Oggi Papa Francesco ordina 11 nuovi sacerdoti a San Pietro: c’è anche il reggino Giuseppe Castelli

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Giuseppe CastelliIl Papa ordina oggi undici nuovi sacerdoti con una messa a San Pietro. Ieri Francesco si è recato in giornata nell`isola greca di Lesbo da dove ha fatto appello all`Europa per l`accoglienza degli immigrati. Alle 9.15 oggi il Papa, nella giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, celebra messa nella basilica vaticana e conferisce l`ordinazione presbiterale a 11 diaconi. Il più giovane dei nove che eserciteranno il ministero nella diocesi di Roma è Andrea Calamita, romano classe 1990, del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Provengono dalla struttura formativa di piazza San Giovanni in Laterano anche Simone Galletti, romano, del 1981, ed Eugenio Francesco Giorno, nato nel 1983 a Cosenza. Ci sono due romani anche tra i quattro diaconi del Collegio Diocesano Missionario “Redemptoris Mater”: Andrea Lamonaca(1972) e Luigi Pozzi (1975); di questo gruppo fanno parte anche Mattia Seu, nato a Milano nel 1984, e il filippino Lopito Migue Lituñasi, nato a Tubigon (Bohol) nel 1974. Infine è calabrese Giuseppe Castelli, dell`Almo Collegio Capranica (Reggio Calabria, 1972), ed è siciliano Alberto Tripodi, nato a Messina nel 1982, del Seminario della Madonna del Divino Amore. Ricevono l`ordinazione, infine, l`ratoriano Marco Pagliaccia di Pescara e il rogazioni sta Firas A Kidher nato nel 1977 a Bagdad in Iraq. Concelebra con il Papa, oltre al cardinale vicario Agostino Vallini, il vescovo ausiliare eletto, recentemente nominato dal Papa, monsignor Gianrico Ruzza, parroco di San Roberto Bellarmino, chiesa di cui Jorge Mario Bergoglio era titolare da cardinale arcivescovo di Buenos Aires. A mezzogiorno, Francesco presiede il consueto Regina coeli in piazza San Pietro. Ieri il Papa si è recato in giornata nell`isola greca di Lesbo, dalle nove e mezza alle 14.30, per incontrare i profughi chiusi in un campo di accoglienza e commemorare i migranti defunti nel tentare di raggiungere la costa europea. “C`era da piangere, per me è stata una giornata troppo forte”, ha commentato a fine giornata. Jorge Mario Bergoglio, accolto dal premier greco Alexis Tsipras, era accompagnato da due leader ortodossi con i quali ha firmato una dichiarazione congiunta, il patriarca ecumenico Bartolomeo e l`arcivescovo di Atene Ieronimos.

LaPresse/Stefano Costantino
LaPresse/Stefano Costantino

Il Papa ha stretto mani, abbracciato, accarezzato bambini, si è inchinato di fronte alle donne col velo in segno di rispetto, ha ascoltato testimonianze di guerra, fuga, disperazione nelle lingue più disparate, ha consolato un uomo, nella tenda, e una donna, sempre nel Moria refugee camp, che gli si sono buttati ai piedi piangendo e chiedendo una benedizione. Ha raccolto i disegni dei bambini, ha ascoltato un coretto, ha tenuto in braccia dei neonati. Francesco, che ha denunciato la “più grave crisi umanitaria dell`Europa dopo la seconda guerra mondiale”, ha fatto un accorato appello all’Unione europea affinché ricordi di essere una “patria dei diritti”, rifugga “dall’illusione di innalzare recinti per sentirsi più sicura”, e perché i suoi abitanti, come il Buon Samaritano, aiutino i migranti “in quello spirito di fraternità, solidarietà e rispetto per la dignità umana, che ha contraddistinto la sua lunga storia”. Al porto di Lesbo, dove è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime delle migrazioni e dove i tre leader cristiani hanno lanciato in mare tre corone di fiori, ha detto: “L’Europa è la patria dei diritti umani, e chiunque metta piede in terra europea dovrebbe poterlo sperimentare, così si renderà più consapevole di doverli a sua volta rispettare e difendere”. Ancora: “Voi, abitanti di Lesbo, dimostrate che in queste terre, culla di civiltà, pulsa ancora il cuore di un’umanità che sa riconoscere prima di tutto il fratello e la sorella, un’umanità che vuole costruire ponti e rifugge dall’illusione di innalzare recinti per sentirsi più sicura. Infatti le barriere creano divisioni, anziché aiutare il vero progresso dei popoli, e le divisioni prima o poi provocano scontri”. Sul volo di ritorno il Papa ha anche stigmatizzato la mancanza di politiche di “integrazione” in Europa che creano “ghetti” di immigrati da superare. Il Papa, che in mattinata, prima di partire, aveva salutato Bernie Sanders, candidato alle primarie democratiche per le presidenziali Usa in Vaticano per partecipare a una conferenza (“Se qualcuno pensa che dare un saluto sia immischiarsi in politica, gli raccomando di trovarsi uno psichiatra”), ieri sera ha fatto tappa, come di consueto quando torna da una trasferta internazionale, alla basilica romana di Santa Maria maggiore per ringraziare la Madonna del viaggio. Con lui, sul volo di ritorno insieme al suo entourage e ai giornalisti che lo hanno accompagnato, 12 rifugiati siriani musulmani che, grazie ad un accordo tra Grecia, Italia e Vaticano, sono ora ospiti a Roma e curati, in particolare, dalla comunità di Sant`Egidio. Ha preferito profughi musulmani a quelli cristiani? “Non è un privilegio, tutti sono figli di Dio”. “Ogni vocazione nella Chiesa ha origine nello sguardo compassionevole di Gesù, che ci perdona e ci chiama a seguirlo”. Lo scrive Papa Francesco su Twitter, nel giorno in cui presiede nella Basilica di San Pietro la cerimonia per l’ordinazione di 11 nuovi sacerdoti.

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