‘Ndrangheta, inchiesta Jonny: 36 milioni di euro utilizzati per finalità diverse da quelle previste per il centro accoglienza di Isola di Capo Rizzuto

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Un “imponente flusso di denaro pubblico percepito dalle imprese riconducibili alla cosca nell’arco temporale 2006-2015 per la gestione del Cara di Isola di Capo Rizzuto

castello isola capo rizzutoUn flusso di denaro pari a 103 milioni di euro è stato percepito dalla cosca per la gestione della Cara di Isola di Capo Rizzuto, di cui ben 36 milioni sono stati utilizzati per scopi diversi da quelli previsti inizialmente, infatti sono stati riversati  nella cosiddetta ‘bacinella‘ dell’organizzazione per le esigenze di mantenimento degli affiliati, anche detenuti, e in parte reimpiegati per l’acquisto di beni immobili, partecipazioni societarie e altre forme di investimento in favore del sodalizio.

Tutto ciò ha portato a ben 64 arresti da parte della procura di Catanzaro e la Direzione distrettuale antimafia tramite una note sulle indagini svolte ha fatto emergere “l’infiltrazione della cosca arena nel tessuto economico crotonese e, in particolare, il controllo mafioso, da almeno un decennio, di tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza del Cara Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. Le ingenti somme da destinare all’organizzazione mafiosa venivano fatte confluire alla cosca sia con ripetuti prelievi in contante dal conto della ‘Misericordia’e delle società riconducibili agli indagati, sia attraverso erogazione di ingenti somme a fini di prestito, sia ancora attraverso pagamenti di inesistenti forniture, false fatturazioni, acquisto di beni immobili per immotivate finalità aziendali”.

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