Messina, una colonia toscana per cambiare il corso di Palazzo Zanca: è polemica

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Accorinti ingaggia super-esperti settentrionali per gestire al meglio la macchina burocratica. I sindacati insorgono: mortifica il personale dell’ente. E c’è chi tira in ballo l’Anac di Cantone

palazzo zancaL’obiettivo dichiarato dell’Amministrazione Accorinti è quello di far funzionare al meglio la macchina amministrativa: per questa ragione Palazzo Zanca, su mandato del segretario generale Antonio Le Donne e col beneplacito dell’assessore Guido Signorino, ha assunto un pool di esperti provenienti dalla Toscana. Dal Centro Studi Enti Locali di Pisa, infatti, sono arrivati in città 9 esperti, destinati a perfezionare la capacità operativa dell’ente.

Nicola Tonveronachi, Francesco Vegni, Fabio Sciuto e Alessandro Mestarelli dovranno studiare la via maestra per recuperare Iva e Irap valorizzando il patrimonio immobiliare della Città Metropolitana; a questi si aggiungono Luca Eller Vainicher, Calogero Di Liberto, Giuseppe Vanni, Vinenzo Cuzzola e Luciano Fazzi, che dovranno formare i funzionari dell’ente e delle società partecipate per ciò che concerne le attività finanziarie e contabili. Il tutto, ovviamente, in una nuova logica di governance gestionale: un progetto dal valore economico complessivo di circa 450mila euro, che ha fatto gridare allo scandalo le forze sindacali.

Calogero EmanueleLa Cisl, innanzitutto, ha puntato l’indice contro il primo cittadino, spiegando che – operando lungo queste direttrici – l’Amministrazione ha mortificato le professionalità interne, affidandosi al bagaglio d’esperienza di sedicenti tecnici esterni. “Si ammette implicitamente che al Comune di Messina non ci sono dirigenti, funzionari e dipendenti capaci e fa specie proprio quando viene previsto l’affiancamento per gli strumenti di programmazione economico – finanziaria quali bilancio consuntivo 2014, previsionale 2015-2017, previsionale 2016-2018, Piano di riequilibrio, Entrate Tributarie, recupero dei tributi Imu, Tari e Tasi; armonizzazione dei sistemi contabili/nuova contabilità, introduzione del nuovo software contabilità, espropriazioni, contenzioso. Come dire che sinora è stato tutto sbagliato e non si ha il coraggio di individuare i responsabili dello sfascio della gestione dell’Ente ricorrendo a uno escamotage che fa bene solo ai promotori del progetto” ha commentato un serafico Calogero Emanuele della FP. Sulla stessa lunghezza d’onda il Csa, che ha chiesto la revoca del provvedimento in quanto l’atto sarebbe stato varato in violazione delle norme sui contratti e sugli appalti. Clara Crocè, per conto della Cgil, ha sottolineato invece l’assenza dell’indispensabile informazione preventiva alle parti sociali: da qui la scelta di adire direttamente le vie legali.

Sul versante politico il giudizio lapidario lo ha dato Gianfranco Scoglio, anticipando su Facebook un ricorso all’Anac di Cantone che presto o tardi potrebbe arrivare: “Penso che la delibera con la quale l’Amministrazione ha aderito al progetto presentato da una società di professionisti debba essere vagliata dall’Autorità di vigilanza in quanto viola, nella parte in cui in caso di finanziamento affida il servizio direttamente, i principi di trasparenza, concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e buona amministrazione” ha affermato l’ex assessore.

Foto Marco Alpozzi/LaPresse
Foto Marco Alpozzi/LaPresse

Di stampo opposto sono le considerazioni del sindaco, che ha bollato come “pretestuose” le polemiche montate nelle ultime ore. “Sorprende che quando le misure, annunciate e auspicate, vengono realizzate si cerchino infondati e pretestuosi motivi di polemica e intervengano addirittura i diretti protagonisti dei motivi dello sfascio in cui versa la macchina burocratica” ha detto Accorinti. “La convenzione con il Centro Studi Entri Locali (CSEL) – ha aggiunto il sindaco – persegue chiari e puntuali obiettivi che consentiranno finalmente un cambio di marcia all’intero apparato burocratico, con ritorni in termini di qualità dei servizi al cittadino, di efficienza e di tempistica nella produzione degli atti finanziari. Necessità avvertita da tutti e non più rinviabile. Non si tratta di tutor o badanti, tutt’altro. Poniamo in essere interventi mirati, agendo in maniera strutturale per realizzare anche le ‘misure correttive’ invocate dalla Corte dei Conti, in tempi ragionevoli. È un progetto di primaria importanza su cui l’amministrazione scommette. Un intervento programmato da mesi che, senza oneri per il Comune, siamo sicuri consentirà quel salto di qualità che tutti vogliamo e che la città si aspetta”.

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