Messina, operazione Caccia al Cinghiale: chieste pene più leggere in appello

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Gli otto condannati accusati di estorsione ai danni delle imprese che operarono fra Giampilieri e Scaletta

giustiziaUna sentenza più mite: è questa la richiesta proveniente dall’accusa in merito alla cosiddetta “Operazione Caccia al Cinghiale“, concernente le estorsioni perpetrate ai danni delle imprese che hanno operato dopo l’alluvione nel contesto di Giampilieri e Scaletta Zanclea.

Secondo le ricostruzioni delle autorità inquirenti, suffragate da una serie d’intercettazioni, le realtà che avevano vinto regolarmente gli appalti erano state sottoposte a minacce di attacchi incendiari, qualora non avessero versato un obolo illecito pari al 3%.

Fra i condannati in primo grado troviamo Salvatore Culici (13 anni e 8 mesi); Francesco Viola e Antonio Tavilla (7 anni e 4mesi); Giusi Ferraro (5 anni); Filippo Pino, Antonino Briguglio e Agatino Interdonato (3 anni); e Luciano Daidone (1 anno e 4 mesi).

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