Messina, molte spese e poca trasparenza: le accuse che animano lo scontro sul Teatro

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Delibere votate tardi, spese concesse ma non autorizzate ed un ricorso all’Anac che pesa come un macigno sull’immagine dell’Ente

teatro vittorio emanueleL’Ente Teatro è in subbuglio: i vertici direttivi ed il Consiglio d’Amministrazione sarebbero ai ferri corti per i poteri conferiti al Sovrintendente dalla revisione dello Statuto. Poteri che avrebbero alterato le normali dinamiche amministrative. Due consiglieri, in particolare, Moschella e Giacoppo, non apprezzerebbero la metodologia operativa dell’establishment di via Garibaldi. Le critiche sono gestionali: le delibere vengono portate all’attenzione dell’organo puntualmente all’ultimo minuto, allorquando una piena valutazione delle spese ad esse connesse è di fatto impossibile. E muoversi nel ginepraio di numeri fra compensi, oneri contributivi, spese tecniche e via discorrendo diventa perlomeno difficoltoso per gli stessi soggetti che il teatro lo vivono dal di dentro, con buona pace della trasparenza. Basti pensare che la moglie del Presidente Maurizio Puglisi è stata indirettamente assunta come scenografa per la messa in scena di “Comme un Souvenir“, spettacolo presentato la scorsa settimana. Nulla di male, se si trascende il senso di opportunità, che almeno in teoria avrebbe dovuto essere la costante del nuovo corso. Lo stesso spettacolo, inoltre, ha un costo di produzione di circa 160mila euro, cui vanno aggiunti però altri 100mila euro e rotti di spese, concesse ma non ancora autorizzate. Il tutto dopo le denunce della consigliera comunale Nina Lo Presti, la quale aveva indirizzato all’attenzione dell’Anac e del Prefetto una lettera di denuncia, invocando una verifica di legittimità degli incarichi conferiti a Bruschetta e Renzo e contestando parimenti la compatibilità dell’incarico di Puglisi, stante la sua presidenza dell’Associazione Nutrimenti Terrestri.

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