Reggio Calabria, nuovi sogni per la Casetta Blu della SS106: parla la proprietaria | INTERVISTA

Reggio Calabria, la Casetta Blu della SS106 avrà nuova vita grazie all'Associazione fondata dalla proprietaria Maria Antonietta Zuccalà

  • casetta blu pellaro ss106
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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StrettoWeb

“Benvenuti alla Casetta Blu, luogo del cuore, luogo della memoria di chi da sempre, andando o tornando dal mare lungo la statale 106, ha affrontato le lunghe code estive, luogo magico su cui si è tanto sognato e immaginato, diventato icona del territorio, un simbolo che profuma già di Casa, per chi fa ritorno in questa terra. Tutti coloro che negli anni hanno guardato questa casa hanno lasciato un pensiero, una fantasia, un’immagine, un’ emozione, un ricordo: questa è la casa delle streghe, delle fate, dei fantasmi, della fata Turchina e di Pinocchio. tutti, fin da piccoli, hanno sognato su questa casa. Tutti, tranne me”.

“Benvenuti alla Casetta Blu, io sono Maria Antonietta Zuccalà, discendente della famiglia che è proprietaria della Casetta Blu da più di 80 anni, e sono l’unica che non ha mai mai sognato su questa casa perché da sempre ho saputo chi fossero i proprietari, se ci fosse davvero una signora vestita di bianco che si affaccia al balcone, quale fosse la storia della casa e soprattutto…come ci si arriva!”

“Sono nata e cresciuta al nord da un papà che giovanissimo ha dovuto lasciare, come tanti, questa terra di Radici per costruirsi altrove una affermata carriera universitaria, lui figlio a sua volta di uno storico avvocato reggino che aveva dovuto lasciare il suo paese, San Lorenzo, allontanandosi dalle sue radici grecaniche per inserirsi nel tessuto sociale della città”.

“Per quasi vent’ anni sono stata avvocato, come mio padre e come mio nonno, e solo poco tempo prima della morte di mio padre mi sono potuta rendere conto del reale valore e significato di questa casa. Che la Casetta blu sia una casa magica per me è comunque una certezza, e non perché abbia mai incrociato qualche fantasma, anche se credo davvero che la signora vestita di bianco ne sia custode e presenza di amorevole protezione, ma perché questa casa è riuscita a “togliersi la polvere da sola”, facendomi comprendere il suo valore e la sua preziosità, che non è data dalla struttura o dalla rendita catastale ma dal prezioso immaginario collettivo che si è formato intorno a lei, dall’attenzione e dall’affetto che milioni di sguardi in tutti questi anni le hanno dedicato, dalla sua capacità di unire sguardi, emozioni e persone”.

“Sarà la vicinanza alla SS 106, a questa strada che nel bene e nel male accompagna le vite di tutti noi, questa enorme ferita inferta negli anni 60 al terreno che circonda la casa, fonte da sempre di difficoltà ma che allo stesso tempo e’ diventata anche fonte di nuove opportunità, perché ha trasformato questa casa in una vetrina, un palcoscenico a cielo aperto e ha permesso a tutti di poterla conoscere; sarà il fascino e l’ inquietudine che un immobile abbandonato trasmette; sarà il richiamo struggente a una bellezza passata, a colori e architetture magnogreche nel mezzo di un paesaggio urbanizzato ma anche violato da un abusivismo selvaggio che ne ha distrutto l’ armonia e la grazia… sarà tutto questo e altri ancora saranno i motivi per cui tanti sguardi continuano da decenni a restare incantati e affascinati alla vista di questa casa, come un irresistibile richiamo alla Bellezza e alla storia di questo territorio”.

“Grazie soprattutto alle migliaia di commenti, ai post sui social che in questi anni si sono scritti, ho compreso che la vera magia della Casetta Blu è la capacità di far unire le persone intorno a lei, di creare aggregazione, di diventare luogo di condivisione e di comunità. Prima fra tutte la comunità di persone preziose, amiche da sempre o che lo sono via via diventate, che si sono riunite negli anni intorno a me e alla casa, per unire le energie di tutti verso un sogno comune. Allora ho capito che il mio compito in questo periodo della mia vita era diventato quello di prendermi cura delle terre e delle proprietà che mi sono arrivate dai miei nonni, per prendermi cura delle mie stesse radici familiari e culturali”.

