L’Università di Messina ricorda il Prof. Santi Lo Giudice: si è interessato alla figura del filosofo Nietzsche pubblicando alcune monografie di grande spessore scientifico
Il grande Professore Santi Lo Giudice è nato ad Antillo (Me) nel 1946 e si è spento a Messina nell’agosto del 2014. Il nostro maestro, sin dalla tenera età, ha dimostrato una grande attitudine agli studi classici e in seguito si è dedicato allo studio della filosofia diventando nel 2009 ordinario di filosofia teoretica. In particolare, si è interessato alla figura del filosofo Nietzsche pubblicando alcune monografie di grande spessore scientifico. Tutti quelli che lo hanno conosciuto sono rimasti, sovente, incanti dal caratteristico modo di agire: razionale, emotivo, spontaneo, partecipe, attivo, simpatico, accogliente e sorridente, ma soprattutto rispettoso degli amici. Come un buon padre di famiglia, considerava gli studenti parte integrante di sé stesso e cercava di trasmettere loro la passione e la dedizione alla filosofia per comprender meglio il proprio mondo e quello degli altri. Grazie Santi, hai contribuito a migliorare la società ed ancor oggi ti ricordiamo con grande affetto.
In tuo ricordo ho composto questa poesia:
Un sogno svanito
(dedicata a Santi lo Giudice)
Io cerco tempo che fugge momento
e trovo la perla di un fiore sbiadito
ma l’orologio finisce la corsa
e Santino riposa nella valle ombrosa.
Un prato risorge sul vago ricordo
tra scorci d’oblio e tinger d’aurora
ma l’orizzonte s’era smarrito,
l’aquilone risale spedito.
Piangi pangea
sei lacrima di specie nel ramo d’attesa
a viver cipresso d’ascesa
e vien desiderio di ritornar al passato
ma Atropo il filo aveva tagliato.
Si sente il tuo spirito guida
proceder verso l’ignoto,
ma rimpiango la luna
passaggio nel vuoto,
dove rivive l’alba
che il tramonto tradisce
e tutto perisce.
O professore,
riuscirai a sradicar l’estinta radice
tra l’immane fatica e la via di fuggita?
Sei pronto a ritrovar Nietzsche nel limbo perduto
ad immortalar filosofia di tua
nuova scienza?
Col passar del tempo
la muraglia di vita
s’illuminerà nell’universo intero
e si respirerà l’aria del mistero:
la tua aria, la tua melodia, la tua allegria
la tua filosofia razional ed emotiva,
orma di immane cultura
che sublima natura.
O fulgida luce mi scuoti la mente
ma dal nulla
può rinascer sorgente?
Perché non riaccendi la fiamma
nel buio di sera
a rallegrar l’atmosfera?
Amico mio,
passero solitario
che aleggi nel cielo,
come foglia sparsa nel vento
tra l’echeggiar della tua voce,
segreta bellezza
di un sogno svanito.
Antonino Condorelli