Oggi non è fallita soltanto la Reggina. Questo è il fallimento di Reggio Calabria: la città rimpiange persino Mallamo…

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Il fallimento della Reggina, il fallimento di Reggio Calabria: una città sempre più povera e degradata adesso è priva anche della sua principale rappresentanza sportiva. Mai così in basso da circa 80 anni

reggina rispetto per chi non c'èLa Reggina non c’è più. Il glorioso club amaranto non parteciperà al prossimo campionato di Lega Pro, l’era di Lillo Foti finisce nel peggiore dei modi. Vani i sacrifici dello storico patron amaranto affiancato da un encomiabile Mimmo Praticò. Non c’è stato nulla da fare. Le squadre che non sono riuscite ad iscriversi alla prossima Lega Pro, complessivamente, sono una decina (si attendono solo i verdetti ufficiali). La Reggina è in buona compagnia: Venezia, Varese, Grosseto, Barletta, Monza, Castiglione, Real Vicenza, probabilmente anche Martina Franca e Ischia. Ma questo non è certo un motivo di consolazione per i tifosi mai così tanto demoralizzati.

reggina storiaL’ultimo fallimento della Reggina era stato nel 1986, ma in un contesto completamente differente: grazie al Sindaco Mallamo e ad un gruppo di imprenditori carichi di entusiasmo e passione (tra cui proprio Foti e Praticò), la Reggina Calcio prendeva il posto dell’AS Reggina mantenendo il patrimonio della società, il titolo sportivo, i colori sociali, il nome, la matricola di affiliazione alla FIGC e soprattutto la categoria (anche in quel caso era la terza serie nazionale, l’attuale Lega Pro allora C1, appena conquistata in extremis in una partita spareggio proprio come quest’anno). Oggi la Reggina perde tutto questo, e nel 2015 con il Centro Sportivo Sant’Agata, un parco giocatori di oltre 220 ragazzini e una trentina di dipendenti, la perdita è molto più grave non solo per lo sport ma anche per il tessuto economico e sociale della città. Il tutto accade giorno 14 luglio, una data che segna la storia di questa città come a farsi beffa del proprio destino, dalla Rivolta del 1970 celebrata stamattina sul Lungomare, alla fine della Reggina.

messina reggina 0-1 30 maggio (32)A livello sportivo preoccupa più di ogni cosa il domani. Il boato al gol di Balistreri al minuto 89 dello spareggio playout lo scorso 30 maggio a Messina è destinato a rimanere un ricordo indelebile incorniciato nelle pagine più belle di una storia ultracentenaria e ricca di soddisfazioni. Adesso è ancora troppo presto per ipotizzare scenari sul futuro, sicuramente qualcuno scoprirà per la terza volta consecutiva nel giro di pochi anni che al peggio non c’è mai fine. Coloro che tra 2008 e 2009 speravano nella retrocessione in B perché “così ci divertiamo ed evitiamo le umiliazioni degli ultimi anni, vinceremo facile il campionato” sono arrivati a rimpiangere il 5-0 di Marassi con la Sampdoria scoprendo il sapore delle sconfitte in cadetteria con Gallipoli, Cittadella e Albinoleffe. Poi lo stesso film tra 2012 e 2014, gli stessi hanno sperato nella retrocessione in Lega Pro perché “così ci divertiamo ed evitiamo le umiliazioni degli ultimi anni, vinceremo facile il campionato“, e allora ecco le sconfitte con Melfi, Ischia, Savoia e Vigor Lamezia a far rimpiangere persino il derby perso 1-4 al Granillo con il Crotone lo scorso anno in B. Adesso hanno sperato nel fallimento perché “così ci divertiamo ed evitiamo le umiliazioni degli ultimi anni, ripartiamo dalla D e la vinciamo ad occhi chiusi“. Il futuro molto probabilmente farà rimpiangere lo 0-2 del Granillo contro la Vigor Lamezia, o il 4-0 dell’andata, e anche le sconfitte con Melfi, Ischia e Savoia.

palazzo-campanellaOggi non è fallita soltanto la Reggina. Questo è il fallimento di Reggio Calabria, di tutta Reggio Calabria nessuno escluso. Da registrare come la morte della principale espressione sportiva della città sia avvenuta nell’indifferenza più totale di tutte le istituzioni del territorio, quelle istituzioni che negli anni d’oro del club amaranto in serie A erano artefici del miracolo amaranto, lo sostenevano e ne beneficiavano in termini d’immagine e di sponsor. La Regione Calabria mai come oggi è stata così distante dagli interessi di Reggio e della Reggina, vedi la bocciatura dell’emendamento con cui l’on. Nicolò chiedeva due mesi fa un contributo di 500.000 euro per la formazione dei giovani nel centro sportivo. Pochi spiccioli per la Regione, un’infinitesima percentuale dei soldi che i consiglieri regionali usavano per rimborsarsi gratta e vinci e caffè. Ma tutti hanno votato no, persino i consiglieri reggini della maggioranza del Pd. Sarebbero bastati quei 500.000 euro per risolvere tutto, oggi la Reggina non è riuscita ad iscriversi per una cifra inferiore.

provincia reggioE che dire della Provincia? Il Presidente Raffa è andato ad incontrare due imprenditori della Jonica a 4 giorni dal gong, poi non s’è fatto nulla. Ha chiesto a Tavecchio un’improponibile proroga sulla scadenza odierna, ovviamente la risposta è stata negativa: l’obiettivo era quello di inserire nel bilancio della Provincia un finanziamento di 100.000 euro scarsi per il centro sportivo Sant’Agata. Ma le difficoltà della Reggina erano ben note da tempo, si poteva anzi si doveva intervenire prima.

palazzo_san_giorgioSul Sindaco e sul Comune, infine, è meglio stendere un velo pietoso. La vicenda dello stadio a giugno ha toccato il punto più profondo di una spaccatura senza precedenti nella storia della città. E adesso mentre i tifosi nelle ultime notti non hanno chiuso occhio stretti nella morsa dei brutti pensieri oggi trasformatisi in realtà, il Sindaco dei Selfie è rimasto più di 20 giorni in giro per il mondo, tra USA e Polinesia, per il suo viaggio di nozze. Tanti auguri e figli maschi, Reggio e la Reggina? Amen.

logo Reggina 1914La forza politica reggina oggi è tale da far rimpiangere persino uno come Mallamo, che non è certo stato uno dei Sindaci in cima alla lista di popolarità nella storia della città, ma almeno nel 1986 si impegnò in prima persona per salvare il club e ci riuscì in modo trionfale. Era una Reggio diversa, molto più identitaria, con un grande senso d’appartenenza. Oggi la città è piegata da divisioni e personalismi. Guelfi e Ghibellini. Di voci su strane manovre contro la Reggina ne abbiamo sentite tante un po’ tutti nelle ultime settimane. Da domani vedremo se erano fantasie o se saranno realtà. A prescindere da quello che succederà, oggi chiediamo soltanto “Rispetto per chi non c’è“. E a non esserci più oggi è la Reggina. Nessuno pensi di sostituirla beceramente. La Reggina è solo una. E dalla Reggina bisognerà ripartire. Possibilmente dalla D, altrimenti dall’Eccellenza o nella peggiore delle ipotesi tra qualche anno dopo un totale stop (come la Viola dopo il fallimento del 2007). Ma a fare il tifo per un’altra squadra, per quanto possa riuscire a mascherarsi d’amaranto, i reggini non si abbasseranno mai.

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