Lavoro: per la Sicilia un “Piano giovani” da 452 milioni

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Un finanziamento di 452 milioni di euro, che entro il 2013 vedrà coinvolti quasi 100mila ragazzi siciliani. E’ quanto è stato prospettato nel “Piano giovani“, presentato oggi a Palermo dalla Regione Sicilia, in collaborazione con Bruxelles. In Sicilia la disoccupazione giovanile supera di oltre il 13% la media nazionale italiana. Il 41,3% dei ragazzi siciliani tra i 15 e i 24 anni non ha un’occupazione, un dato davvero allarmante.

Ludovico Albert, autorità di gestione del programma operativo del Fondo Sociale Europeo, afferma: “Il piano giovani coinvolge i giovani dai 15-16 anni fino ai 32, ed è seguito da Bruxelles e dal Governo nazionale. Prevede diverse linee d’azione affinché i giovani trovino lavoro nelle imprese, negli studi professionali e lavoro autonomo“. Il piano prevede anche il rinnovamento del settore Formazione. Secondo Albert infatti “il sistema della formazione richiede un profondo riallineamento. Di fatto, con il Piano giovani anticipiamo questo percorso, attuando i principi della programmazione europea 2014-2020, in base alla quale i soldi saranno dati a chi ottiene dei risultati e, dati alla mano, dimostra che le persone formate che vanno a lavorare corrispondono a quelle stabilite all’inizio“.

Un sistema di formazione che, secondo il vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, presente alla presentazione del “Piano Giovani”, è inadeguato: “Il sistema della formazione siciliana è caratterizzata da scarsa qualità, interventi parcellizzati, spreco enorme di risorse pubbliche. Questo piano rappresenta un primo timido passo di riforma del settore. Vedremo. Quel che è certo è che agli operatori è necessario chiedere senso di responsabilità e questo piano di certo comporterà un ridimensionamento del settore oggi troppo vasto. Una formazione con 9 mila persone non può funzionare: è duro dirlo. Il sistema non può perpetuarsi per sempre e chi pensa che non cambierà nulla con questa riforma si illude, perché nessuno non lo accetterebbe“.

Quindi, conclude Lo Bello, occorre razionalizzare i corsi di formazione, che devono essere collegati alle necessità e alle esigenze del territorio. Particolare attenzione devono avere soprattutto i settori agricolo e turistico. Speriamo sia davvero una boccata d’ossigeno per i migliaia di giovani siciliani in cerca di un’occupazione.

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