“La casetta blu per me è stata inizialmente proprio un richiamo a prendere atto di quello che avevamo lasciato o abbandonato, a un prendersi la propria responsabilità per quel che ci era stato affidato, a prendersi cura e rigenerare luoghi e relazioni che ci arrivavano dal passato. Era il 2019 e da allora ho deciso di sperimentare quella che viene chiamata “Tornanza”, ho deciso di tornare in questa terra iniziando col prendermi cura delle Radici, intese proprio come radici, suolo, terreno: mi sono presa del tempo per imparare a progettare formandomi in Permacultura, un metodo di progettazione per gestire sistemi agro ecologici in un’ottica rigenerativa, in risposta alle sfide ambientali del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità”.

“E’ stato fin da allora fondamentale per me prendermi cura anche delle Radici culturali e sociali di questo territorio, lasciando che questo spazio diventasse uno spazio per fare comunità, per condividere arte e cultura, saperi e tradizioni, a partire dal restauro della gebbia che ha visto il coinvolgimento di artisti e artigiani locali (Turi e Iaia di Arte Tuia, che hanno realizzato le preziose piastrelle di copertura)”.

“Nello stesso periodo abbiamo quindi costituito l’ Associazione di promozione sociale “La Casetta Blu a.p.s.”, diventata oggi Ente del terzo settore, per avere fin da allora la possibilità di organizzare in una cornice di trasparenza e legalità attività aperte al pubblico secondo quelli che sono i principi stabiliti nello statuto associativo, tra cui:

– promuovere la fruizione culturale ed artistica e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico del territorio;
– favorire l’espressione della creatività nei campi dell’artigianato, dell’arte, della cultura e dello spettacolo;
– tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico, ambientale e le tradizioni locali con iniziative specifiche quali convegni, laboratori, manifestazioni, dibattiti, eventi, seminari, stage;
– promuovere, in collaborazione con le istituzioni locali, scolastiche e con il mondo dell’associazionismo, azioni di sensibilizzazione e progetti educativi relativi all’arte, al teatro, alla lettura, al cinema e ogni altro aspetto della cultura;
– sviluppare e promuovere la conoscenza della tradizioni e della cultura del territorio anche in rapporto e interscambio con le emergenti realtà dell’immigrazione;
– promuovere nuovi modelli di agricoltura locali, sostenibili, inclusivi e partecipati organizzando percorsi didattici, laboratori in collaborazione con istituti scolastici, enti e altre associazioni

Tra il 2020 e il 2022 abbiamo ospitato qui nel nostro teatro di paglia, chiamato “spazio Agorà” serate musicali, concerti, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri e tanti altri eventi che hanno avuto come filo conduttore la contaminazione positiva di bellezza, cultura, arte e sogni, fino ad arrivare alla trasformazione di questo spazio in un vero e proprio set cinematografico per il cortometraggio di Luigi Parisi “La Casa blu”.

“Negli ultimi anni è stato poi necessario per me un periodo di osservazione, di progettazione, di studio dei luoghi, di progetti sulla casa e delle dinamiche tra le persone per capire dove e come volevo procedere in questo percorso e anche per attendere che arrivassero le persone giuste che mi potessero affiancare e supportare in questa avventura che sta per diventare una visione e un sogno che ci coinvolgerà in tanti”.

“E oggi siamo qui, in questo settembre, mese della ripartenza dopo la pausa estiva, in cui tutto torna ad essere inizio, e noi siamo qui, oggi, tutti insieme “dentro” un luogo fisico, la Casetta blu, uno spazio. Ma vogliamo condurvi anche “dentro” una visione, la nostra; “dentro” un sogno che abbiamo fatto, “dentro” la T.R.A.M.A di una storia che ora racconteremo. La Casetta blu materializza l’essenza della T.R.A.M.A., che sarà anche il nostro Progetto.

T.R.A.M.A è:

T= Terra
R= Radici
A= Accoglienza (filoxenìa)
M= Memoria
A= Agorà

La T.R.A.M.A è anche quella serie di eventi che si susseguono in una storia e che vanno a creare, con le loro connessioni di causa-effetto, il tessuto narrativo. Ma qualsiasi T.R.A.M.A parte sempre da un’idea, che prende forma nel racconto. Raccontare a parole l’idea è un passaggio perciò fondamentale: è il momento in cui gli uditori decidono se iniziare il viaggio insieme ai personaggi per raggiungere la meta, l’obiettivo”.

“L’obiettivo nostro è chiaro, semplice, diretto: desideriamo che la Casetta blu possa esprimere il suo potente valore evocativo, e quindi possa rivestire pienamente il suo ruolo di generatore di sogni e di portatore di memoria. L’autore nello sviluppo della sua T.R.A.M.A può utilizzare flashback, ritorni al passato o flashforward, rimandi al futuro e può ricorrere a vari punti di vista”.

