Nati in Calabria: Mia Martini

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Mia Martini, pseudonimo di Domenica Berté è nata a Bagnara Calabra il 20 Settembre 1947 secondogenita di quattro figlie: la maggiore, Leda, le più giovani Loredana, anch’essa divenuta famosa come cantante, e Olivia. “Mimì” (così era chiamata in famiglia) trascorse l’infanzia a Porto Recanati, e il mondo della canzone italiana di allora per lei diventava sempre più un qualcosa di irrinunciabile nonché di assai coinvolgente. Decide quindi di intraprendere una specie di carriera semi-dilettantistica come ragazzina cantante all’interno di balere e feste, e dopo aver effettuato diverse serate come cantante intrattenitrice, ed aver tentato alcuni piccoli concorsi per voci nuove, nel 1962 convinse la madre ad accompagnarla a Milano in cerca di un provino, in modo da poter ottenere alla fine un contratto discografico. Il discografico Carlo Alberto Rossi fu l’unico disposto a metterla alla prova, e dopo poco tempo decise di lanciarla come ragazzina ye-ye secondo la moda musicale del momento, facendole incidere nel 1963 col suo vero nome, Mimì Berté, i primi 45 giri per la CAR Juke Box. Trasferitasi a Roma con la madre e le sorelle, tentò di emergere nuovamente assieme alla sorella Loredana e al suo amico Renato Fiacchini (successivamente Renato Zero), guadagnandosi da vivere con vari lavori, tra cui un modesto impiego presso il sindacato dei cantanti e dei cantautori. Nel 1969 scontò quattro mesi di carcere a Tempio Pausania per possesso di droghe leggere durante una serata in discoteca, che all’epoca erano perseguibili al pari delle altre forme di stupefacenti. L’incontro con il produttore discografico Alberigo Crocetta si rivelò determinante: il fondatore del Piper decise infatti di lanciarla subito in ambito internazionale attraverso un nuovo nome, “Mia Martini”: Mia in onore di Mia Farrow, e Martini scelto fra i tre nomi italiani più famosi all’estero (Spaghetti, Pizza, e appunto Martini). Il look si fa più zingaresco, con i molti anelli e l’immancabile bombetta. Nel 1972 arriva il primo importante nonché decisivo salto di qualità. La Martini lascia la RCA per seguire Alberigo Crocetta alla Ricordi di Milano, dove riesce ad incidere Piccolo uomo (testo di Bruno Lauzi). Nonostante il pessimismo del compositore Dario Baldan Bembo, che voleva affidare il brano ad un’interprete più noto, Mia giunge al vertice della hit parade vincendo il Festivalbar. I suoi dischi escono in vari paesi del mondo: registra i suoi successi in francese, tedesco e spagnolo, ottenendo consensi significativi anche all’estero, in particolare in Francia. Nel 1981, dopo un anno sabbatico, segnato da una difficile operazione alle corde vocali, che ne modifica drasticamente il timbro in favore di una voce più roca, Mia è decisa a proporsi anche come cantautrice, presentandosi con un look più discreto e maschile, lontano anni luce da quello eccentrico degli anni 70. Sul finire del 1983 decide di ritirarsi dalle scene, a causa delle dicerie sorte circa dieci anni prima e divenute insistenti proprio nei primi anni ottanta, che legavano la sua fama ad eventi negativi. La stessa Mia Martini anni dopo dichiara in merito a questo periodo: “La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi. Nel 1989, alcuni dei discografici che l’avevano seguita all’inizio potranno convincerla ad un grande rientro. La canzone Almeno tu nell’universo scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972, quasi in contemporanea a Piccolo uomo, e depositata nel 1979 era tuttavia rimasta inedita, anche in seguito al desiderio di Lauzi di affidarla solamente a Mia. Grazie all’amico di sempre Renato Zero si impegno’ e convinse l’allora direttore artistico del Festival di Sanremo, a far gareggiare Mia Martini con questa canzone. L’interpretazione suscita gli entusiasmi del pubblico e le vale per la seconda volta il Premio della Critica: un assoluto trionfo che pone fine a un altro dei tanti periodi bui, ogni volta superati con un consenso sempre maggiore. Almeno tu nell’universo è la canzone che la consacra definitivamente, in assoluto una delle più belle, e forse la più riuscita della sua complessa ma irripetibile carriera.”Erano sette anni che non potevo più fare il mio lavoro, per cui ho avuto dei momenti di grande depressione. E in quel momento ho sentito “fisicamente” questo abbraccio totale di tutto il pubblico, l’ho sentito proprio sulla pelle. Ed è stato un attimo indimenticabile”.  Negli anni 90 la sua carriera continua in maniera eccellente fino ad arrivare al 14 maggio 1995, quando, dopo giorni di silenzio, il suo corpo senza vita viene ritrovato nell’appartamento in Via Liguria 2, a Cardando al Campo (VA), dove si era trasferita da un mese per essere più vicina al padre che non vedeva da oltre 35 anni. Secondo il referto del medico legale, la morte dell’artista è avvenuta per un arresto cardiaco, causato da un’overdose di stupefacenti.

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