Immigrazione: primo sciopero dei lavoratori della Piana di Gioia Tauro

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tendopoli-san-ferdinandoLa Cgil del comprensorio di Gioia Tauro scende in campo, insieme alla Flai, la Federazione dei lavoratori dell’agroindustria, a fianco dei lavoratori immigrati che ogni anno giungono in Calabria per svolgere lavori agricoli stagionali, senza tutele e vivendo in condizioni di disagio e di promiscuita’. Il sindacato ha organizzato per l’11 dicembre una “Fiaccolata della solidarieta’ sociale” il cui concentramento e’ stato fissato nella tendopoli dei migranti a San Ferdinando. Per il giorno dopo, in coincidenza con lo sciopero generale nazionale, la Cgil e la Flai hanno proclamato il “primo sciopero generale delle lavoratrici e dei lavoratori migranti della Piana di Gioia Tauro”. “Da troppo tempo – sostiene il sindacato – nella Piana di Gioia Tauro i lavoratori migranti, essenziali all’economia dell’intera area, vivono con pochi diritti ed in condizioni di disagio sociale allarmante e preoccupante. Ad occuparsi di queste persone sono in modo particolare le associazioni sociali e di volontariato come le strutture della Chiesa, Libera, Emergency, la Flai e la Cgil. Nel momento in cui il Governo centrale cancella diritti come l’articolo 18, con la liberta’ di licenziare i lavoratori, alimentando l’ingiustizia e la diseguaglianza e formula riforme del lavoro che aumentano il precariato, si apre una battaglia comune che deve contrastare questi provvedimenti del Governo. Occorre sconfiggere il lavoro nero e, in modo particolare, garantire risorse e strumenti in grado di creare nuova e stabile occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno e nella Piana di Gioia Tauro”. “Chiediamo, altresi’ – afferma ancora la Cgil – la proroga del permesso di soggiorno per chi perde il lavoro, il rilascio del permesso di soggiorno per i lavoratori che si trovano in condizioni di sfruttamento, l’abolizione della Bossi-Fini e l’eliminazione della tassa applicata sul permesso di soggiorno. Si chiede, infine, un salario dignitoso ed una vera politica d’asilo e di accoglienza che rispetti la Costituzione e gli impegni internazionali”.

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