Inizia l’anno fiscale per le Partite Iva

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Partita-IvaNei giorni scorsi è scattata la prima nuova scadenza imposta dal Governo per le partite Iva italiane, che entro il 28 febbraio hanno inviato la dichiarazione IVA all’Agenzia delle Entrate. Intanto il Ministero dell’Economia ha diffuso i dati sul numero delle partite Iva presenti in Italia.

Professionisti e imprese italiane hanno dovuto, nei giorni scorsi, fare i conti con la prima nuova scadenza del calendario fiscale del 2017; sono infatti scaduti il 28 febbraio i termini per inviare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione Iva, una novità fiscale separata rispetto alla dichiarazione dei redditi.

La scadenza. L’adempimento riguarda tutti i titolari di partita IVA che esercitano attività d’impresa, artistiche o professionali e, nel dettaglio, era possibile inviare questa comunicazione solo attraverso il Web, utilizzando il sito dell’Agenzia delle Entrate. In pratica, bisognava compilare due moduli, il modulo Iva e quello “Iva base”, semplificato per persone fisiche e imprese che hanno determinato imposta e detrazioni con modalità ordinarie. Inoltre, il termine del 28 febbraio era valido solo per quest’anno, perché dal 2018 la data fissata è il 30 aprile.

Un servizio importante. Tra le altre novità importanti nel settore, si segnala anche la realizzazione di un nuovo servizio da parte della stessa Agenzia delle Entrate: come spiegato in dettaglio sul sito FissoVariabile è possibile effettuare la verifica partita Iva online, collegandosi al portale dell’Agenzia e selezionando l’area dedicata alle Partite Iva. Questo strumento consente per l’appunto di controllare l’effettiva validità del codice identificativo delle attività commerciali, un fattore indispensabile anche per assicurarsi sulla affidabilità dell’azienda con la quale si sta contrattando.

Numeri in lieve calo. I numeri delle Partite Iva sottolineano ancora di più l’utilità di questi servizi: nel corso dello scorso anno, infatti, sono state aperte oltre mezzo milione di nuove Partite Iva, un dato comunque in calo del 3,3% rispetto a quello del 2015. Come spiegato nella nota del Ministero dell’Economia, la diminuzione può essere spiegata con le novità introdotte nel 2015, quando era stata aperta l’opzione tra il nuovo regime fiscale forfettario e il preesistente regime di vantaggio, scelta che ha fatto proliferare nel aperture di nuove partite IVA e che invece non è più stata consentita a partite da gennaio 2016.

Chi apre la Partita Iva. I dati del Mef entrano anche nel dettaglio sull’analisi di chi apre una Partita Iva in Italia: nella assoluta maggioranza dei casi, il 71%, il codice riferimento a persone fisiche e riguarda pertanto le cosiddette ditte individuali, mentre nel 23% dei casi sono società di capitali e solo il rimanente 5,3% è formato da società di persone. Per quanto riguarda l’aspetto della distribuzione geografica, è il Nord l’area del Paese in cui si concentrano i flussi più consistenti, con il 42,5% delle nuove, mentre il Sud e le Isole insieme arrivano al 35% e il Centro Italia al 22,5% al Centro.

Dove si aprono. Interessante anche lo studio sulle Regioni più dinamiche: il maggior incremento di sottoscrizioni si sono registrati in Basilicata (quasi il 20% in più rispetto al 2015), Molise (+11%) e Sardegna (+4,1%), mentre al contrario le flessioni più significative riguardano la Puglia (-8,4%), la Toscana (-5,6%) e la Calabria (-5,4%). Sul fronte dei settori in cui operano i professionisti, è ancora il commercio a registrare il maggior numero di aperture (il 22,8% del totale), seguito dalle attività professionali (13,5%) e dall’agricoltura (11,5%), ma si segnalano in forte crescita anche le attività immobiliari (+10%).

Analisi in dettaglio. Ultimo accenno alla composizione generica del “popolo delle Partite Iva” in Italia: la maggioranza delle nuove aperture da parte di persone fisiche fa riferimento a uomini (63%), mentre nel 42,6% dei casi sono avviate da giovani fino a 35 anni e nel 35,8% da soggetti nella classe 36-50 anni.

Angelo Vargiu 

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