Messina, un’assemblea per salvare il Piemonte: Accorinti ci sarà?

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ospedale piemonteSi terrà oggi pomeriggio la manifestazione indetta dai sindacati per scongiurare la chiusura dell’Ospedale Piemonte. L’iniziativa, promossa in particolare dalla Cisl e dalla Uil, mira a ripristinare la verità dei numeri: 1.000 parti annui, 32.000 accessi al pronto soccorso generale, 5.000 accessi al pronto soccorso pediatrico e 4.000 a quello ostetrico. Cifre da capogiro, in netto contrasto coi disegni di chiusura del presidio sanitario.

Col passare delle ore molti s’interrogano sulla posizione dell’Amministrazione: Accorinti sarà presente? E se ci sarà, cosa intende fare per evitare che il Piemonte chiuda i battenti? Perché ad oggi la posizione del Sindaco, ossia dell’Autorità sanitaria locale, non è per nulla chiara. Ci si può battere per il diritto alla salute sposando un progetto che giocoforza riduce le strutture ospedaliere cittadine? L’esperienza del Regina Margherita è servita a qualcosa?

Renato Accorinti 04La storia del Piemonte è una storia di riqualificazioni mancate, di errori gestionali che hanno leso i diritti dell’utenza: basti pensare che dopo i fasti del passato, sono circa 70 i posti letto a disposizione dei pazienti. In tal senso è stato quasi grottesco l’andirivieni dell’ultimo mese: da centro neonatale d’eccellenza a punto di supporto per la riabilitazione neurolesi, la confusione nella “exit strategy” ha regnato sovrana, indispettendo gli operatori ed illudendo la città.

Inutile scaricare la responsabilità su Vullo. Il direttore generale, piaccia o meno, fa il suo mestiere: vaglia le norme e si muove con prudenza fra le direttive che provengono da Roma e Palermo. E’ un manager, non ha responsabilità politiche. Accorinti sì: oltre ad essere stato benedetto dalle urne, si è reso artefice di una rivoluzione dal basso i cui contenuti ancora ci sfuggono. Perché se una lista promuove una manifestazione in difesa dell’isola pedonale ma si dimentica d’incalzare il “suo” sindaco sul diritto costituzionale alla salute, qualcosa non va, un cortocircuito ha mandato in tilt il sistema. Non vorremmo che a pagare dazio fossero i messinesi.

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