Bovalino (Rc): sarà utile la “forzata” pausa di riflessione amministrativa ?

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Molti paesi tra due giorni andranno alle urne per darsi una nuova governance, e per tanti di essi sarà l’occasione propizia per realizzare quel “cambiamento” che è anche sinonimo di crescita e sviluppo non solo politico ma anche e soprattutto culturale, sociale ed economico

comune di Bovalinodi Pasquale Rosaci– Molti paesi tra due giorni andranno alle urne per darsi una nuova governance, e per tanti di essi sarà l’occasione propizia per realizzare quel “cambiamento” che è anche sinonimo di crescita e sviluppo non solo politico ma anche e soprattutto culturale, sociale ed economico. Tra di essi non figura purtroppo  Bovalino,  in quanto un decreto del Consiglio dei ministri, lo scorso 2 aprile, gli ha tarpato le ali gettando nello sconforto più assoluto un’intera comunità che era pronta a confrontarsi. Alla luce di ciò e nella consapevolezza  che  mettere d’accordo tutti è praticamente difficile se non impossibile, permane l’amletico dubbio se per Bovalino è più proficuo essere amministrati dai “commissari straordinari” (nominati da recente dal Prefetto di Reggio Calabria a seguito dello scioglimento del consiglio comunale decretato lo scorso 2 aprile), o sarebbe stato meglio andare a elezioni amministrative e intraprendere così un nuovo percorso di risanamento e sviluppo sia politico che amministrativo. I commenti registrati in paese, nelle piazze, nei bar ed anche nelle sedi di movimenti politico-culturali e associazioni di volontariato sono piuttosto discordanti tra di loro in quanto ci sono correnti di pensiero che propendono per una salutare ed opportuna  pausa di riflessione”, che servirà sia per riordinare le idee che per individuare gli uomini e le donne da inserire nelle future liste elettorali nel momento in cui il paese sarà chiamato nuovamente ad esprimersi attraverso il voto, e coloro che invece ritengono che sarebbe stato più opportuno andare alle urne subito per eleggere una nuova squadra di governo in grado di realizzare il radicale “cambiamento”, dando così un taglio netto con il passato; abbandonando cioè i vecchi retaggi politici che prediligevano gli “interessi di partito” al bene comune.  A tal proposito nelle tante discussioni, si è anche registrata la proposta da parte di qualche “nostalgico esponente politico” di promuovere un graduale ritorno alle tradizionali forme di fare politica, ossia la promozione delle cosiddette “scuole di partito”, che da sempre hanno rappresentato l’officina dove poter forgiare l’uomo ed il suo pensiero in un tutt’uno al fine di crearne poi il mezzo per soddisfarne non solo i bisogni politici  ma anche e soprattutto quelli personali (forse il “nostalgico” ha vissuto con gli occhi bendati per cinquant’anni e non si è reso conto che lo sfascio, a qualsiasi livello, è stato determinato proprio da questa politica arrogante e clientelare). Ma i  tempi, per fortuna, sono cambiati e oggi che siamo già nel terzo millennio appare quanto mai irrealizzabile un riavvolgimento del nastro e quindi il “ritorno al passato“, vuoi per la mentalità delle nuove generazioni fortemente condizionate dalle continue innovazioni scientifiche e tecnologiche, vuoi per il nuovo assetto geopolitico internazionale che ha sconvolto ed influenzato ogni forma di governo e di democrazia. Pertanto, risulta di estrema attualità quanto asserito da Jean Paul MALFATTI, giovane aspirante poeta e libero pensatore italo-americano nato a Como il 30 giugno 1986, il quale ha affermato: La politica oggi costa troppo e puzza più della spazzatura, quindi inquina l’ambiente e fa male alla salute e alle tasche dei contribuenti”. Tornando alla nostra realtà locale, il lavoro sin qui condotto dai commissari prefettizi ha evidenziato (a “condanna” dell’operato delle precedenti amministrazioni) che anche con modeste risorse economiche ma con un’attenta politica del fare, legata ai reali bisogni della gente, gli interventi che più stanno a