Reggina, un’annata deludente

StrettoWeb

Non era certamente questo l’epilogo che si aspettavano i tifosi della Reggina per quest’annata. Gli amaranto, con la sconfitta di Genova, sono fuori dalla corsa al sesto posto con tre giornate d’anticipo. Una vera delusione, alla luce dello scorso campionato che aveva fatto ritornare l’entusiasmo. Ad inizio stagione erano stati proclamati obiettivi diversi da parte della società: si parlava infatti, addirittura, di una possibile promozione diretta. Il presidente Foti riteneva la Reggina inferiore solo al Torino, ma così non era e non è stato. L’organico di questo campionato non ha nulla a che vedere con quello della scorsa stagione.
Marino e Kovacsik, i portieri amaranto che dovevano sostituire Puggioni, non sono stati sicuramente all’altezza. Solo da Gennaio in poi, con l’arrivo del giovane Zandrini e con il ritorno di Belardi, il reparto è stato messo a posto. La difesa dello scorso anno è stata totalmente rivoluzionata: Costa è stato ceduto alla Sampdoria e la rivelazione Acerbi al Genoa; dei titolari di Atzori è rimasto soltanto Adejo, che quest’anno è stato utilizzato pochissimo e in un ruolo certamente non suo. I nuovi Emerson, Marino e Bini si sono aggiunti a lui e a Cosenza e Burzigotti. Se Emerson è sembrato un ottimo acquisto, soprattutto in termini di personalità, Marino ha un po’ tradito le aspettative. Non era certamente facile rimpiazzare Acerbi, ma l’ex Udinese è apparso troppo lento per ricoprire un ruolo così importante. Bini e Burzigotti non si sono mai visti e sono stati ceduti nel mercato invernale. In entrata, indubbiamente, la squadra è stata rinforzata con gli innesti di Freddi e Angella. Il primo, all’inizio, sembrava davvero forte, mentre poi è calato; il secondo invece non ha mai convinto. Sicuramente sono stati tardivi i loro arrivi.
Il centrocampo è pieno di doppioni: Rizzo, Castiglia, De Rose, Armellino e Barillà hanno, più o meno, tutti le stesse caratteristiche. Sono calciatori che in serie B ci possono stare per la loro grinta per la loro bravura in fase di interdizione, ma sono oggettivamente troppi. La cessione di Missiroli, unico giocatore amaranto in grado di fare la differenza, al Sassuolo, nel mese di Gennaio, ha indubbiamente influito negativamente sul rendimento di tutta la squadra. Per sostituire Missiroli non è stata fatta alcuna mossa di mercato; Sarno e Montiel potevano rappresentare due alternative “in casa”, ma il primo, pur mostrando grande classe e fantasia, non è mai stato preso in considerazione, tanto da essere dato in prestito alla Virtus Lanciano, mentre il secondo, reintegrato in rosa proprio in seguito all’addio di Missiroli, non è certamente adeguato. Nicolas Viola è dunque l’unico elemento di qualità in mezzo al campo, ma anche lui ha potuto dare il suo contributo solo per metà campionato; il Palermo lo ha acquistato per la prossima stagione nel mese di Gennaio e da lì in poi le sue presenze si sono contate sulle dita di una mano. Manca, inoltre, un leader in grado di prendere per mano la squadra, come fece Tedesco nel girone di ritorno della scorsa stagione.  Sugli esterni era stato acquistato Ruggeri per far rifiatare Rizzato sulla fascia sinistra, ma non ha mai giocato ed è andato via; a destra si sono alternati Colombo e D’Alessandro, ai quali si è poi aggiunto Melara, che ha comunque caratteristiche diverse rispetto ai primi due. Il fatto che, spesso e volentieri, soprattutto con Gregucci in panchina, sia stato utilizzato Ragusa sulla destra, la dice lunga su quelli che sono i problemi da quel lato.
In attacco Bonazzoli non è riuscito a ripetere l’annata precedente. È cambiato sicuramente il gioco, ma anche lui ha le sue colpe. Non esiste nessuno nella rosa amaranto con le sue caratteristiche; tutti gli altri attaccanti, seppur veloci, sono brevilinei e leggeri. I vari Campagnacci, A.Viola e Ragusa sono validissimi elementi, ma non sono centravanti. Il solo Ceravolo si è improvvisato prima punta, con risultati alterni. Quattro seconde punte sembrano un po’ troppe, ne sarebbero bastate due, insieme ad un ariete di riserva.

L’allenatore Roberto Breda, scelto in estate, è sembrato quasi sempre in procinto di essere esonerato. Se è vero che la squadra aveva un rendimento altalenante, è altrettanto vero che nel momento in cui il mister è stato sollevato dal suo incarico, la Reggina occupava il sesto posto in classifica ed era sempre stata in piena corsa per i playoff. Non ha avuto molta fiducia e tempo per lavorare. Con Gregucci non è cambiato nulla. Una Reggina indebolita a causa della partenza di Missiroli, confusa dai tantissimi e continui cambiamenti, piano piano ha iniziato a scendere ed uscire dalla corsa al sesto posto. Il ritorno di Breda, che andrà via sicuramente, è apparso come una “toppa” , che non rende giustizia ad un tecnico che, seppur criticato, stava lavorando bene, come d’altronde testimoniano i risultati.
Gli elementi per ripartire ci sono. Ad un paio di questi calciatori non manca di certo l’attaccamento alla maglia, ma l’obiettivo per la prossima stagione dovrà essere chiaro fin dall’inizio, in modo tale da non dare adito ad illusioni di nessun tipo.

Condividi