Elezioni, due sole strade possibili per un nuovo Governo: Centro/Destra (con la stampella) o maxi inciucio a sinistra del Movimento 5 Stelle

StrettoWeb

Elezioni, ecco le due uniche strade possibili per un nuovo Governo: da un lato c’è il Centro/Destra, ma deve trovare una stampella in parlamento. Dall’altro c’è un maxi inciucio a sinistra del Movimento 5 Stelle

Elezioni Politiche 2018 Seggi Ipotesi GovernoDopo le elezioni politiche con cui Domenica quasi 33 milioni di italiani (il 73% degli aventi diritto al voto) si sono recati alle urne per scegliere i loro rappresentanti parlamentari, si apre la partita più difficile: quella di dare un nuovo Governo al Paese. Renzi, annunciando le dimissioni dalla segreteria del Pd, ha fatto trasparire la “ripicca” da cui è nata questa legge elettorale. In sostanza l’ex premier e ormai quasi ex segretario del Partito Democratico ha detto a Salvini e ai grillini che “voi non avete votato il Referendum che avrebbe semplificato il Paese e lo stesso sistema elettorale, e adesso non potete governare“. Manca solo la pernacchia finale.

Silvio Berlusconi e Matteo SalviniLe elezioni – intanto – le ha vinte il Centro/Destra con oltre il 37% dei voti sia alla Camera che al Senato: con qualsiasi legge elettorale degli ultimi 25 anni, oggi avremmo già una maggioranza netta e definita della coalizione di Salvini, Berlusconi e Meloni. Ma stavolta il grande pasticcio di questa legge elettorale impedisce alla coalizione vincente di ottenere i numeri per governare: la proporzionalità spinta di questo sistema che non prevede alcun premio di maggioranza rischia di fatto di paralizzare il Paese. L’ennesima conferma che non può esistere legge elettorale che garantisca governabilità che non sia maggioritaria.

Foto Fabio Cimaglia LaPresse
Foto Fabio Cimaglia LaPresse

Numeri alla mano, ci sono due sole strade possibili per un nuovo Governo: che il Centro/Destra ce la faccia lo stesso, ma con una stampella di sostegno da andare a trovare in parlamento, o in alternativa un maxi inciucio a sinistra del Movimento 5 Stelle con Grasso e un Pd che – finita l’era renziana – adesso potrebbe scegliere di ricostruirsi un’identità più verso sinistra rispetto a quanto il segretario dimissionario aveva provato a modernizzare il partito almeno da un punto di vista economico, mantenendo il progressismo sui temi dei diritti sociali ma guardando il mondo con gli occhi delle generazioni del terzo millennio e quindi abbandonando le logiche dell’odio di classe e dell’ideologia post-comunista. Un progetto che, però, è fallito per svariati motivi e in primis per gli errori dello stesso Renzi, su cui potremmo spendere pagine e pagine d’inchiostro senza vie d’uscita.

Ma adesso l’Italia vuole guardare al futuro tornare al passato. Quale sarà il futuro Governo del Paese? Cerchiamo di decifrare i numeri.

elezioni centro destra salviniAl Centro/Destra per governare mancano una cinquantina di deputati e una quindicina di senatori. Non sono pochi, ma non sono neanche tanti. Roba che quelli della Prima Repubblica si farebbero grasse risate…

Per Governare, è chiaro, serve una stampella. Ci sono i senatori estero, gli autonomisti, qualcuno nel gruppo misto tra cui (paradosso dei paradossi, su StrettoWeb ne avevamo parlato in tempi non sospetti con quest’editoriale del 16 febbraio!) i furbetti e massoni del Movimento 5 Stelle già espulsi dal partito ma eletti dagli elettori grillini. Ma è difficile che tutti questi possano bastare per raggiungere i numeri necessari a formare il Governo senza un accordo politico più importante. Un “Nazareno” al contrario. Renzi è stato chiaro: “rimarrò segretario fino alla formazione del nuovo governo perchè siamo responsabili e siamo pronti a dire Sì a qualsiasi cosa serva al Paese, ma non faremo accordi con gli estremisti che in questi anni ce ne hanno dette di tutti i colori“. Renzi, quindi, è pronto a dire Sì a un’eventuale richiesta di Mattarella per supportare un governo purché sia moderato. Salvini, quindi, sarebbe costretto a fare un passo indietro e lasciare spazio a una leadership più moderata come potrebbe essere lo stesso Tajani. Insomma, qualche “Verdini al contrario” verosimilmente ci sarà (70 anni abbondanti di storia parlamentare ce lo insegnano), e il Centro/Destra potrebbe farcela davvero. Seppur con la stampella, e con l’handicap di dover scendere ulteriormente a compromessi rispetto a una coalizione che è già molto eterogenea.

di maio movimento 5 stelleIn alternativa al Centro/Destra, c’è il Movimento 5 Stelle che però ha meno seggi sia alla Camera che al Senato. Ai grillini, per governare, servirebbero altri 100 deputati e 50 senatori, quindi un percorso verso il Governo molto più difficile rispetto al Centro/Destra. Ma è la democrazia: il Movimento 5 Stelle ha preso meno voti rispetto al Centro/Destra e ha eletto meno parlamentari.

elezioni politiche 2018 italiaNonostante tutto, però, Di Maio ci sta già provando: un Pd senza Renzi e più spinto a sinistra potrebbe, insieme a “Liberi e Uguali” di Grasso (in fondo anche lui è arrivato in Parlamento sull’onda dell’anti-politica), fornire ai grillini quei numeri necessari per governare. Ma Renzi ha comunque chiuso a quest’ipotesi. E’ chiaro che si tratterebbe di un maxi-inciucio a sinistra che andrebbe in un sol colpo a compromettere la credibilità del Movimento 5 Stelle stesso. Ma i grillini si trovano in una posizione molto scomoda: stanno festeggiando come se avessero vinto, ma in realtà non hanno vinto nulla e senza accordi con altre forze politiche da cui hanno sempre preso le distanze in modo netto e profondo, non possono governare. Sono il primo partito, ma lo erano anche cinque anni fa. Primo partito d’opposizione. La politica di governo è un’altra cosa: è arte del compromesso, è dialogo, confronto e accordo programmatico. E’ il presupposto fondativo a cui il Movimento 5 Stelle si oppone, e che adesso si trova costretto ad elemosinare.

elezioni voto simbolo movimento 5 stelle senato calabria
Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Certamente anche solo il tentativo di realizzare un simile accordo a sinistra potrebbe finalmente portare il Movimento a smascherarsi per quello che è davvero, una forza populista di estrema sinistra che è riuscita ad ottenere milioni di voti di elettori di destra mascherando il proprio posizionamento ideologico e valoriale. Cinque anni fa erano stati i grillini, durante le consultazioni, a sbattere la porta in faccia a Bersani. La ruota gira e rigira, e adesso probabilmente vedremo Di Maio al posto di Bersani chiedere il sostegno al partito … della Boldrini e, udite udite, addirittura al Pd. Le prime dichiarazioni pubbliche sono già in tal senso. A prescindere dall’epilogo dell’operazione, è già un tentativo che mina la “credibilità” che il Movimento si era costruita con i propri elettori. “Accordi con nessuno, mai“.

Elezioni Politiche 2018 Seggi Ipotesi Governo

Condividi