Reggio, operazione “Saggio Compagno”: tra la pericolosità delle cosche e l’infedeltà nelle forze dell’ordine [FOTO e VIDEO]

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Durante la conferenza stampa indetta presso la sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, si sono forniti ulteriori e preziosi dettagli in merito alla maxi operazione anti ‘ndrangheta “Saggio Compagno”: 36 i provvedimenti di fermo

operazione saggio compagno carabinieri (2)È giunta stamane la notizia di una maxi operazione dei Carabinieri iniziata dalle prime ore del mattino in provincia di Reggio Calabria, Roma, Verbania e Vibo Valentia. 36 i provvedimenti di fermo nei confronti di persone appartenenti alla ‘ndrangheta, in modo particolare della zona di Cinquefrondi (qui le FOTO ed i NOMI).

Saggio Compagno” è il nome dell’operazione, così denominata, come spiegato poca fa in conferenza stampa dal Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Taurianova, Marco Barone, facendo riferimento ai riti di affiliazione della ‘ndrangheta. È emerso, infatti, che Ladini Giuseppe, l’indagato numero uno, usava nominare il fedele compagno, Leonardo Tigani, proprio “saggio compagno”.

“Tutte le condotte criminose riferite a Ladini Giuseppe – spiega Barone sono state riscontrate quando egli era ai domiciliari: questo è indicativo dello spessore criminale del personaggio che si sentiva pienamente padrone del territorio in cui era inserito. Presso la sua abitazione si recavano non solo alti criminali, ma anche comuni cittadini dell’area di Cinquefrondi, considerandolo un punto di riferimento anche in merito a questioni personali”.

La Procura antimafia di Reggio Calabria ha non solo emesso i suddetti provvedimenti di fermo, ma anche eseguito numerose perquisizioni. I reati contestati sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo, ricettazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, furto, spendita e introduzione nello Stato previo concerto di monete falsificate e danneggiamento seguito da incendio: reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

operazione saggio compagno carabinieri (7)La dura realtà venuta a galla si rifà non solo ad un vero e proprio “supermarket” di armi messo su illecitamente, ma anche all’infedeltà di persone appartenenti alle forze dell’ordine. A renderlo noto, il Procuratore della Repubblica di Reggio, Federico Cafiero De Raho, che ha sottolineato, tra le altre cose, “la solita intimidazione di stampo mafioso” con cui si muovono le cosche, con percentuali di pressione elevatissime.

“L’abbiamo detto sempre – ha affermato De Rahola ‘ndrangheta non può essere forte senza aiuti nelle istituzioni. Qui la bravura dei Carabinieri nell’intercettare da dove provenisse questo aiuto”. Il principale indagato, proprio grazie a tali “aiuti” ha potuto scoprire l’esistenza della telecamera-microspia installata in casa.

Sono state proprio le intercettazioni ambientali e video riprese a fornire elementi sostanziali per la prosecuzione delle indagini: “All’interno dell’abitazione di Ladini – spiega a riguardo il Procuratore Aggiunto della Repubblica di Reggio, Gaetano Paciera più alto il numero di conversazioni in cui si parlava di armi piuttosto che di cose comuni. Ci sono intere sequenze di intercettazioni dedicate alla minuziosa descrizione tecnica delle varie armi. Un vero e proprio covo di un’organizzazione pericolosa ed attiva”.

Non sono emersi fatti di sangue, anche se l’intenzione c’era e come: “Troviamo persone giuste quando sappiamo che ci dobbiamo guardare, altrimenti entrano in troppi e li dobbiamo ammazzare dopo”.

operazione saggio compagno carabinieri (8)Questo quanto detto da Ladini ai suoi interlocutori e riportato in conferenza dal Procuratore Paci, il quale evidenzia l’importanza di tale operazione ed il fatto che la ‘ndrangheta sia un’organizzazione che acquista legittimazione nel momento in cui si mantiene fedele al passato. “La fedeltà al passato ne giustifica l’autorevolezza nel territorio”, afferma Gaetano Paci, rimandando ulteriori aggiornamenti nell’ambito del lavoro che riguarda l’individuazione dei collegamenti con le altre cosche sul territorio, principali acquirenti delle armi.

Un ruolo fondamentale nelle indagini è stato ricoperto anche dai collaboratori di giustizia, fondamentali, a detta di De Raho, nel ricostruire la struttura della cosca di Cinquefrondi, “da non ritenere assolutamente di serie B. quando pensiamo ad una cosca del genere – parole del Procuratore De Rahonon dobbiamo pensare ad una cosca di paese”.

Maxi commercio illecito di armi, infedeltà nelle forze dell’ordine, su cui si sta proseguendo ad indagare partendo dagli elementi già emersi, ma anche traffico di valuta falsa: tutti reati di cui si è parlato in merito all’operazione dei Carabinieri di Reggio, “Saggio Compagno”. La circolazione di valuta falsa, come spiegato, fa parte di quei canali di collegamento del Ladini lontani dalla Calabria, sul quale sono in corso delle indagini. Tale valuta serviva per essere poi immessa sul mercato ed utilizzata nelle transazioni con soggetti inseriti nell’imprenditoria e operanti con i mercati dell’estremo Oriente.

“È noto come la Val d’Ossola sia un territorio di interesse per alcune cosche della ‘ndrangheta – dichiara infine il Procuratore Paci rispondendo alle domande dei giornalisti – Troviamo lì personaggi che operano strettamente con la locale di Cinquefrondi. Si parla, in questi casi, di necessità di investire in altri territori in maniera illecita, soprattutto, come è solito fare, nella grande distribuzione o nell’edilizia”.

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