cuore (rifiuti, viabilità, isola ecologica, verde pubblico, bonifica rete fognaria, pulizia spiaggia e lungomare, ecc..) si possono concretamente realizzare rendendo il futuro di Bovalino meno incerto e nebuloso, anche se tanto ancora c’è da fare.. Certo le macerie lasciate sul campo dalle precedenti amministrazioni sono di dimensioni paurose, quasi paragonabili ad una ecatombe, e quindi di conseguenza anche il cammino intrapreso nel segno dell’austerità e della legalità appare non privo di gravose insidie. Però è pur vero che i  ritardi e le inefficienza accumulate negli anni non possono essere di certo ripianati o cancellati con un colpo di spugna, ecco perchè è doveroso attendere e dare fiducia all’opera di risanamento dei funzionari pur  rimanendo doverosamente vigili ed attenti nel modo di condurre la macchina amministrativa. Ma poichè di solito non è tutt’oro quello che luccica, è altrettanto doveroso segnalare le inefficienze ancora irrisolte e che attendono una risposta “senza se e senza ma“. Uno dei principali problemi è quello che interessa la “salute e la sicurezza pubblica; la salute, perchè sono troppi i rifiuti di ogni genere ed i materiali di scarto abbandonati in prossimità dei cassonetti che rimangono alla mercè degli animali randagi (altro annoso problema mai affrontato e risolto) che ne fanno scempio per le strade del paese; al riguardo è positivo il riscontro su un regolare smaltimento dei rifiuti soprattutto nelle zone centrali mentre ancora molto c’è da fare per allineare al trend positivo anche le zone periferiche. Il problema non và assolutamente trascurato anzi è da affrontare con urgenza in quanto le giornate stanno diventando particolarmente afose e le previsioni sulla stagione estiva, che è alle porte, non sono delle più confortanti. Mentre per quanto attiene la sicurezza, si segnala la sempre maggiore presenza di capannelli di stranieri (soprattutto rumeni e di etnia rom) che girano indisturbati per le principali piazze del paese tentando di ripulire di quei pochi averi gli ignari pensionati (il problema era già stato attenzionato, ma dai risultati non sembra che siano stati presi dei seri e risolutori  provvedimenti). Con questo quadro alquanto desolante è lecito anche domandarsi a che pro’ è stato realizzato il servizio di videosorveglianza se poi non lo si usa adeguatamente per individuare e colpire gli autori di questi gesti incivili ed inconsulti ?. Inoltre, appare quanto mai opportuno chiedere ai funzionari di valutare attentamente l’ipotesi di riesaminare la pianta organica del corpo dei Vigili Urbani che, in mancanza di nuove assunzioni nell’ultimo trentennio (a parte l’incarico di Comandante), appare del tutto inappropriata nelle proporzioni, infatti abbiamo 1 vigile per ogni 2000 abitanti circa e ciò in un paese civile non è assolutamente tollerabile. Qualora le condizioni economiche non consentissero un minimo margine di manovra, è auspicabile da parte dei cittadini, come fatto in altri comuni, l’istituzione di un servizio di “Ausiliari  del traffico” che contribuiscano a rafforzare la presenza dell’autorità comunale nel territorio e agiscano, al tempo stesso, da deterrente al contrasto della microcriminalità che da noi è sempre più un fenomeno dilagante vista la grande presenza di diverse etnie. Per quanto attiene invece la realtà delle problematiche spicciole, ma al tempo stesso di enorme rilevanza sociale, ci sono da registrare, come accennato anche in precedenti occasioni, positivi segnali rappresentati dalla grande disponibilità manifestata dai vari gruppi e movimenti politici (Agave e Nova Bovalino in primis) a collaborare sinergicamente con i funzionari al fine di realizzare quelle opere che producono risultati tangibili nella vita della comunità, offrendo servizi efficienti e di qualità che migliorano il tenore di vita della popolazione e rendono il paese più bello, attrattivo e vivibile, oltre a rappresentare il segno inequivocabile di una “buona amministrazione”.

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