‘Ndrangheta, indagine “Tela del ragno”. Nella storia delle cosche

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Nell’ambito dell’indagine denominata “Tela di ragno”, che oggi ha portato all’esecuzione di 63 misure cautelari, è stato possibile ricostruire i tanti mutamenti all’interno delle cosche del Tirreno cosentino, legate a quelle del capoluogo bruzio, determinati da eliminazioni fisiche e dal clima di contrasti e pace che si e’ alternato nel tempo.250 sono gli indagati e sono stati smascherati anche gli autori di diversi omicidi, che si collocano nella guerra di ‘ndrangheta per la contesa gestione degli affari illeciti sul territorio.Di seguito, riportiamo l’evoluzione storica delle cosche in questione, così come reso noto dalle agenzie. In origine, infatti, la cosca Pino-Sena era alleata sulla costa tirrenica con quella Muto di Cetraro e Basile-Calvano di di San Lucido, mentre la cosca Perna-Pranno-Vitelli era alleata con i Serpa di Paola e Africano-Gentile di Amantea. Dopo la prima guerra di mafia, una riorganizzazione sulla costa tirrenica dovuta ai conflitti nati all’interno della cosca Serpa. Uno dei primi omicidi consumati e’ stato quello di Giovanni Serpa, assassinato a Paola nel settembre 1979. Ne e’ seguita una guerra di mafia durata dieci anni circa. In questo periodo di contrasti e’ stato ucciso Ennio Serpa e si sono consumati i tentati omicidi di Giuliano e Pietro Serpa. Nel procedimento della Dda ci si e’ inoltre soffermati sull’omicidio del cognato di Mario Serpa (figlio di Giovanni Serpa), Alfredo Sirufo. I mandanti ed esecutori di quel delitto sono stati a loro volta uccisi, secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbero Ennio Serpa, Pietro Serpa e Stefano Mannarino. Alla fine degli anni ’90 le cosche cosentine hanno deciso di influire nuovamente su quelle della costa tirrenica attraverso una nuova organizzazione criminale che prevedeva l’azzeramento della conflittualita’, l’eliminazione degli scissionisti, la ripartizione dei territori e la designazione dei rispettivi capi zona.Avrebbero pagato con la vita i dissidenti a questo disegno Marcello Calvano, Vittorio Marchio, Francesco Bruno e Antonio Sena. La causa della conflittualita’ era la ripartizione degli affari e le infiltrazioni nelle opere pubbliche della zona. In tale contesto, la cosca Lanzino-Cicero di Cosenza ha designato Mario Scofano come capo zona di Paola e Fuscaldo, Sergio Carbone a San Lucido, Tommaso Gentile e Pasqualino Besaldo ad Amantea. Secondo quanto emerso dalle indagini, Tommaso Gentile avrebbe commesso estorsioni e avrebbe deliberato, insieme ai suoi uomini, l’omicidio di Luigi Sicoli con il quale erano sorti dissidi, tanto che quest’ultimo era ritenuto il responsabile del tentato omicidio di Giacomino Guido. La cosca Serpa sarebbe stata riunita durante una riunione convocata a casa di Mario Scofano e alla quale parteciparono Pietro Serpa, Giuliano Serpa, Luciano Martello, i fratelli la Rosa e tutti gli altri affiliati al fine di eseguire il progetto criminoso della cosca Lanzino-Cicero. Questo disegno tuttavia e’ stato osteggiato dalla nuova cosca capeggiata da Salvatore Imbroinise. I contrasti erano nati dalle stesse pretese che avevano sugli imprenditori paolani gia’ sottoposti a usura ed estorsione. Da questi fatti sono nati gli omicidi di Carmine Chianello e lo stesso Salvatore Imbroinise.In quello stesso periodo la cosca di Mario Scofano ha tentato di uccidere anche Francesco Tundis perche’ quest’ultimo, oltre a essere ritenuto vicino ai Calvano di San Lucido aveva tentato di consumare un’estorsione ai danni di una famiglia del napoletano, legata a Luciano Martello e altri, che gli aveva noleggiato dei videopoker per la sua sala giochi. E’ accaduto inoltre, a un certo punto, che non venissero piu’ versati i proventi delle attivita’ criminali nella cassa comune da parte degli appartenenti alla cosca di Mario Scofano, cosi’ Giuliano Serpa insieme a Ulisse Serpa e Giancarlo Gravina hanno deciso di scindersi dal gruppo. Da quel momento in poi Giuliano Serpa e Mario Scofano si sono suddivisi il territorio in modo pacifico. Dopo un primo periodo di pax, e’ seguito un nuovo conflitto che ha generato due gruppi. Quello di Mario Scofano, da un lato e il gruppo che faceva capo a Pietro Serpa e Giuliano Serpa, alleatisi nel frattempo con i Bruni di Cosenza, Francesco Tundis di Fuscaldo e Pasqualino Besaldo di Amantea.In questo conflitto si sono concretizzati il tentato omicidio di Giancarlo Gravina (dicembre 2002), l’omicidio di Pietro Serpa (maggio 2003), l’omicidio di Luciano Martello (luglio 2003), il tentato omicidio di Gennaro Ditto, il secondo tentato omicidio di Giancarlo Gravina (agosto 2003), l’omicidio di Rolando Siciliano (maggio 2004). Per un lungo periodo la situazione e’ rimasta calma, poi nell’autunno 2008 e’ riesplosa la faida. A ottobre e’ stato ucciso Antonello La Rosa e un mese dopo Stefano Mannarino a opera dei fratelli Vincenzo e Domenico La Rosa, insieme ad altri. Mannarino era stato individuato tra gli autori dell’omicidio di Antonello La Rosa. Questo omicidio era maturato a causa delle attivita’ illecite svolte a Paola dai La Rosa. Anche la cosca Martello, retta da Francesco e Alessio, figli di Luciano (assassinato nel 2003) ha posto in essere attivita’ illecite in questo periodo, mirate sempre al controllo del territorio e finalizzate anche alla vendetta dell’omicidio del padre.

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