Anche la scuola calabrese favorisce l’integrazione di minori stranieri, ma… | DATI

L'approfondimento del Prof. Guido Leone (già Ispettore tecnico USR Calabria) su integrazione e inclusione nelle scuole della Regione

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“Nei giorni scorsi il Ministero dell’Istruzione ha presentato il focus dell’ultima indagine sugli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole di ogni ordine e grado del nostro Paese relativi all’anno scolastico 2018-2019. Gli esiti confermano che la multietnicità è divenuta una realtà significativa anche della scuola calabrese e, comunque, un elemento strutturale del nostro sistema scolastico. Dall’espansione delle consistenze e delle nazionalità degli alunni stranieri consegue che un numero sempre più crescente di operatori e famiglie è coinvolto nelle problematiche di accoglienza e di integrazione di questi bambini e ragazzi. E’ importante, quindi, approfondire il fenomeno che di seguito analizzeremo nelle sue particolarità”. Comincia così l’approfondimento del Prof. Guido Leone (già Ispettore tecnico USR Calabria).

Costante crescita degli alunni stranieri

“Le prime rilevazioni di alunni non italiani nelle scuole italiane risalgono all’83/84,quando ne furono contati 6.104.In tutti questi anni anni gli alunni non italiani sono aumentati passando a 914.860, come da ultimo censimento ministeriale, con un incremento di ben 42.500 unità (+4,9%) rispetto all’anno precedente, che aveva subito, dopo la diminuzione del 2020/2021, un nuovo, seppur lieve, aumento.

Anche in termini percentuali si registra un maggior aumento della presenza degli alunni con cittadinanza non italiana rispetto all’anno precedente (11,2% contro 10,6%). Diminuisce tuttavia il totale degli studenti di quasi 103 mila unità (pari a -1,2%) a causa del calo degli studenti italiani (oltre -145.000 unità) che supera ampiamente l’aumento degli studenti con cittadinanza non italiana.

I dati 2022/2023 confermano una maggior concentrazione nelle regioni settentrionali (65,2%), a seguire nelle regioni del Centro (23,3%) e infine del Mezzogiorno (11,5%). In rapporto alla popolazione scolastica totale, l’Emilia-Romagna registra il valore più elevato di studenti con cittadinanza non italiana, seguono Lombardia, Liguria, Veneto. La Calabria si colloca al sedicesimo posto tra le regioni italiane con 13.065 allievi stranieri. Un incremento di 1090 studenti rispetto all’anno precedente”.

La presenza nelle scuole calabresi

“La scolarizzazione di stranieri tenderà a consolidarsi . Gli alunni non italiani ora alla scuola dell’infanzia e alla primaria elementare- le nuove leve scolastiche – rappresentano quasi i due terzi del totale di alunni stranieri. Il futuro inter-etnico siede già sui banchi di scuola. Ed anche sui banchi delle scuole calabresi. Infatti le scuole di ogni ordine e grado della nostra regione sono state frequentate nello scorso anno scolastico da 13.065 allievi ,di cui 2.326 nella scuola dell’infanzia, 4.029 nella scuola primaria, 2.643, nella scuola secondaria di 1° grado e 3.887 nella scuola secondaria di secondo grado”.

“La provincia di Cosenza è questa volta tra le consorelle calabresi quella a maggior incidenza del fenomeno. Infatti, le scuole di ogni ordine e grado della provincia cosentina sono state frequentate da 4.663 allievi con cittadinanza non italiana, così distribuiti per ordine di scuola: infanzia 867, primaria 1504, I grado 933, II grado 1359. A seguire Reggio Calabria con 4.015 allievi, di cui nelle scuole dell’infanzia 617, nella primaria 1246, al I grado 790, al II grado 1362. Poi, Catanzaro con 2497, di cui 499 infanzia, 822 primaria, 532 I grado, e 644 II grado. Quindi, Crotone con 968, distribuiti come segue 183 infanzia, 325 primaria, 215 I grado e 245 II grado. Infine, Vibo Valentia con 922 allievi, di cui 160 infanzia,312 primaria,173 I grado e 277 II grado”.

