StrettoWeb incontra l’avvocato Giuseppe Laface, candidato consigliere regionale della lista Crocetta

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Abbiamo incontrato, presso la sede dell’associazione Nuovamente Villafranca (Me),  l’avvocato Giuseppe Laface, candidato a consigliere regionale per la lista Crocetta. Tra le cariche ricoperte nei vari anni, quella che viene messa più in risalto dallo stesso Laface è indubbiamente la carica di commissario provinciale delle IACP (Istituto Autonomo per le Case Popolari). “Un’esperienza che mi ha formato molto nel rapporto con la gente. Racconto sempre uno dei casi che mi sta particolarmente a cuore: quello di un uomo, ex guardia penitenziaria, che viveva a Mistretta, da solo in pieno inverno e per riscaldarsi aveva una cucina economica. Nella sua stanza da letto cresceva l’erba a causa dell’elevata umidità. Mi sono preso la piccola soddisfazione di vedere ristrutturata la sua casa” afferma l’avvocato Laface.

 Avvocato Laface, innanzitutto, perché la sua candidatura?

 “Mi sono candidato perché ritengo che la gente abbia bisogno di politica. Siamo in una fase in cui, a mio avviso, la gente si deve riappropriare dei propri diritti di cittadini, poter esprimere il proprio pensiero e sulle scelte di chi va a governare. I cittadini iniziano a chiedere il conto a chi si vuole occupare di politica, e chiedono il cambiamento” afferma Laface. “Queste elezioni regionali saranno la cartina di tornasole di una Sicilia che vuole cambiare, rispetto ai governi regionali precedenti che l’hanno condotta a questa condizione”. L’avvocato ha lasciato il gruppo Fli per candidarsi con Crocetta presidente e spiega: “Dopo anni per me l’ultimo periodo con l’alleanza Fli e con Lombardo è stato molto critico perché mi rendevo conto che la situazione si andava a ingessare, Lombardo badava più al potere piuttosto che alla ragione dei Siciliani, quindi per me rimanere all’interno di un gruppo in cui è venuto meno qualsiasi rapporto di fiducia e anche di prospettiva non era accettabile, magari solo per godere qualche altro mese di qualche incarico politico o istituzionale”. E sulla sua candidatura Laface ribadisce quanto emotivamente l’abbia formato l’esperienza a contatto con le case popolari: “La mia candidatura è indipendente, ho un approccio sereno tranquillo, mi sembra una lista competitiva. Stando vicino alla gente delle case popolari, mi sono reso conto di come vivevano queste persone, è stata un’esperienza che mi ha riempito emotivamente, perché nella civilissima Messina del 2012 nessuno ha piena contezza di come si vive lì, in quelle case. Si tratta sempre di povera gente, ho visto delle situazioni che non immaginate nemmeno. A Giostra, nel quartiere Santa Chiara, quando muore una persona la devono portare fuori praticamente con il lenzuolo, perché una cassa non passerebbe attraverso passi così stretti. Anche se spesso si tratta di persone che vivono a limite della legalità, è cmq compito dello stato fare qualcosa per loro.  I nostri politici farebbero bene a farsi un giro per capire veramente come vive e cosa pensa la gente”.

Giuseppe Laface è stato anche assessore con delega ai Lavori Pubblici, Contenzioso ed Edilizia privata nel Comune di Rometta (Me). La domanda sorge dunque spontanea: quali sono, in base alla sua esperienza,  le esigenze attuali del nostro territorio?

 “Il nostro territorio avrebbe bisogno di ragionare non da singoli comuni ma in maniera comprensoriale. È un territorio carente di infrastrutture sociali, come l’assistenza agli anziani, ai portatori di handicap: non c’è una casa per anziani come strumento sovra comunale. Bisognerebbe agire in una logica in cui più comuni possano consorziarsi. Inoltre, le tematiche ambientali affliggono il nostro territorio. Si potrebbe provare ad esempio a ridurre l’impatto ambientale della centrale Enel o della raffineria di Milazzo. E poi – aggiunge ancora Lafaceun mio cruccio è quello dell’aeroporto della Valle del Mela, un’opera che potrebbe cambiare il futuro della parte nord orientale della Sicilia e della fascia tirrenica e consentirebbe alle Eolie di destagionalizzare il turismo. Insomma, a mio avviso, un’opera ancora più strategica rispetto al Ponte di Messina”.

Altri punti importanti sono stati toccati durante l’incontro, quali il dissesto geologico, il lavoro, e l’annosa questione degli Ato. Su quest’ultima, Laface afferma: “Dato che le province non verranno eliminate, eliminiamo gli Ato, che rappresentano un altro fallimento della politica siciliana. Si tratterebbe di riportare la questione alle province di competenza, le quali sono sottoutilizzate. E’ necessario un percorso di concertazione territoriale”.

Se dovessi essere eletto – commenta ancora Lafacemi piacerebbe cambiare il sistema della legge 10 del 1990,  prendendo spunto da un disegno di legge del Prof Carlo Mazzù. Ovvero la legge sul risanamento territoriale. Sul dissesto geologico interverrei facendo diventare lavoratori stabili i lavoratori precari e anziché spendere per i danni e spalare fango investirei sulla rinaturalizzazione del territorio. Fare in modo che il territorio possa rivivere,  e che chi lavora pochi giorni l’anno lavori sempre”.

 E sul tema del lavoro aggiunge: “Creando precari si crea il bisogno. Talvolta si preferisce non legalizzare una posizione perché altrimenti non ci chiederebbero più favori. Meglio lasciare i precari. Ma la Sicilia dovrebbe capire qual è il suo futuro logistico. Stanno crescendo le industrie in Nord Africa, il turismo, ma in Sicilia? Bisognerebbe individuare quel è la visione strategica del territorio. Le isole Eolie, ad esempio, come potrebbero competere con le isole greche se per raggiungerle si impiega troppo tempo? Mancano le infrastrutture. Certo, trovare i finanziamenti non è facile, ma inquadrare una visione strategica consentirebbe di migliorare questa situazione. Alcuni sindaci non hanno ben compreso che l’Aeroporto del Mela avrebbe potuto sconvolgere in senso positivo il nostro territorio. La Sicilia deve misurarsi su queste cose, sull’energia. Ma bisognerebbe partire dalle cose più banali, come le vere esigenze delle persone”.

Infine, l’avvocato Laface conclude esortando al voto, in generale, considerandolo come strumento del cittadino per protestare, per cambiare la situazione attuale: “Ognuno di noi dovrebbe fare un passo avanti, assumersi le proprie responsabilità. Se le persone per bene fanno un passo indietro e lasciano uno spazio vuoto, questo verrà occupato da altri. Anche pensando ai nostri figli, bisogna pensare di fare un passo avanti. La politica dovrebbe essere considerata una parentesi per il cittadino, avvicinarsi a essa per un periodo e poi tornare alla propria occupazione, perché è rimanerci troppo a lungo che porta i problemi. Ed è un caso tutto italiano. Io vorrei dire a tutti i cittadini che non andare a votare è l’errore più grande che possano fare, perché il sistema si può cambiare esercitando questo diritto. Oggi sarà difficile portare la gente a votare. E’ uno sbaglio perché il voto può essere una forma di protesta. Mi auguro – conclude Laface – che anche a livello nazionale cambi la legge elettorale, dando cioè maggiore possibilità alla gente di scegliere i propri deputati”.

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