Messina, l’Horcynus Festival 2016 si apre nel segno dell’economia sociale e delle arti interattive [FOTO]

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Da domani prendono il via le tre giornate illustrative del programma annuale dell’Horcynus Festival “Isole – Non Isole”

Copertina fbSi apre nel segno dell’economia sociale e delle arti interattive domani, giovedì 21 luglio, la XIV edizione dell’Horcynus Festival “Isole – Non Isole”. Al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro, dalle ore 19.30, comincia il focus estivo (21-23 e 29 luglio) dell’appuntamento annuale con cui la Fondazione Horcynus Orca sintetizza le riflessioni sulle produzioni estetiche del Mediterraneo, declinate, questa volta, intorno al tema delle isole, intese come orizzonti geografici e del pensiero che collidono e si allontanano continuamente.

Ad inaugurare l’Horcynus Festival sarà, alle ore 19.30, la presentazione del libroFabric – Storie e visioni di contesti in cambiamento” (Pacini Editore), a cura di Luca Bizzarri e Carlo Andorlini, collegato in videoconferenza. Tra gli undici racconti di innovazione sociale contenuti nel volume, uno, scritto da Salvatore Rizzo, è dedicato alla Fondazione di Comunità di Messina, presentata come esempio di innovazione sociale ed economia civile nel contesto locale. A partire da questo caso studio, la presentazione, coordinata e introdotta dal direttore del Cesv Rosario Ceraolo, è l’occasione per raccontare al pubblico la personale idea di cambiamento sociale degli ospiti: Erdmuthe Klaer, vice segretario generale della rete europea Reves; Nina Santisi, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Messina; Elio Azzolina, responsabile del business plan del Birrificio Messina; Cristina Cannistrà, vicepresidente della Consulta comunale delle organizzazioni sociali; Debora Colicchia, rappresentante di Lega Coop Messina; Giuseppe D’Avella, vicepresidente dell’associazione Parliament Watch Italia; Luciano Marabello, architetto; Santino Mondello, presidente del Cesv Messina; Mario Schermi, formatore del Ministero della Giustizia e responsabile della LUdE – Libera Università dell’Educare.

Alle ore 21.30 si prosegue con la presentazione di Salamare, il prototipo di sala immersiva collocato nella Torre degli Inglesi, il complesso monumentale di Capo Peloro che già ospita il Museo d’Arte Contemporanea MACHO. Il progetto di ricerca per la realizzazione del prototipo è co-finanziato dal MIUR, nell’ambito del bando Start Up, e dalla Fondazione di Comunità di Messina. Il coordinamento tecnico-artistico è di Stefano Roveda di Studio Azzurro. La realizzazione è stata curata da talenti siciliani appartenenti alle associazioni AK!lab e Malastrada Film. Il coordinamento generale del progetto è del segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina, Gaetano Giunta.

Alle ore 22.30, l’Horcynus Festival propone la proiezione di Metamorfosi, video-intervista al filosofo Edgar Morin, realizzata in collaborazione con la Kip International School, Fondazione con il SUD e Centro Creativo Danilo Dolci. Nell’intervista, montata da Franco Jannuzzi e Natale Crisarà, con musiche originali di Luigi Polimeni, Morin affronta un’analisi geo-politica sul futuro del pianeta e dell’umanitChiude la serata l’appuntamento con la proiezione dei Corti di animazione sui meccanismi del Distretto Sociale Evoluto (DSE), con la regia di Franco Jannuzzi, le animazioni di Antonino Viola e le musiche originali di Luigi Polimeni. I filmati animati raccontano la storia e i meccanismi economici alla base delle attività della Fondazione di Comunità di Messina – Distretto Sociale Evoluto, dall’origine, con le attività del centro di ricerca-azione EcoS-Med e della Fondazione Horcynus Orca, fino ai nostri giorni. La tecnica utilizzata per animare i corti è lo stop motion, realizzato, ed è questa la particolarità, a partire da disegni che ammiccano alla cartoonistica. La scelta è funzionale alla volontà di raccontare, con un linguaggio il più possibile comprensibile a tutti, il Distretto Sociale Evoluto. Da qui l’uso di archetipi facilmente intellegibili e di uno stile che si ispira ai documentari di edutainment (intrattenimento educativo) degli anni Sessanta, ma non rinuncia all’omaggio al teatro di figura, alle marionette come simbolo di operosità e gioia, nell’ottica futuristica che li frappone al freddo marchingegno.

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