Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: combattiamo insieme la piaga mondiale

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“La violenza sulle donne è una piaga inaccettabile che colpisce tutto il mondo e soprattutto i paesi in via di sviluppo e che si trovano in situazioni di conflitto”, questo l’appello del segretario generale dell’ONU Ban-Ki-Moon che oggi al Palazzo di Vetro è intervenuto ad una serie di dibattiti organizzati per celebrare la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro il sesso femminile. Sono i giovani soprattutto che devono assumere un ruolo centrale nei confronti di questa problematica che continua ad essere un ostacolo per la piena parità di diritti tra i sessi, ed è per questo che bisogna sensibilizzare ulteriormente sulla prevenzione ed eliminazione degli atti violenti, tra i quali non c’è distinzione, che si parli di stupro o di molestie sul lavoro. Forse si tratta di modelli sbagliati, di confusione tra ciò che è parte di un’indole sessuale e ciò che è degenerazione; il segretario generale ha espresso un’opinione precisa a tal proposito dicendo che “è necessario promuovere modelli sani di mascolinità” e perseguire una politica a tolleranza zero. Gli fa eco Michelle Bachelet, direttore esecutivo di Un Women, che aggiunge: “La violenza sulle donne non è solo un problema del genere femminile”, richiamando l’attenzione dei leader mondiali ed esortandoli a fare qualcosa di più. La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è doppiamente cara alla Bachelet, in quanto verrà festeggiato in concomitanza anche il quindicesimo anniversario della creazione del Trust Fund gestito da Un Women, l’agenzia Onu dedicata al genere femminile; un fondo che finanzia progetti a livello nazionale e locale, ricevendo costantemente contributi da governi, organizzazioni no-profit e privati: si contano fino ad adesso 77 milioni di dollari, raccolti per sostenere 339 iniziative in 126 paesi del mondo, e la domanda continua a crescere.

In Italia non siamo rimasti a guardare. Difatti ci ha pensato l’ambasciatore Antonio Bernardini a ribadire l’importanza del ruolo dei giovani all’interno della missione e a ricordare che il nostro paese c’è: “Si tratta di una sfida globale e l’Italia conferma il proprio sostegno alla campagna Unite e accoglie con favore l’impegno per porre fine ai crimini soprattutto nelle situazioni di conflitto e post-conflitto”. La difesa delle donne in tutti gli ambiti sociali e del privato è una priorità per la politica estera della nostra nazione; in particolare l’Italia si impegna a fronteggiare la problematica delle pratiche invasive, come ad esempio le mutilazioni genitali femminili. Pratiche, ahimè, ancora diffuse geograficamente e culturalmente.

Ricordiamo, inoltre, che in Italia, la violenza è la prima causa di morte o di invalidità per le donne. Diamo a tal proposito un po’ di numeri: il 78,7% ne rimane vittima, ma quasi nessuna lo denuncia alle forze dell’ordine; nella quasi totalità dei casi (94%), gli episodi di violenza si svolgono tra le mura domestiche e il , nove volte su dieci è proprio il partner. Tra abusi, violenze fisiche e psicologiche, stalking, ricordare che è importante sensibilizzare e rafforzare le politiche di assistenza è il minimo soprattutto a livello mondiale. Per Ban la campagna Unite, attiva dal 2008, può rappresentare un’iniziativa importante per unire le forze delle Nazioni Unite a quelle dei governi, della società civile e del settore privato nella lotta alla “pandemia mondiale” della violenza contro donne e ragazze.

Non limitiamoci però solo alle leggi, creare un cambiamento di mentalità ed educazione favorirà una tutela maggiore e consapevole.

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