Omicidio Cernusco: Klaus Davi diffonde le foto del capo clan di Rosarno con la scritta “Boss”

A riprenderlo era proprio il giornalista Klaus Davi che 48 ore prima del fattaccio di Cernusco si trovava a Rosarno per un’intervista a Testuni

StrettoWeb

Poche ore prima dell’omicidio di Antonio Bellocco, il riconosciuto capo clan della cosca Pesce-Bellocco Francesco Pesce, detto ‘Cicciu U Testuni‘, si faceva vedere in giro con un cappello con sopra impressa la scritta ‘Boss‘. A riprenderlo era proprio il giornalista Klaus Davi che 48 ore prima del fattaccio di Cernusco si trovava a Rosarno per un’intervista a Testuni.

Klaus Davi gli ha rivolto alcune domande e lui si è mostrato con un cappellino nero a strisce bianche con la scritta “Boss”. Tra l’altro, ha precisato Davi, “Testuni è parente acquisito di Antonio Bellocco. Suo fratello è infatti cugino della vittima dell’omicidio di ieri“. Intervenuto alla TGR Calabria Davi, in merito all’omicidio di Bellocco, ha dichiarato: “La vicenda ora è sul tavolo di Testuni che dovrà decidere come affrontarla. Non c’è nessuna autonomia della Lombardia, queste sono solo suggestioni meneghine di chi non ha mai messo piede in Calabria e non ha idea di come funzioni la ‘Ndrangheta“.

Klaus Davi nel corso dell’intervista ha poi precisato: “Ho sentito dire sui media milanesi che esisterebbe una ‘Cosca Flachi’, anch’essa infiltrata nelle curve. Capisco le suggestioni narrative, ma qui siamo di fronte a una forzatura giornalistica eccessiva. Posso assicurare che ieri, nell’apprendere di questa neo cosca, nel quartiere Archi di Reggio Calabria (di cui sono originari i Flachi), dove io mi trovo in questi giorni, ha fatto scalpore. Non c’è mai stata nessuna autorizzazione dei De Stefano-Tegano nel dare vita a questo gruppo. Nessuno sa nulla di questa cosca Flachi che non è altro che una dépendance milanese dei De Stefano, che la considerano comunque di serie c, un’emanazione nordista neanche tanto apprezzata. Anche perché una cosca non la si inventa dall’oggi al domani: la ‘Ndrangheta ha regole precise che non cambiano a seconda delle città“.

Davi ha svelato di conoscere personalmente la famiglia Pesce: “Ho intervistato Vicenzo Pesce detto ‘Sciorta’, cugino di secondo grado di Testuni, e sono stato all’inaugurazione del loro pub. Ero l’unico cronista invitato nel bar che era stato aperto nella zona industriale di Rosarno dal figlio Giuseppe (non è che li conosco solo dai faldoni…). È una famiglia con precise regole tribali a cui di certo il fighettismo ‘ndranghetistico milanese non si sottrae“.

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