Ponte sullo Stretto, i cavernicoli sono anche codardi: clamorosa istanza di “oscuramento dei nomi dei ricorrenti” nella class-action di Roma

Ponte sullo Stretto, clamoroso retroscena dalla sezione imprese del tribunale di Roma dove l'8 novembre si terrà l'udienza promossa dai 104 No Ponte

StrettoWeb

Non solo cavernicoli, ma anche codardi. I 104 No Ponte che lo scorso 17 giugno hanno presentato una class action presso la sezione imprese del tribunale di Roma contro la Società Stretto di Messina Spa, ne stanno combinando una al giorno. L’udienza, fissata per il 27 settembre, è stata rinviata all’8 novembre per un inadempimento processuale dei ricorrenti, che avevano dimenticato di effettuare la notifica al pm! Adesso dal tribunale capitolino emerge un nuovo retroscena che ha connotati alquanto singolari: i ricorrenti, infatti, hanno chiesto al giudice l’oscuramento dei loro nomi, interpretando in modo fuorviante la legge sulla riservatezza e la privacy che invece riguarda differenti fattispecie giuridiche.

L’oscuramento dei nomi dei ricorrenti, infatti, può essere ammesso e giustificato in casi estremi che riguardano processi personali, come ad esempio quelli inerenti la riservatezza quali i dati sanitari, le separazioni e divorzi, o casi che prevedono la necessità di tutelare la parte offesa ove vittima di stalking, minacce o esposta a ritorsioni anche da parte di organizzazioni criminali.

In questo caso, invece, la richiesta di oscuramento riguarda interessi collettivi e diffusi: la pubblicazione dei nomi dei ricorrenti è alla base del ricorso stesso, anche nel merito. Queste 104 persone, infatti, hanno fatto ricorso per tutelare un “interesse collettivo e diffuso” quale sarebbe quello di non realizzare il Ponte sullo Stretto, ma per testimoniare questo diritto dovranno fornirne innanzitutto valide motivazioni di appartenenza territoriale.

La domanda fondamentale è: che interessi hanno questi ricorrenti? E adesso perché fanno istanza di oscuramento dei loro dati personali? Non vogliono far conoscere i loro nominativi perché temono di perdere il ricorso e di essere esposti al pubblico ludibrio? O, circostanza ancor più seria, non vogliono essere identificati per non essere esposti alle conseguenze amministrative e civili di eventuali anomalie immobiliari? Sarebbe davvero clamorosa quest’ultima ipotesi!!!

I 104 No Ponte hanno basato il loro ricorso sul fatto che “amano lo Stretto“. Ma l’amore è un tema metafisico, non giuridico: rileva tutele finanche in letteratura o in filosofia, ma non nel certo nel diritto. I ricorrenti, quindi, dovranno dimostrare qual è il loro interesse giuridico e per farlo non potranno non esporsi personalmente. E invece adesso si dimostrano come codardi con la richiesta di cancellazione dei nomi: è la dimostrazione che oltre al danno della sconfitta processuale temono anche la beffa di ulteriori conseguenze legali?

Dall’altro lato ci sono la Società Stretto di Messina che preserva il preminente interesse nazionale alla realizzazione dell’opera e i 140 contro-ricorrenti che sostengono la realizzazione del Ponte, tutti cittadini dell’area dello Stretto.

Entrambi chiederanno che il ricorso venga considerato inammissibile per varie ragioni basilari e vogliono dimostrare che non solo il governo ma anche la maggioranza dei cittadini, come tuttavia già emerso in tutte le ultime consultazioni elettorali, è favorevole alla costruzione del Ponte: l’unico interesse diffuso e collettivo è quello di farlo. E infatti i 140 si sono tutti orgogliosamente esposti con nome, cognome, identità personale e senza nulla da nascondere.

Sostenitori del Ponte per la libertà di spostamento e lo sviluppo del territorio, senza alcun interesse personale che invece continua ad alimentare la becera battaglia dei No.

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