Fusioni dei Comuni e riforme: ma in Calabria esistono vere città? I DATI

In Calabria ci sono tanti paesi e poche, pochissime, città: i dati demografici sono falsati dalle unioni tra Comuni, anche i più grandi. Il punto della situazione

StrettoWeb

In Calabria è in corso l’ennesimo iter di fusione dei Comuni: Cosenza, Rende e Castrolibero hanno già avviato la macchina burocratica per fondersi in un’unica città. Le operazioni amministrative sono così avanzate che il 1° dicembre si terrà il referendum e, in caso di esito positivo che appare scontato, i tre comuni dovrebbero unirsi formalmente nel 2027. Tra poco più di due anni, quindi, Cosenza (64 mila abitanti) diventerà la seconda città della Calabria grazie alla fusione con Rende (37 mila abitanti) e Castrolibero (9 mila abitanti), salendo così a 110 mila abitanti. Una scelta coerente con il tessuto urbanistico locale: i tre centri, effettivamente, hanno una totale soluzione di continuità sul territorio. Sono attaccati.

In questo modo, il nuovo Comune di Cosenza conterà 110 mila abitanti e sarà il secondo in assoluto della Calabria dietro Reggio (170 mila), superando Catanzaro (84 mila), Corigliano-Rossano (74 mila) e Lamezia Terme (67 mila). Al sesto posto rimarrà Crotone (58 mila), poi Vibo Valentia (31 mila) e a chiudere la top ten Castrovillari (20 mila), Montalto Uffugo (20 mila) e Gioia Tauro (19 mila).

Le fusioni di Corigliano-Rossano e Lamezia Terme

Ma se Cosenza raggiungerà i 110 mila abitanti solo grazie alla fusione con altri due comuni limitrofi, bisogna evidenziare che anche due comuni che oggi la precedono nella classifica per abitanti sono frutto di una precedente unione: Corigliano-Rossano ha raggiunto i 74 mila abitanti solo grazie alla fusione (molto più controversa) del 2018 quando Corigliano Calabro contava 39 mila abitanti e Rossano 35 mila. I due centri urbani non sono neanche limitrofi: distano 15 chilometri uno dall’altro. E la popolazione è distribuita in un’enormità di frazioni quali Schiavonea, Corigliano Scalo, Rossano Stazione, tutti grandi e distanti tra loro che potrebbero fare addirittura comune a sé.

Più datata la storia di Lamezia Terme, ma il concetto rimane lo stesso: è un’unione di paesi, che si è costituita in un unico Comune nel 1968 con la fusione di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia. Se non fossero uniti amministrativamente, i tre centri separati oggi conterebbero 40 mila abitanti a Nicastro, 22 mila a Sambiase e 5 mila a Sant’Eufemia.

Alla luce di questi dati, sembrerebbe che i principali Comuni della Calabria almeno in termini di popolazione siano Catanzaro (84 mila abitanti) e soprattutto Reggio Calabria (170 mila abitanti). Ma non bisogna dimenticare che anche Reggio Calabria è, per come la conosciamo oggi, frutto di un’unione di Comuni avvenuto in epoca fascista, nel 1927.

La nascita della “Grande Reggio”

Infatti, quando il fascismo salì al potere negli anni ’20, Benito Mussolini avviò una serie di politiche volte a rafforzare l’identità nazionale, a modernizzare le città italiane e a centralizzare il controllo dello Stato. In questo contesto, molte città italiane furono soggette a grandi trasformazioni urbanistiche, politiche e amministrative. Tra queste, anche Reggio Calabria che comunque era sempre stata la città di riferimento della Calabria, la più antica, la più importante e la più grande.

La creazione della cosiddetta “Grande Reggio” avvenne nel 1927, durante il regime fascista, come parte di una serie di riforme amministrative volute dal governo di Mussolini. La decisione faceva parte di un più ampio progetto di razionalizzazione e accentramento amministrativo, che mirava a rafforzare il controllo del governo centrale sulle aree periferiche e a promuovere lo sviluppo urbano attraverso l’incorporazione di comuni limitrofi.

L’idea di “Grande Reggio” comportava l’espansione del territorio amministrato dal Comune di Reggio Calabria, inglobando diversi comuni circostanti. Tra questi comuni, figuravano i territori – che fino al momento erano comuni a sé – di:

  • Catona
  • Rosalì
  • Gallico
  • Villa San Giuseppe
  • Podargoni
  • Cataforio
  • Gallina
  • Pellaro

Questa espansione territoriale, che portò alla fusione di vari comuni autonomi con Reggio Calabria, aveva l’obiettivo di rafforzare la città dal punto di vista politico, demografico ed economico, trasformandola in un grande centro metropolitano capace di competere con altre città del sud Italia, come Napoli o Palermo.

Il regime fascista vedeva nell’espansione di Reggio Calabria un modo per promuovere la modernizzazione e la crescita economica del sud Italia. Il Mezzogiorno, tradizionalmente più povero e sottosviluppato rispetto al nord del Paese, era una delle priorità del fascismo nel tentativo di creare una nazione più unitaria e coesa.