“Nel dettaglio, la distribuzione degli studenti in base al voto conseguito evidenzia che, tra gli studenti con cittadinanza non italiana diplomati con la sufficienza, il 43,5% si iscrive agli istituti tecnici, il 37,2% agli istituti professionali, un altro 3,0% ai corsi regionali di istruzione e formazione professionale e il rimanente 16,3% ai licei. Inoltre, optano per l’istruzione e formazione regionale in numero maggiore gli studenti maschi (3,4%) rispetto alle studentesse (2,3%). In ogni caso, gli alunni diplomati con sufficienza scelgono soprattutto gli istituti tecnici (50,5%), mentre per le ragazze la distribuzione tra i diversi percorsi è più equilibrata (28,1% licei, 31,3% istituti tecnici e 38,2% istituti professionali)”.

“Al crescere della votazione, aumenta la percentuale di studenti che si orienta verso gli istituti tecnici e i licei. Tra gli elementi che incidono sulla prosecuzione degli studi il risultato conseguito all’esame di licenza media appare decisivo. In generale, gli studenti con cittadinanza non italiana sembrano comportarsi in modo simile agli studenti italiani. In ambo i gruppi l’opzione per gli istituti professionali è tanto più frequente quanto più bassa è la votazione conseguita, viceversa quanto più alta è la votazione, tanto più frequente è l’orientamento verso i licei”.

Una vera e propria ONU nelle scuole

“Il quadro ricavabile dai dati dell’indagine riflette una vera e propria ONU disseminata nelle aule scolastiche del Paese. Sono circa 200 i Paesi di cui sono originari gli studenti con cittadinanza non italiana .Una varietà di lingua, culture, etnie, razze. I dati suddivisi per continente evidenziano che la maggior parte degli studenti, ovvero il 44,42%, come in passato ed in lieve aumento, sono di origine europea; seguono gli studenti di provenienza africana (27,25%) ed asiatica (20,27%). Assai più contenuta ma in lieve aumento è la quota degli studenti provenienti dall’America (8,02%) mentre rimane stabile quella degli studenti provenienti dall’Oceania (0,03%)”.

“Alcune comunità sono di gran lunga più rappresentate rispetto ad altre. Tra i Paesi europei la cittadinanza più rappresentata si conferma quella Rumena. Nell’insieme, gli studenti di origine rumena e albanese rappresentano quasi un terzo degli alunni stranieri in Italia. I minori stranieri in Calabria provengono per lo più dall’Europa, dall’Africa e dall’Asia. Sono in tutto 80 le cittadinanze rappresentate nella nostra regione , tra queste primeggia quella romena e a seguire quella albanese, marocchina, cinese, ucraina, egiziana e indiana”.

Alunni con cittadinanza non italiana nati in Calabria e a Reggio

“Nell’A.S. 2022/2023, per la prima volta, si registra una diminuzione della percentuale di presenze di seconda generazione, la cui crescita costante fino all’anno precedente aveva caratterizzato nel tempo l’evolversi della presenza degli studenti con retroterra migratorio. Nel quinquennio 2018/2019-2022/2023 il numero degli studenti con cittadinanza non italiana nati in Italia è tuttavia stato significativo passando da 553.176 a 598.745 unità registrando così un incremento di oltre 45 mila unità, mentre la variazione percentuale è stata del +8,2% contro il 10,8% del quinquennio 20217/2028 – 2021/2022”.

“Nell’ultimo anno invece, la crescita dei nati in Italia in valore assoluto è stata di 9.759 unità in totale (+1,7%), mentre la quota sul totale degli studenti di origine migratoria è arrivata al 65,4%, registrando oltre due punti percentuali in meno rispetto al 2021/2022 (67,5%). I minori stranieri nati in Italia sono in Calabria 5499 così distribuiti: infanzia 1.316, primaria 2.049, media inferiore 1095, superiore 1039. Nell’A.S. 2022/2023 aumentano anche gli studenti che frequentano per la prima volta una scuola italiana. Sono stati 29.186”.

“Nella nostra regione l’anno scorso il totale è stato di 434, di cui a Reggio Calabria 135, a Vibo Valentia 22, a Catanzaro di 63, a Crotone di 12 e a Cosenza di 102. Gli studenti con cittadinanza non italiana nati in Italia sono più orientati verso gli istituti tecnici e a seguire i licei, invece, gli studenti nati all’estero dopo gli istituti tecnici scelgono gli istituti professionali”.

