L’inferno della SS106: la “strada della morte” che collega Reggio a Taranto

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La Strada Statale 106 è l’arteria più pericolosa d’Italia. Tra Reggio e Taranto sono centinaia i morti per incidenti: è uno stillicidio giornaliero, nel silenzio assordante delle istituzioni

ss106La SS106 Jonica è una delle strade italiane con il più alto tasso di mortalità per chilometro. La “Strada della Morte” è un’arteria lunga 491 chilometri, che inizia a Reggio Calabria e termina in Puglia, a Taranto. Ogni volta che si si transita sulla statale, non si può fare a meno di guardare ai lati della carreggiata: mazzi di fiori e piccole lapidi commemorative scandiscono il percorso.  L’atto di istituzione della statale è stato emanato durante il fascismo, precisamente il 17 Maggio del 1928, con il provvedimento costitutivo n.1094 Da alcuni dati del rapporto Aci-Istat, i dati sulla mortalità sono molto preoccupanti: in media 13 morti ogni 22 incidenti nel tratto cosentino, un morto ogni 9 incidenti nel tratto reggino, molto bassa, invece, la media nel tratto pugliese. Le cause che portano ad incidenti con così tante vittime sono molteplici e vanno ricercate soprattutto nella scarsa sicurezza della strada tra strettoie, innesti, rotonde, incroci e scarsa attenzione di chi guida. Tante sono le associazioni che lottano per la “costruzione” di una nuova arteria più sicura e moderna: “basta vittime sulla SS106”, l’associazione amici di “Raffaele Caserta”, l’Ancadic Onlus di Vincenzo Crea.

Quello che è successo nella giornata di ieri ha dell’incredibile, un incubo senza fine: 4 incidenti gravi in meno di 12 ore nel tratto reggino. Nell’ordine,  prima il sinistro a  Arangea con un ferito, poi quello drammatico di Saline, con un morto e due feriti, e poi ancora in serata ad Annà con due feriti infine quello della notte a Pellaro.

 

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