Brolo, grande successo per la Mostra “Percezioni tra nostalgia e intuizione”

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La mostra dal titolo “Percezioni tra nostalgia e intuizione” a Brolo, curata da Marinella Speziale che ha seguito anche la stesura del catalogo, presenta un ciclo di dipinti realizzati su tela con tecnica mista

giuseppeindaimoIl percorso, allestito negli spazi dell’ex Asilo “Teresa Basile” oggi Palazzo della Cultura sede della Biblioteca Comunale, offre, attraverso una decina di opere, la possibilità di conoscere l’arte di Giuseppe Indaimo.

Il catalogo della mostra è pubblicato da Lombardo Editore e raccoglie le opere in mostra.

L’inaugurazione della mostra si è svolta domenica 21 maggio al Palazzo della Cultura, ed è stata preceduta da una presentazione nell’adiacente Teatro Comunale a cura di Francesco Paolo Cortolillo Sindaco del Comune di Sant’Angelo di Brolo e Andrea Passalacqua Presidente Associazione Culturale A.C.A.I.S dei Nebrodi. Inoltre sono intervenuti Marinella Speziale curatrice del progetto, catalogo e mostra e Simonetta Gagliano artista-pittrice, docente all’Accademia di Belle Arti RUFA di Roma.

Nelle sue tele ha immortalato, i tanti paesaggi che la nostra bella Sicilia offre, trasformando in sensibilità figurativa, ciò che l’occhio, la mente e il cuore riuscivano a creare.

Per Giuseppe Indaimo la pittura è fonte di Verità, Amore e Libertà, viverla è un’emozione di vita magica e meravigliosa.

Percezioni tra nostalgia e intuizione  è il titolo di questa mostra. Le immagini pittoriche sono di cinque opere che raffigurano quattro scorci di paesi siciliani della provincia di Messina: Sant’Angelo di Brolo, Ficarra, Patti, Brolo e il primo piano della testa di una civetta.

Le immagini immortalate su tela cm 120 x cm 100 sono state realizzate con la  tecnica di pittura in acrilico  utilizzando  i seguenti colori: i primari di giallo, rosso e blu oltremare con i rispettivi complementari, tre tipi di terra di Siena, l’ocra in diverse tonalità, il bianco e il nero, tutti stesi con pennellate semplici e delicate. Rappresentano simbolicamente le percezioni del presente attuale di questi luoghi, la nostalgia del passato e l’ intuizione del destino futuro di questi paesi. 

Il significato più alto, che esse contengono, è l’abbandono di questi paesi da parte dei giovani che tendono ad andare via e non per scelta loro.

Gli emigranti non sono solo quelli che sbarcano giornalmente sulle nostre coste ma anche i nostri figli che sono costretti ad andare fuori per studiare o per cercare lavoro. A tale proposito invito i nostri governanti ad essere più sensibili verso queste tematiche e creare, con nuove politiche, le condizioni ideali per riuscire a trattenerli.

Personalmente ritengo negativo alzare muri per non fare entrare o uscire “i giovani emigranti,” invece ritengo positivo, come sostiene la pittrice Simonetta Gagliano, creare luoghi comuni con orizzonti spirituali dove sarà possibile  incontrarsi, confrontarsi e integrarsi con amicizia e pace.

Rendere visibile l’invisibile è uno dei tanti messaggi decifrati nel codice pittorico di queste opere.

Il comune denominatore delle quattro opere è il silenzio dei luoghi dove la presenza dell’uomo non è visibile nella sua forma umana ma si percepisce in maniera diversa.

L’ultima opera pittorica è l’immagine di una civetta. Essa ha la caratteristica di trovarsi a suo agio in questi luoghi rurali e urbani. Viene considerata dagli antichi egizi simbolo di saggezza ma anche di sapienza ancestrale in quanto possiede  la capacità di riuscire a vedere di notte specialmente là dove non c’è luce.

Infatti, l’immagine è dipinta in primo piano per mettere a fuoco l’occhio acuto della civetta con cui simbolicamente  sorveglia questi luoghi e il suo becco con cui rompe il silenzio della notte emettendo un canto stridulo, ripetuto e molto nervoso per avvertirci anticipatamente che questi meravigliosi luoghi, lasciati così per come sono, saranno destinati in futuro ad essere meno popolati dai giovani e sempre più dalle civette. Giuseppe Indaimo.

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