“In particolare, nell’a.s. 2022/2023 il 40,3% degli studenti nati in Italia frequenta gli istituti tecnici, il 36,7% i licei, il rimanente 23,0% gli istituti professionali o i percorsi IeFP. Per gli studenti nati all’estero, la distribuzione presenta un andamento diverso: al primo posto resta la scelta dell’istituto tecnico con il 38,0%, a seguire i percorsi professionali con il 33,6%, e al terzo posto i licei con il 28,3%”.

“Le distanze tra gli studenti italiani e quelli di origine migratoria rimangono sempre notevoli. Nell’a.s. 2022/2023 gli studenti italiani in ritardo sono il 7,9% contro il 26,4% degli studenti con cittadinanza non italiana. Il massimo divario si riscontra nella scuola secondaria di II grado dove le percentuali dei ritardi diventano rispettivamente 16,0% e 48,0%”.

Problemi aperti

“Resta fondamentale per la scuola la disponibilità di mediatori linguistici e culturali, di facilitatori didattici, con i corsi di appoggio e di tutoring per gli alunni stranieri, col sostegno economico più allargato per le scuole che ospitano numeri alti di immigrati. Anche le nostre scuole reggine e calabresi in questi anni hanno sperimentato modelli organizzativi diversi, pratiche per l’accoglienza, azioni di approccio al processo di integrazione. Insomma, sia pure con fatica le istituzioni scolastiche si sono caratterizzate per una pedagogia dell’accoglienza e dell’integrazione. Ma non ci nascondiamo che, tra le difficoltà che determinano l’insuccesso scolastico, la barriera linguistica e culturale è quella più rilevante, primo anello di una catena di esclusioni che si amplificano via via che si sale nel grado di istruzione”.

“Ecco perché non si può pensare ad una azione educativa della scuola che sia avulsa dal contesto educativo delle città e, viceversa, le azioni delle amministrazioni comunali sarebbero velleitarie se non sono coordinate con le azioni di tutti gli altri soggetti, di cui la scuola è uno dei più importanti. Occorre affrontare il problema con un rafforzamento della cooperazione tra scuola e città e nell’attuazione di politiche efficaci di integrazione sociale. Intanto va sottolineata una misura significativa, voluta dal Ministero e contenuta in un decreto recentemente approvato per ora solo dalla Camera dei Deputati riguardante, appunto, i minori stranieri che dovranno acquisire una conoscenza adeguata dell’italiano con corsi obbligatori e docenti dedicati. La misura prevede l’introduzione di insegnanti di italiano L2 che dovrebbe entrare in vigore a partire dall’anno scolastico 2025-26”.

Diritti di cittadinanza

“Si tratta delle seconde generazioni, un segmento particolare della popolazione scolastica di origine straniera, con esigenze e bisogni educativi diversi da quelli degli allievi di recente immigrazione. Hanno in comune con i ragazzi italiani la stessa scolarizzazione, parlano quasi sempre la nostra lingua, hanno gusti e interessi uguali o simili ai coetanei italiani. Non presentano in genere criticità scolastiche particolari. Li rende diversi solo la pelle, la religione, l’origine”.

“Insomma, la cosiddetta seconda generazione ha un altro tipo di impatto sul sistema scolastico italiano in quanto l’ostacolo non è la lingua, problema maggiori per un ragazzo immigrato. Il nascere e crescere nel Paese ospitante può fungere già come una sorta di ammortizzatore sociale. Ma non basta. Giustamente con sempre maggiore consapevolezza e determinazione reclamano la revisione della normativa in materia di cittadinanza”.

“E’ quanto mai opportuno rimuovere ogni inutile incertezza o ingiustificata difficoltà burocratica nei percorsi di acquisizione della cittadinanza italiana, in particolare per gli stranieri nati in Italia che desiderano scommettere sul nostro paese. Rendere meno vago il loro futuro, dando loro quella fiducia che fino a oggi è stata loro negata da un codice della cittadinanza anacronisticamente difensivo, ci pare un modo sensato per aiutarli a investire nella propria istruzione”.

 

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