Quotazione cambio EUR/USD: quali previsioni per il 2017

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LaPresse/Reuters
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La quotazione del cambio euro dollaro è certamente uno dei focus su cui gli analisti e i trader del Forex si stanno concentrando maggiormente nel corso di questa prima metà del 2017. E, considerate tali premesse, è probabile che sia altresì uno degli elementi su cui concentreranno la maggiore attenzione anche nei confronti della seconda parte dell’anno. A proposito, come poter investire correttamente nel cambio valutario più gettonato del mondo del Forex?

Cosa è accaduto finora

Per poter comprendere che cosa sia accaduto finora dobbiamo partire dalle elezioni di Donald Trump alle presidenziali statunitensi a novembre 2016: da quel momento in poi è partita una crescita piuttosto dinamica del dollaro USA che, secondo alcuni analisti, avrebbe dovuto portare al raggiungimento di una perfetta parità nelle quotazioni tra la valuta verde e l’euro.

In realtà, però, l’ascesa del dollaro è recentemente corrisposta a una ripresa di posizioni da parte dell’euro, che ha approfittato di fattori endogeni ed esogeni per poter conquistare utili sostegni alla sua nuova (relativa) forza. Tra i primi vi è certamente un positivo mix tra dati macro favorevoli e un quadro politico ora più sereno (scampato il pericolo elettorale francese); tra i secondi vi è invece il deteriorarsi del quadro amministrativo statunitense, con le ombre dell’impeachment che si fanno sempre più invadenti per Trump.

Che cosa accadrà d’ora in poi

Chiarito cosa è accaduto, giunge il momento di prevedere che cosa possa succedere d’ora in poi. Per quanto concerne il quadro europeo, è molto probabile che il quadro elettorale non sia più in grado di generare delle variazioni negative rispetto allo scenario centrale: le elezioni tedesche dovrebbero confermare la maggioranza della grande coalizione, probabilmente guidata ancora una volta dalla Merkel; le elezioni austriache, recentemente anticipate, potrebbero effettivamente vedere la forte crescita del movimento antieuropeista, ma per il particolare meccanismo elettorale locale è quasi impossibile che possa ottenere una maggioranza assoluta di governo.

Quanto sopra significa che probabilmente il mercato andrà a concentrarsi maggiormente sui fondamentali. Che, tranne sorprese (comunque non certo escludibili), dovrebbero essere relativamente incoraggianti, e mostrare che l’eurozona sta proseguendo nella pur difficile strada di ripresa economica. La BCE dovrebbe inoltre aprire le porte alla strada della normalizzazione della propria politica monetaria.

Dal canto suo, in area USA molto dipenderà ancora dall’evoluzione del quadro politico. Anche se parlare di impeachment, in relazione alle conseguenze del Russiagate, potrebbe essere effettivamente prematuro, appare chiaro che la leadership di Trump sia quanto mai volatile… come le sue convinzioni sulle proprie politiche economiche e internazionali. Naturalmente, un ruolo fondamentale nello sviluppo del mercato lo avrà anche la Federal Reserve: la riunione di giugno dovrebbe essere il momento giusto per poter dar seguito a un nuovo rialzo dei tassi di interesse di riferimento (il secondo dell’anno). Tenete tuttavia conto che il mercato sta già scontando questa scelta, e che pertanto nel brevissimo termine i potenziali margini di rialzo della valuta verde sono piuttosto limitati.

Nel 2018 vediamo invece un euro decisamente più dinamico, con una strada di crescita che dovrebbe permettere alla valuta unica di tornare su posizioni abbandonate da diversi anni.

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