Reggina

StrettoWeb

L’interesse verso la Reggina è ai minimi storici. Stroncato la scorsa estate, per le note vicende, non si è fatto nulla per provare a recuperare qualcosina, anzi. Tra coloro – ed erano già pochi – che avevano provato a dare fiducia a questa società, tanti nel corso della stagione si sono “persi per strada”. E la situazione, questa estate, non è stata delle migliori. Tanti annunci, tanti calciatori accostati alla società, ma nei fatti un mercato che non ha accontentato la piazza. E i numeri parlano chiaro. Poco più di 2 mila abbonamenti sottoscritti – dai dati ufficiali – e quindi circa mille in meno della scorsa stagione (che poi erano sempre meno allo stadio).

Il campo, solitamente, risolve ogni problema, ma non bisogna dimenticare che la categoria è quella sempre la Serie D, e sarà così per il secondo anno di fila. Non era mai successo. In attesa che il campo, dunque, “parli”, l’approccio verso la tifoseria non è dei migliori. Quando si fa riferimento a programmazione (che comunque non c’è), pianificazione, spese oculate, “fare meglio della scorsa stagione”, beh, insomma, non parliamo di una salvezza in Serie A o B da conquistare, né di un mancato salto in B per centimetri.

Eppure, in tanti hanno storto il muso per le dichiarazioni di mister Pergolizzi ieri al termine del test contro il Val Gallico. Se nelle scorse settimane l’allenatore aveva parlato chiaro in riferimento al mercato, a ciò che serve, a ciò che manca, dalle parole di ieri è emerso altro. “Ho sempre detto, e ve lo ridico, che le scelte che facciamo sono condivise e pensate su quello che vediamo. La Serie D non è la A o la B, dove cambi 2-3 giocatori, ma ci sono gli Under, una squadra va costruita guardando il singolo e ciò che manca alla squadra. Noi abbiamo scelto di guardare i giovani, fino al 30 settembre c’è sempre tempo e – se ce ne sarà bisogno e nell’eventualità – lo faremo“.

Dunque, la società non ha alcuna fretta. Mancano almeno un attaccante e un centrocampista, il mercato chiude domani, ma sembra non esserci alcun problema. E al mister va bene così. Poi, eventualmente, ci sarebbe spazio per gli svincolati, anche per chi si dovesse liberare dai club di C. Ma nella scorsa stagione si è visto bene quanto incida uno svincolato che arriva a settembre inoltrato.

Anche per l’attacco, la situazione – per Pergolizzi – va bene così. La sua fiducia è invidiabile, ma se in campo farà bene avrà ragione. “Barranco ha fatto 20 gol, se li rifarà non lo sappiamo ma è uno degli attaccanti più forti. Rajkovic ha una media di 10 gol, Ragusa ha fatto delle categorie importanti. In più ci sono Renelus, Provazza, Perri, Barillà, con una media importante. Se gli altri prendono l’attaccante, noi dobbiamo ponderare ogni scelta“. La Reggina, dunque, in Serie D, deve “ponderare” ogni scelta. Sembra sentir parlare Lillo Foti. Sì, ma in Serie A, quando si doveva decidere se acquistare Amoruso, Bianchi, Corradi. Sentir parlare di ponderazione, in Serie D, fa un certo effetto.

“Io mi auguro di gettare le basi che possano servire a questa società ma durare nel tempo, perché le cose frettolose possono rivelarsi affrettate. E si riparte da zero. Non siamo infallibili, io vi chiedo scusa prima. Non dimentichiamo che questo organico ha fatto bene l’anno scorso e io credo che con qualche accortezza possa fare di nuovo bene, a dire se sarà meglio o peggio lo diranno i risultati”. Così il tecnico in un altro passaggio, uno di quelli che ha fatto arrabbiare di più la tifoseria. Perché dire che l’anno scorso si è fatto bene e che quest’anno si punta a fare meglio significa ammettere che questa squadra proverà soltanto a lottare, come l’anno scorso, e forse neanche quello. Quando invece, come detto dai vertici per un anno intero, l’obiettivo primario è la promozione in C.

In D non esiste la programmazione o la ponderazione. In fondo, come ha detto lui stesso, “a Campobasso l’anno scorso sono cambiati 14 giocatori a dicembre”. La Serie D è così. Si cambia, si compra, si scelgono i migliori, si pianifica ben poco. E poi, raggiunto il professionismo, le cose cambiano. Ci auguriamo che il campo dia ragione a Pergolizzi, a partire dai prossimi giorni. Magari voleva esprimersi in altro modo. In caso contrario, il rischio che i tifosi siano ancora meno di quei 2 mila è dietro l’angolo. Ma, in fondo, va sempre ricordato che gli anni in cui stare in Serie D sono dieci. Per cui, il tempo c’è…

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