La Camera al voto: i soldi ai partiti non si toccano!

StrettoWeb

Giorno 22 maggio, come previsto, sono stati bocciati dalla Camera tutti gli emendamenti alla riforma che puntavano ad abrogare il finanziamento pubblico dei partiti. L’Assemblea ha respinto gli emendamenti presentati in tal senso da Pdl e dalla Lega. A favore hanno votato: Lega, Idv, Radicali, e Noisud. I deputati di Fli si sono astenuti. Il sospetto è che tutti sapessero fin dall’inizio come sarebbe andata a finire: i soldi pubblici dei partiti non si toccano!
Facciamo chiarezza, la Camera ha dimezzato i rimborsi elettorali ai partiti. Ma, al contempo, reintroduce il concetto di finanziamento pubblico cancellato da un referendum (e da Tangentopoli) nel 1993. In sostanza, è stato modificato il sistema di contribuzione pubblica alla politica: il 70% del fondo a favore dei partiti (attualmente pari a 63,7 milioni) continua ad essere erogato a titolo di rimborso per le spese sostenute in occasione delle elezioni, mentre il restante 30% (pari a 27 milioni 300mila euro) è legato alla capacità di autofinanziamento del partito ed è erogato in maniera proporzionale alle quote associative e ai finanziamenti privati raccolti. Di fatto, a farsi due calcoli, ciò che è stato eliminato con il dimezzamento dei finanziamenti viene reintrodotto con un elegante emendamento “old school”.
Magro, infine, il contentino dato ai cittadini: la Camera taglierà del 5% i costi interni, circa 150 milioni di euro in tre anni. La spesa annua ad ora ammonta a 992,800 milioni di euro. Per far fronte alla diminuzione di entrate, spiega l’ufficio di presidenza, sarà necessario un processo di revisione che comporterà interventi su tutti i capitoli della spesa di Montecitorio.
I nostri politici, meglio di chiunque altro, ci hanno fatto comprendere come tra il dire il fare c’é di mezzo il mare…. il mare di parole e discorsi ben spesi per sfruttare al meglio i due minuti in video sui tg. Pettinano alla perfezione i loro interventi ai media, decantano, auspicano, credono, ci fan credere e poi rimangiano, ritrattano o più semplicemente “rigirano la frittata”. A conti fatti, quando si tratta di tagliare i loro portafogli, sono quasi tutti voltagabbana. E pensare che stiamo attraversando un periodo di depressione economica e di grossa pressione fiscale, ma loro no! Non ci stanno proprio a dover fare sacrifici in nome del più puro e nobile degli interessi…. la stabilità e crescita del paese. Se in molti pensavano che sarebbero bastati lo scandalo del tesoriere Lusi (ex Margherita), o dell’appropriazione indebita dei rimborsi elettorali della Lega…. beh, ci vuole ben altro per scalfire il buonsenso della maggioranza dei nostri deputati.

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