Mafia, arrestato a Catania un boss latitante

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L’hanno bloccato a Caltagirone. Conti Taguali, era ricercato da 14 mesi. Indossava un cappellino e un maglione rosso quando usciva dall’abitazione di un suo fiancheggiatore per salire su un auto e raggiungere un altro covo. A questo punto i carabinieri l’hanno riconosciuto e fermato. Le manette sono scattate anche per il proprietario dell’immobile, Aurelio Faranda. Conti Taguali, al momento dell’arresto armi in pugno, si è rivolto così ai carabinieri: “State sbagliando non sono quello che cercate”. Poi, messo alle strette, ha ammeso la sua vera identita’, e ha chiesto: “Come avete fatto a prendermi?”. Ebbene il lavoro dei militari si è basato molto sull’osservazione con telecamere nascoste, riuscendo a individuare tutti gli ultimi spostamenti del latitante. Catanese per la sua contiguità con la famiglia Santapaola-Ercolano metà, messinese per i suoi interessi a Cesarò e a San Teodoro, Gianfranco Conti Taguali, secondo i carabinieri, ha cambiato decine di rifugi, spostandosi di continuo tra le province di Messina e Siracusa. Egli, tra i pochi boss catanesi di spicco ancora liberi, il pomeriggio dell’11 gennaio era fuggito dal palazzo di giustizia mentre la Corte d’assise d’appello di Catania pronunciava la sentenza di condanna all’ergastolo per lui e per suo cugino, arrestato qualche mese fa. I due sono accusati dell’omicidio di Bruno Sanfilippo Pulici, ucciso il 3 giugno del 2002 in contrada “Vallonazzo” a Cesaro’ (Messina). In primo grado era stato condannato a sette anni.

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