“Da tutte le testimonianze raccolte, i punti di vista ascoltati, ci siamo resi conto che è proprio questo che accomuna l’immaginario collettivo attorno a questa casa: un legame e un’affezione verso la Casetta che viene dal ricordo di un tempo antico, forse anche mai vissuto, ma che contiene “dentro” la volontà di vivere un tempo futuro immaginato, adesso. E non si tratta di un gioco di parole, ma di una richiesta, quella di molti, che è diventata necessità comune ed è ciò che ci ha spinto e ci muove a voler dedicare a questo luogo un progetto degno del suo fascino”.

“Ci siamo, quindi, domandati fin da subito come la Casetta blu potesse inserirsi nella nostra comunità, quale valore di identità storico-culturale potesse rivestire per la città di Reggio Calabria. Come quella idea di passato e di futuro potessero incarnarsi nel suo presente. Con lei e grazie a lei. La prima meta per tutti noi è quindi custodire il presente. E questo è stato ben compreso anche dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria che ha emanato la disposizione di tutela per la Casetta su proposta della Soprintendenza ABAP per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. In che modo lavoreremo per custodirlo? Certamente in una direzione qualitativa”.

“La nostra ricerca strategica ha evidenziato due direttrici di intervento:
La prima, in ordine di priorità, fa da cornice a tutto il resto: la realizzazione di un piano di lavoro per la messa in sicurezza dello stabile e la sua ristrutturazione. In questi anni abbiamo portato avanti studi, analisi dello stato di conservazione, diagnosi del degrado progetti di intervento. Si andrà ad intervenire sul tetto, sulle infrastrutture e sulle facciate che non versano in buone condizioni per l’usura del tempo. Le fasi conclusive comprenderanno la documentazione, la valutazione e la comunicazione dell’intervento, per garantire la massima trasparenza ed il coinvolgimento di tutti. Sarà mantenuta l’armonia negli spazi e saranno conservati i particolari rilievi, accostando ciò che è nuovo a ciò che il tempo ha lasciato nel suo passaggio, ma in modo armonico: per noi è fondamentale legare la storia che la Casa ha vissuto con quella nuova che deve iniziare o ricominciare”.

“Conservare la memoria per dare un’identità forte ed unica al luogo, adattandola alle nuove necessità. Chi, mentre percorreva la SS 106 di ritorno da una giornata al mare, osservando i raggi di quel sole caldo che attraversa l’azzurro delle pareti, non ha immaginato una destinazione d’uso della stessa, aspirando per un attimo a divenirne proprietario?”

“La seconda direttrice, di conseguenza, guarda allo spazio esterno nelle sue molteplici possibilità: non sarà un ambiente statico, ma concepito come dinamico, propulsivo ed in continua evoluzione. Vogliamo che La Casetta Blu divenga un Polo culturale e che lo spazio esterno si trasformi in un’Area multifunzione, punto di riferimento e di aggregazione per la cittadinanza. Luogo di apertura verso il territorio, di eventi, di incontro. Di coltura e di cultura. Un luogo per i cittadini e con i cittadini.

Ed eccoci a T.R.A.M.A:

La T di Terra

Dopo il consolidamento dei terrazzamenti di questi anni, il lavoro continuo di rigenerazione del terreno, l’organizzazione del frutteto e delle aiuole delle erbe aromatiche e officinali e l’avvio della coltivazione della canna da zucchero, vogliamo dare vita all’”Ecoparco del bergamotto d’ oro”, uno spazio verde di socialità che valorizzi le specie autoctone del territorio, un centro esperienziale in agroecologia e permacultura per avviare percorsi di formazione per adulti e bambini, orti didattici, laboratori su ecologia, sostenibilità, energie alternative, in collaborazione con gli istituti scolastici della zona, con enti e altre associazioni.

La R di Radici

Radici del suolo ma anche culturali e sociali. Vogliamo creare uno spazio condiviso, con diversi laboratori esperienziali, dove agire insieme per lo sviluppo culturale, sociale, economico e ambientale del territorio, valorizzando antichi saperi, arti e conoscenze culturali e artigianali che si stanno perdendo, diventando una prestigiosa vetrina del manifatturiero reggino. Svilupperemo collaborazioni con le Università e le scuole per la creazione di corsi, attività didattiche e laboratori dedicati a percorsi formativi.