Sono passati 97 anni dalla nascita di Reggio Calabria come la conosciamo oggi: senza quel passaggio nella storia della città, il Comune di Reggio Calabria inizierebbe a Santa Caterina e finirebbe sulle bretelle del Calopinace. A proposito, mancano tre anni al Centenario della Grande Reggio e in città non c’è un barlume di organizzazione di celebrazioni per un passaggio storico che ha posto le basi per la Reggio di oggi. Sarebbe opportuno iniziare a preparare qualcosa di grande.

Ma torniamo all’analisi della città.

E’ vero che anche i Comuni di Sbarre e Ravagnese vennero inglobati a Reggio Calabria solo nel 1927, ma oggi si sono sviluppati in totale continuità urbanistica, sociale e infrastrutturale con il centro di Reggio. Discorso diverso, molto diverso, per Archi, Catona, Gallico, Gallina, Pellaro e tutte le frazioni collinari che mantengono tuttora una certa autonomia di servizi, indipendenza sociale anche in senso di appartenenza, e distanza geografica dal centro città.

Oggi, secondo l’ultimo censimento, nell’ottava circoscrizione della città (Catona, Salice, Rosalì e Villa San Giuseppe) vivono 12.500 persone; nella nona circoscrizione (Gallico e Sambatello) altre 11 mila persone; ad Archi invece vivono 8 mila persone. Nelle frazioni collinari di Ortì, Podargoni e Terreti vivono poco meno di 2 mila persone mentre a Cannavò, Mosorrofa e Cataforio vivono 6 mila persone. Abbiamo inoltre 7.500 abitanti a Gallina e 13 mila residenti a Pellaro. Questo significa che senza anche solo una parte delle annessioni del 1927, se solo i Comuni più lontani e indipendenti dal centro di Reggio Calabria, fossero ancora oggi Comuni a sé, anziché contare 170 mila abitanti, Reggio Calabria conterebbe 110 mila abitanti, di cui comunque la maggioranza nei quartieri che in ogni caso nel 1927 erano fuori dai quartieri comunali  di allora (18 mila a Sbarre, 17 mila a Ravagnese, 16.500 a Gebbione).

Il dato è molto interessante perchè fornisce il reale quadro demografico della città, con il numero di abitanti in rapporto alla superficie di riferimento.

panoramica reggio calabria dalla zona sud foto dall'alto
Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb

Ulteriori eventuali fusioni di comuni: i casi della locride e della piana di Gioia Tauro

Al momento non è neanche nell’agenda della politica, ma qualora dovesse proseguire il trend della fusione dei Comuni, ci sono alcune realtà urbane nella provincia di Reggio Calabria che sono effettivamente molto legate sotto tutti i profili: hanno continuità urbanistica e territoriale e comuni servizi e infrastrutture. Senza esagerare, e quindi considerando soltanto i centri davvero legati tra loro in modo praticamente continuo, nella locride potrebbero unirsi in un solo comune gli attuali Siderno (18 mila abitanti), Locri (12 mila abitanti) e Marina di Gioiosa Jonica (6.500 abitanti), formando un unico comune costiero della locride con oltre 36 mila abitanti. Da questo comune eventuale abbiamo escluso Roccella Jonica e anche Gioiosa Jonica, che sono più lontane (altrimenti, se ci fosse la stessa logica di Corigliano-Rossano, si potrebbero includere per formare un unico comune di oltre 50 mila abitanti).

C’è poi il caso della piana di Gioia Tauro: anche qui preferiamo andarci cauti e non applicare il modello Corigliano-Rossano, che riteniamo assolutamente azzardato (molto più di quanto non lo sia quello di Cosenza-Rende-Castrolibero, che sono davvero attaccate). Mantenendo l’autonomia dei principali centri più distanti della piana, quali Palmi, Rosarno, Taurianova, Cittanova e San Ferdinando, si potrebbe ipotizzare una fusione tra Gioia Tauro (19 mila abitanti) e Rizziconi (8 mila), e soprattutto tra Polistena (10 mila), Cinquefrondi (6.500), Melicucco (5.000) e Anoia (2.000), che sono tutti limitrofi e insieme farebbero un unico comune di oltre 23 mila abitanti.

Proprio nei giorni scorsi il governatore Occhiuto ha lanciato l’allarme: in Calabria ci sono troppi comuni e hanno troppe difficoltà. Il Presidente ha quindi proposto una riforma per ridurre il numero di sindaci nella nostra regione e migliorare l’efficienza dei Municipi, colpiti da dissesto finanziario e mancanza di risorse.

E se Villa San Giovanni diventasse una frazione del Comune di Reggio Calabria?

Secondo questa teoria, anche Villa San Giovanni potrebbe diventare un altro quartiere di Reggio Calabria. Con Catona la continuità territoriale c’è. In termini demografici non cambierebbe molto (con 12.700 abitanti, Villa San Giovanni riporterebbe semplicemente Reggio poco sopra i 180 mila residenti, che sono sempre di meno di quelli che aveva una decina di anni fa). Ma sarebbe strategico per avere un unico comune sulla sponda calabrese dello Stretto, esattamente come Messina dall’altro lato, in Sicilia.

