Dazi USA, Australia esente: è il 3° Paese dopo Canada e Messico. Il retroscena sulla scelta di Trump

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Australia esente ai dazi del 25% dopo Canada e Messico

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L’Australia e’ il terzo paese, dopo Canada e Messico, a ottenere l’esenzione dai nuovi dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, preannunciati dal presidente americano Donald Trump. Ma con quale contropartita? Mentre il trattamento speciale di Canada e Messico e’ subordinato all’esito positivo della rinegoziazione dell’Accordo Nafta di Libero Commercio del Nord America, in Australia molti si domandano, a partire dall’opposizione laburista, quali impegni abbia preso in cambio il governo di Canberra. E in particolare quali impegni di carattere militare che rischierebbero di irritare la Cina? Nel suo tweet dopo aver parlato per telefono con il primo ministro Malcolm Turnbull, che solo due settimane aveva ricevuto alla Casa Bianca, Trump ha spiegato che gli Usa stanno “lavorando molto velocemente a un accordo di sicurezza tale che non dovremo imporre tariffe su acciaio o alluminio al nostro alleato, la grande nazione dell’Australia“. Una dichiarazione che ha fatto seguito ai colloqui del mese scorso a Washington, che hanno consolidato un’alleanza militare ormai secolare, ma impone ora al governo di Canberra di destreggiarsi fra gli Stati Uniti e la Cina, primo partner commerciale, vitale per l’economia australiana. Secondo il portavoce dell’opposizione laburista per le Finanze Jim Chalmers, resta da vedere quali aspettative Trump possa collegare all’accordo, considerando che l’Australia ha gia’ una lunga storia di cooperazione con gli Usa sia sul fronte militare oltre che economico. Turnbull dal canto suo si e’ affrettato a smentire che i due paesi stiano lavorando a un nuovo accordo di “sicurezza”, assicurando che la dichiarazione di Trump si riferiva soltanto alle pratiche legali da sbrigare e alla proclamazione che seguira’ per porre in vigore l’esenzione. Turnbull ha inoltre indicato che un ordine esecutivo sara’ firmato fra breve da Trump per esentare l’Australia dalle tariffe, e ha ribadito che l’Australia non dovra’ cedere nulla in cambio per l’esenzione. “I nostri rapporti commerciali, come il presidente Trump riconosce, sono equi e reciproci“, ha detto il primo ministro australiano. “E assolutamente una situazione di parita’, in effetti gli Usa hanno un forte surplus commerciale con l’Australia”, ha detto. L’Australia spende in difesa il 2% del Pil, piu’ della maggioranza degli alleati e acquista circa il 60 del suo fabbisogno militare dagli Usa. