Sul Centro ACE: “l’importanza della medicina solidale e della ricerca biomedica indipendente nel territorio reggino” [FOTO]

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Maria Rumi, dell’Associazione Cittadini, interviene in merito alla critica situazione in cui versa il Centro ACE (Associazione Calabrese di Epatologia), operante sul territorio reggino

MARIA RUMI“E’ ormai assai nota la vicenda del Centro ACE  che opera sul territorio reggino a favore delle persone socialmente svantaggiate ed escluse dall’assistenza sanitaria che si è visto sospendere le attività a causa di fantomatiche irregolarità sulle autorizzazioni previste”.

Così una nota stampa di Maria Rumi, dell’Associazione Cittadini, che prosegue:

“L’Associazione Cittadini si propone di evidenziare la superficialità con la quale il Dipartimento Tutela e Salvaguardia della Salute abbia dimostrato di voler bloccare ad ogni costo, con un provvedimento di chiusura posto in essere per mero pregiudizio e senza alcuna fondatezza, una struttura ritenuta dai più indispensabile per il servizio di assistenza, ricerca e formazione.  Infatti sarebbe dovuta essere l’ASP a verificare attraverso i propri uffici  la conformità delle autorizzazioni previste.

Ma ormai è agli onori della cronaca che L’associazione Calabrese di Epatologia (ACE) è una ONLUS che non necessita di autorizzazioni particolari in quanto  non ha carattere di impresa finalizzata al profitto e non svolge indagini mediche a carattere invasivo e pericolose per i pazienti.

Per sottolineare l’importanza dell’operatività sul territorio, ed in generale nel meridione, dei centri di medicina solidale basti pensare all’impossibilità di una larga fetta della popolazione di ricorrere alle cure mediche sia presso le strutture pubbliche, dove chiunque abbia provato a prenotare un esame diagnostico si è visto fissare l’appuntamento dopo svariati mesi a seconda della specialità medica, e sia presso i professionisti privati che come si può evincere dai dati CENSIS 2015 erogano per il 41% prestazioni in nero nelle regioni del meridione. Ecco spiegato l’allarmante fenomeno sociale del mancato totale accesso alle cure in piena inosservanza dell’art.32 della Costituzione della Repubblica che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

MEDICINA SOCIALEPresso la stessa struttura oltre all’attività di medicina solidale – continua a trasmettere Maria Rumi – è ampiamente sviluppata una rete di ricerca biomedica indipendente che ha ottenuto, in solo poco più di un decennio di attività, risultati ragguardevoli a fronte di costi contenuti e resi possibili da contributi  di alcune fondazioni e donazioni volontarie da parte dei cittadini. Basti pensare all’ultimo lavoro a cui hanno partecipato diversi istituti di ricerca internazionali sotto il coordinamento dell’Imperial College di Londra e che verrà pubblicato nelle prossime settimane sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet dal titolo ‘The weight of the world – trends in adult body mass index in 200 countriessince 1975: pooledanalysis of 1,698 population-basedmeasurementstudies with 19.2 millionparticipants’ che descrive la variazione del peso corporeo nella popolazione mondiale negli ultimi 40 anni.

L’Associazione Cittadini chiede agli organi competenti di entrare nel merito degli effetti sociali devastanti che sta comportando la chiusura di questo centro di medicina solidale  considerato ormai, da un ampio bacino di utenza, indispensabile per colmare le numerose lacune riscontrabili presso i  Servizi Territoriali pubblici che spesso si dimostrano insufficienti ed inadeguati a garantire ai pazienti bisognosi il tempestivo accesso ad indagini mediche  essenziali che consentano loro di ricorrere il prima possibile  alle cure più adeguate.

Alla luce di quanto sopra – conclude Maria Rumi è determinante che la sospensiva del provvedimento arrivi in tempi celeri al fine di non fermare oltre che l’attività ambulatoriale anche quella di ricerca biomedica indipendente che garantisce a molte professionalità del sud, spesso emarginate, di far valere a livello scientifico internazionale le competenze acquisite sul campo”.

 

 

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