Via Reggio Campi: un’altra storia infinita della viabilità della città [FOTO]

/
StrettoWeb

lavori via reggio campi (1)di Kyrieleyson  – Un mio amico che, per motivi di lavoro, negli ultimi decenni è stato diverse volte in Cina, mi raccontava che, ritornandovi anche a distanza di appena un anno,  se non meno, trovava sempre grattacieli nuovi, nuove strade e nuove ferrovie.

Perché da noi qualsiasi lavoro pubblico programmato non si sa mai quando andrà ad iniziare ma, soprattutto, non si sa mai quando finirà?

La colpa di questa consuetudine non è mai di nessuno.

Perché una volta c’è il ricorso di tizio, un’altra volta quello di caio, oppure interviene  la Sovraintendenza per i beni archeologici, oppure  l’Impresa non può proseguire perché non viene pagata a causa di un suo debito di appena 80 euro con Equitalia. In altri casi ancora  l’impresa fallisce prima della conclusione delle opere e passano anni prima che possano riprendere.

Per l’amore di dio, tutto regolare. Non è un problema del  colore delle amministrazioni pubbliche, né dell’onestà dei dirigenti delle stesse.

Ma il risultato è che i lavori durano un tempo indefinito. Con disagi per tutti e costi assurdi per  la collettività.

La cosa sconvolgente è che tutto ciò viene ormai  recepito dalla gente e dagli stessi amministratori pubblici,  come un evento ineluttabile, che sfugge cioè al controllo di chicchessia, come  sarebbe se si fosse trattato di  un evento naturale, come un terremoto o  un’inondazione.

Da oltre 20 giorni la via Reggio Campi, a partire dalla “Rotonda” e per alcuni decine di metri verso monte, è bloccata per alcuni lavori di manutenzione straordinaria del sistema fognario. Con grande disagio dei residenti, di chi era solito percorrere quella strada (parliamo di una strada trafficata che porta al centro e non di una marginale strada periferica), nonché nello sconforto dei commercianti della zona che non vedono più clienti.

Anche in questo  caso la colpa per il dilungarsi dei lavori, che sarebbero dovuti durare pochi giorni, non è di nessuno. Ed in effetti non è certo colpa dell’impresa, che si è trovata di fronte a dagli  imprevisti tecnici, anch’essi colpa di nessuno ed  i cui costi  nessuno forse le pagherà, né di chi le ha affidato i lavori o di chi quei lavori li deve controllare.

Ma perché, da noi,  quasi sempre questa è la norma e non è invece l’eccezione?

Che  strade, impianti e  monumenti necessitino di manutenzione è una cosa normale.

Ma ciò che sarebbe normale in un paese normale, cioè che i lavori abbiano  un inizio immediato, quando serve, così come anche una fine certa, da noi diventa utopia.

Mettendo da parte la Cina, lo scorso Natale sono andato in vacanza in quella regione della Spagna che è  l’Andalusia, che non è certo la Svezia o la Svizzera e  che fino a qualche  decennio fa aveva le stesse problematiche della Calabria, ma in cui oggi si vedono città ordinate, nessuna casa non finita,  strade perfette e pulitissime, una popolazione educata ed ottimista, un mare di turisti.

A Malaga, vicino a dove io abitavo, c’era una strada di grande viabilità in manutenzione: le maestranze ci lavoravano anche di notte, per far durare i disagi il meno possibile. Ed inoltre, ancora di  notte,  diverse squadre di gente in tuta, dotata di appositi veicoli lavavano tutto il centro storico. Lavavano con acqua e detersivo, non si limitavano soltanto a ripulire.

Perché da noi non avviene?

Il problema non è di chi sia la colpa, ma di chi ha la responsabilità.

Noi ci limitiamo a suggerire ai nostri amministratori, non di indire bandi per il miglior progetto o di chiamare un super consulente, ma  soltanto di documentarsi un po’ su come vengono affrontati  i problemi della manutenzione e della pulizia urbana in tanti altri posti. E poi fare semplicemente come fanno gli altri.

Condividi