La A di Accoglienza (Filoxenia)

L’accoglienza verso chi arriva da lontano è testimoniata dai testi fondatori delle nostre civiltà, dall’epica ai testi sacri, a partire dalla Grecia antica. Filoxenìa è l’amore per il forestiero, come lo intendevano gli antichi Greci, è il valore sacro dell’ospitalità. Cesare Pavese da Brancaleone scriveva alla sorella: “La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca”. Ma oggi, è ancora così? Vogliamo che la Casetta Blu diventi, al suo interno e al suo esterno, luogo di ospitalità, accoglienza, scambio per chi arriva, per i nuovi turisti che vogliano conoscere meglio questo territorio dalle infinite potenzialità turistico-culturali, cosi’ come per chi arriva da lontano e cerca progetti di integrazione, convivenza e collaborazione in questo tessuto sociale, ma anche per chi ritorna, per i tanti reggini che desiderano ritrovare i propri luoghi del cuore.

La M di Memoria

Ricordare il passato per immaginare il futuro. La Casetta Blu vuole diventare spazio della memoria, spazio museale per un passato che permetta di ritrovare luoghi e ricordi ai tanti calabresi e reggini che la diaspora ha disperso nel mondo; ma al contempo vuole integrare antico e nuovo, guardando al futuro delle nuove generazioni. Vogliamo dare il via a progetti di impatto sociale per unire il passato e la tradizione con le competenze moderne, la digitalizzazione, diventare incubatori di imprenditoria sociale per sviluppare soluzioni innovative in risposta alle sfide sociali contemporanee.

La A di Agorà

Vogliamo che lo spazio del nostro teatro di paglia dove abbiamo proposto tutte le attività degli ultimi anni sia un punto di riferimento culturale, artistico e sociale per la città. Pensiamo alla Casetta Blu come un Agorà, uno spazio aperto, una piazza di confronto e di crescita per tutto il territorio Condividiamo con voi e con l’opinione pubblica questi nostri propositi auspicando una visione condivisa e di rete”.

“È sempre più importante ai giorni nostri offrire il bello e misurarsi nel bello. Ma la spada di Damocle, per chiunque voglia affrontare progetti così stimolanti, come questo da noi immaginato ed in parte oggi esposto, sono i costi di gestione del progetto stesso. E solo quando l’imprenditoria privata lavora in stretta sinergia con l’istituzione pubblica illuminata, quando pubblico e privato interagiscono tra loro, la storia ci insegna, è possibile vederne la realizzazione. Valorizzare quest’area può essere un ulteriore elemento di appeal per la nostra città e per la nostra regione”.

“Ne gioverebbero in tanti non solo Reggio Calabria, candidata a diventare capitale della cultura 2027, ma anche le attività intorno. Tutte quelle realtà organizzate che intendano aderire al progetto diventandone partner strategici al fine di facilitare, in prospettiva, l’adesione anche delle persone fisiche, i cittadini, in un processo di allargamento progressivo per piccoli passi. Entrare in sintonia con la realtà locale, con i suoi luoghi, la popolazione, il suo tessuto sociale economico culturale è per noi importante”.

“E se la TRAMA forma il tessuto, vorremmo proprio accogliere nella Casetta blu come simbolo di questo nostro progetto T.R.A.M.A. un telaio antico, e questo sforzo di ricerca per trovarlo è nel ricordo e nella Memoria di chi, nella nostra terra, tesseva. I tessitori sono persone che tengono insieme altre persone, costruiscono legami, generano tessuti sociali tra esseri umani molto diversi l’uno dall’altro per caratteristiche personali, esperienze, provenienza e attitudine. Questa immagine è per noi quotidiano spunto di riflessione, modello di azione. Ogni comunità si alimenta di storie proprie, che ha creato, conservato e tramandato. Che ha tessuto”.

“Stiamo condividendo con voi e con l’opinione pubblica quello di buono che stiamo cercando di mettere in campo per dare lustro alla nostra città, che generi una ricaduta positiva sui cittadini, per entrare in sintonia con gli equilibri esistenti in un circuito di promozione turistica sempre più interessante, in forte integrazione con il territorio, in forte integrazione con l’impresa locale. Essenziale il coinvolgimento dei cittadini non solo alla dimensione culturale ma collettiva; necessari gli interventi condivisi con l’amministrazione. E’ un progetto che vale la pena raccontare bene, a tutti, ed il processo inizia oggi”.

“Noi lanciamo il sasso nello stagno, tutti avranno modo di valutare attraverso il documento che abbiamo prodotto se questa è una idea valida, sostenibile nel tempo e se vogliamo scommetterci tutti quanti come comunità ma ci vuole un riscontro da parte die cittadini e degli amministratori locali, perché questa è una cosa che non si fa da soli serve la collaborazione di tutti gli attori. Il progetto ha un forte contenuto quindi di alta qualità e la Casetta blu può essere un volano in un contesto economico difficile, una novità molto positiva. Vogliamo accendere una grande attenzione su questo progetto perché noi ci crediamo molto. È una bella sfida e responsabilità”.

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