Lombardo e la sua vicenda giudiziaria: “In caso di rinvio a giudizio mi dimetto”

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Il gip di Catania ha disposto a carico del presidente Lombardo l’imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato. Il governatore, davanti ai giornalisti presenti a Palazzo d’Orleans si è espresso così: ”Mi auguro che l’udienza preliminare davanti al gup sia convocata al più presto possibile”. E aggiunge “Non sottoporrò la Regione al fango di un processo: se ci dovesse essere il processo mi dimetterò. Se ci sarà il rinvio a giudizio mi dimetto, non aspetterò nè la Cassazione, nè l’appello, nè il primo grado“. E subito impazzano sul web e ai microfoni i commenti delle parti politiche. ”Lombardo deve dimettersi immediatamente”. E’ quanto scrive su twitter il portavoce dell’Italia dei Valori e candidato a sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Il senatore Fabio Giambrone, segretario regionale siciliano di Italia dei Valori, afferma: “L’imputazione coatta per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio aggravato disposta dal giudice per le indagini preliminari a carico del presidente della Regione Raffaele Lombardo è di una estrema gravità perchè ciò che emerge dalle carte processuali sul presidente Lombardo, al di là della definizione giuridica dei fatti conclamati e del prosieguo della vicenda, impone a chi rappresenta la più alta carica della Regione di sgombrare il campo immediatamente per rispetto delle istituzioni e dei siciliani, già pesantemente offesi dalla condanna definitiva per mafia del precedente governatore Salvatore Cuffaro“. “Prima ancora del giudizio della magistratura – prosegue l’esponente di Italia dei Valori – vale la dimensione etica della politica che non consente a nessuno, tanto meno al vertice politico ed amministrativo della Regione, di intrattenere rapporti, sul cui profilo penale saranno i giudici a pronunciarsi, con boss mafiosi e praticare con essi lo scellerato voto di scambio. Attendiamo da un momento all’altro – conclude – un gesto di responsabilità e di decenza morale da parte di Lombardo che non può essere diverso dalle sue irrevocabili dimissioni“.
Toni più pacati giungono invece da Fli: “Conosciamo Raffaele Lombardo e sappiamo, anche dai suoi atti di governo condivisi da assessori come Caterina Chinnici e Massimo Russo, che è persona ben diversa sia del maestro della Santelli, Cesare Previti, sia dall’ex ministro Romano e dai suoi amici come Pippo Gianni e si comporterà anche in questa circostanza con correttezza e coerenza rispetto alla complessa vicenda giudiziaria che lo riguarda, se e quando dovesse perfezionarsi il rinvio a giudizio”. E’ quanto dichiarano Fabio Granata e Carmelo Briguglio, rispettivamente vice coordinatore nazionale e coordinatore regionale di Fli in Sicilia. E sempre da parte di Fli, anche Nino Lo Presti, deputato e capolista che sostiene Alessandro Aricò come sindaco di Palermo, afferma: “Sono sicuro che il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, che ha chiesto espressamente che l’udienza preliminare davanti al gup sia convocata in tempi rapidi, possa al piu’ presto chiarire la propria posizione“.”Il fatto che il gip abbia chiesto l’imputazione coatta disattendendo alla richiesta della Procura di archiviazione – sottolinea Lo Presti – non significa che Lombardo debba essere necessariamente rinviato a giudizio, anche perchè sarà un altro giudice terzo rispetto a quello che ha chiesto l’imputazione a doversi pronunciare. Fino ad allora e’ bene lasciare lavorare in pace i magistrati“.
Infine, l’assessore regionale siciliano per la Salute, Massimo Russo, pone in rilievo in maniera positiva l’attività svolta dal governo Lombardo: “Sono stato e sono testimone, e in parte protagonista, in questi quattro anni delle attività di un governo regionale che ha disarticolato un sistema di potere che nel passato ha fatto certamente comodo alla mafia. Con fatti concreti e non a parole, il governo presieduto da Raffaele Lombardo ha fatto vera azione antimafia. Proprio per queste certezze, mi viene difficile, se non impossibile, pensare di avere lavorato al fianco di una persona che avrebbe favorito la mafia”. “Da cittadino, prima ancora che da magistrato – ha detto Russo – ribadisco di avere pieno rispetto dei colleghi catanesi. Quella che stanno affrontando è una vicenda complessa e molto delicata sotto tanti aspetti, in cui le ragioni ribadite più d’una volta dai pubblici ministeri non sono state condivise dal gip che ha disposto l’imputazione coattiva del Presidente Lombardo, ritenendo evidentemente che su quegli elementi ci debba essere una pronuncia del giudice. Ecco perchè è necessario attendere la decisione giurisdizionale. Personalmente, sono convinto che Lombardo in quella sede dimostrerà l’infondatezza delle accuse. Per queste ragioni, pur provando grande dispiacere per tutta questa vicenda, continuo ad essere sereno. In certi momenti ci vuole più coraggio a rimanere piuttosto che andare via. Invito il presidente Lombardo – ha concluso – a proseguire la sua azione di riforma con la serietà di sempre e ulteriore senso di responsabilità“.

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