E se, lato Sud, anche Motta San Giovanni (6 mila abitanti) venisse inglobata amministrativamente a Reggio, avremmo un unico comune a coordinare il territorio da Santa Trada a Capo d’Armi, quindi in tutta l’Area dello Stretto. Per rendere l’idea, farebbero parte del territorio di Reggio Calabria sia Cannitello che Lazzaro. Il comune reggino sarebbe senza ombra di dubbio molto più ricco e importante.

I Comuni della Calabria per abitanti con le fusioni

Alla luce di quanto abbiamo analizzato sopra, possiamo elencare i primi 10 Comuni della Calabria per numero di abitanti in base a tutte le fusioni già formalizzate o in corso di formalizzazione (è il caso di Cosenza-Rende-Castrolibero):

  1. Reggio Calabria 170 mila
  2. Cosenza 110 mila
  3. Catanzaro 84 mila
  4. Corigliano-Rossano 74 mila
  5. Lamezia Terme 67 mila
  6. Crotone 58 mila
  7. Vibo Valentia 31 mila
  8. Castrovillari 20 mila
  9. Montalto Uffugo 20 mila
  10. Gioia Tauro 19 mila

Invece, ecco l’elenco dei primi 10 Comuni della Calabria qualora non ci fosse mai stata alcuna fusione tra Comuni limitrofi:

  1. Reggio Calabria 110 mila
  2. Catanzaro 84 mila
  3. Cosenza 64 mila
  4. Crotone 58 mila
  5. Nicastro 40 mila
  6. Corigliano Calabro 39 mila
  7. Rossano 35 mila
  8. Vibo Valentia 31 mila
  9. Sambiase 22 mila
  10. Castrovillari 20 mila

In Calabria, quindi, esistono vere città?

La definizione di città in base al numero di abitanti varia a seconda delle fonti e dei criteri adottati dai diversi paesi e istituzioni. Non esiste una soglia univoca riconosciuta a livello globale, poiché il concetto di “città” è legato a fattori amministrativi, storici e geografici oltre che a parametri demografici. Tuttavia, è possibile delineare alcune tendenze generali:

Definizione amministrativa vs. demografica

  • Definizione amministrativa: Molti paesi definiscono una città in base a criteri legali o amministrativi piuttosto che al numero di abitanti. Ad esempio, in Italia, la qualifica di città è assegnata tramite decreto presidenziale e può essere riconosciuta a centri urbani anche di modeste dimensioni.
  • Definizione demografica: Alcuni istituti statistici o urbanistici adottano criteri legati al numero di abitanti per definire un centro urbano come città. Questo criterio può variare notevolmente da paese a paese.

Soglie demografiche comuni per definire una città:

  1. Città piccole: Secondo alcune fonti, un agglomerato urbano con almeno 10.000 abitanti può essere considerato una piccola città. Questo criterio è spesso utilizzato nei paesi europei, dove molti centri urbani con questa dimensione hanno infrastrutture e servizi propri delle città.
  2. Città medie: Un agglomerato urbano che supera i 50.000 abitanti è generalmente riconosciuto come una città di dimensioni medie in vari contesti internazionali.
  3. Grandi città: Le metropoli o grandi città hanno solitamente una popolazione che supera i 100.000 abitanti, anche se questo numero può essere più alto in paesi molto popolosi.
  4. Megalopoli: In contesti con un’alta densità abitativa, una città con più di 1 milione di abitanti può essere considerata una megalopoli. Questa categoria è comune in paesi come Cina e India, ma anche in grandi città del mondo occidentale come New York o Londra. In Italia lo sono soltanto Roma e Milano.

Fonti attendibili e classificazioni

  • ONU: Le Nazioni Unite utilizzano definizioni di città che tengono conto sia della popolazione che dell’estensione fisica dell’agglomerato urbano. La definizione di area urbana o metropolitana (urban agglomeration) si basa su una continuità di edifici e infrastrutture, non solo sul numero di abitanti.
  • Eurostat (Unione Europea): Secondo Eurostat, un centro urbano (urban area) ha almeno 50.000 abitanti, mentre un grande agglomerato urbano (large urban zone) supera i 250.000 abitanti.
  • ISTAT (Italia): L’Istituto Nazionale di Statistica italiano considera un comune come centro urbano quando supera i 10.000 abitanti. Tuttavia, la qualifica formale di città non è legata strettamente a questo numero, essendo assegnata su base amministrativa.

Le città della Calabria

Alla luce di questi dati, possiamo concludere che in Calabria esistono davvero pochissime città. Considerando il numero di abitanti in conformazione urbanistica continuativa, le principali sono sicuramente Reggio Calabria – per distacco la principale – e Cosenza, seguite da Catanzaro. Poi c’è Crotone, che è poco più di una cittadina. E basta. Gli altri sono tanti grandi paesi più o meno uniti in agglomerati amministrativi dal valore demografico esclusivamente virtuale.

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