‘Ndrangheta, Reggio Emilia capitale della cosca “Grande Aracri”: i NOMI delle persone coinvolte, c’è anche uno specialista del DNA

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Tutti i nomi delle persone coinvolte nell’indagine Aemilia in Emilia Romagna

carabinieriEra a Reggio Emilia la “capitale” della cosca della ‘ndrangheta Grande Aracri stroncata oggi con la maxi operazione “Aemilia” della Dda dell’Emilia-Romagna. Delle 117 misure restrittive disposte dal gip Alberto Ziroldi di Bologna su richiesta della Procura (pm Marco Mescolini), 54 sono arresti per associazione di stampo mafioso. Ai vertici dell’organizzazione, tra le sei persone indivuate come “promotori” dell’associazione mafiosa, c’e’ Nicolino Sarcone, nome noto e molto discusso a Reggio Emilia, oltre che gia’ condannato per estorsioni e associazione di stampo mafioso. Se Sarcone era ‘a capo’ della zona di Reggio Emilia, Michele Bolognino ‘sovrintendeva’ alla zona di Parma e bassa reggiana, Alfonso Diletto alla bassa reggiana, Francesco Lamanna alla zona di Piacenza, Antonio Gualtieri tra Piacenza a Reggio Emilia. Il coordinamento delle diverse zone, poi, era affidato a Romolo Villirillo. Tutti sono finiti in carcere per associazione di stampo mafioso, cosi’ come gli “organizzatori” Giuseppe Giglio, Salvatore Cappa, Antonio Silipo, Gaetano Blasco e Antonio Valerio. Gli ‘affiliati’ individuati dalla Procura sono di piu’, in totale 68: alcuni hanno avuto misure cautelari per altri reati (Lauro Alleluia, Giuseppe Aiello, Giuliano Floro Vito, Luigi Silipo, Gaetano Oppido, Domenico Amato e Carmine Arena), mentre per altri sei il gip ha rigettato le richieste (ma la Procura fara’ appello). ell’inchiesta ci sono anche otto persone accusate di concorso esterno in associazione mafiosa, ma solo per quattro di loro sono scattate le misure (altre quattro richieste sono state respinte dal gip). Si va da politici e amministratori, come il consigliere Pdl Giuseppe Pagliani e l’ex assessore Giovanni Paolo Bernini, ai funzionari pubblici (come il funzionario del Comune di Finale Emilia Giulio Gerrini; da imprenditori (come Augusto Bianchini di Modena) al giornalista Marco Gibertini (di Reggio Emilia) fino a consulenti bancari e finanziari come Roberta Tattini e Giovanni Summo. Coinvolti anche sette appartenenti alle forze dell’ordine, tra cui l’ex autista del Questore di Reggio, l’agente Domenico Mesiano. Se per 54 persone l’accusa e’ di associazione di stampo mafioso, nell’inchiesta sono contestati molti altri reati, dall’estorsione all’usura, dalle fatture per operazioni inesistenti all’impiego di denaro frutto di reato. E’ scattato anche il sequestro preventivo di beni per 100 milioni di euro. A Sorbolo (nel parmense) e’ finito sotto sequestro un intero quartiere con 200 appartamenti. Tra i principali imprenditori coinvolti Augusto e Alessandro Bianchini, Francesco Falbo e Gino Gibertini. Tra gli arrestati c’e’ anche Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore azzurro Vincenzo, titolare di un’impresa edile. L’indagine della Dda dell’Emilia-Romagna (a cui oltre al pm Mescolini e’ stato applicato per due anni il sostituto nazionale antimafia Roberto Pennisi, grande esperto di ‘ndrangheta) ha preso il via nel 2010 e ha visto al lavoro per anni Carabinieri e Guardia di finanza. Precedenti importanti e punti di riferimento degli inquirenti sono state le precedenti inchieste “Grande drago” ed “Edilpiovra” della Dda di Bologna, ma anche “Scacco matto” e “Pandora” della Dda di Catanzaro.

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