Messina: storia di un semaforo anarchico

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Si sa, i messinesi sono dei tipetti particolari: poco inclini a seguire le regole, ognuno di essi è a suo modo. Tuttavia, non sono gli unici. Anche i semafori, nella città dello Stretto, decidono cosa segnalare, contraddicendo persino le  materne norme stradali

semaforoMessina è una città assai curiosa: essa si sbizzarrisce nelle sue molteplici varietà d’essere. Il messinese è un cittadino atipico: poco curante della cosa pubblica, si lancia a spada tratta contro amministrazione e rispettiva settima generazione se qualcosa non quadra. I messinesi sono scaltri, pigri, grandi oratori e invincibili modaioli. Insomma, tipi psicologici (e non solo) davvero curiosi. Fino a quando ad esserlo sono individui appartenenti alla specie umana, niente di nuovo: quando anche le cose, però, si lasciano influenzare dalle strane componenti aleggianti sulla città dello Stretto, allora il caso diventa più un unico che raro. Desideriamo raccontare oggi la storia di un essere inanimato, comandato che, vivificato da chissà quale soffio vitale, ha deciso di ribellarsi alle convenzioni impostegli dall’alto, e agire a modo suo. No, non stiamo svelando la trama del nuovo film d’animazione della Pixar: stiamo parlando di un semaforo messinese, o meglio, Il Semaforo per eccellenza, che segna contemporaneamente il rosso e il verde. Si trova all’incrocio tra l’ingresso autostradale e la strada che porta al Villaggio Santo. La segnalazione, fatta su un gruppo facebook, ha scatenato un centinaio di commenti, oscillanti tra l’ironico, l’accusatorio, e il comico. Tante le battute sul piccolo eroe della strada: qualcuno ha anche pensato che il Comune, per risparmiare sulle luminarie natalizie, abbia cercato di rimediare così al problema. Tuttavia, l’anarchia del semaforo, per quanto divertente, rischia di mettere in serio pericolo gli automobilisti, soprattutto i non residenti nella zona che si trovano a transitare in quel tratto. Insomma, rideteci su, ma non risparmiate prudenza.

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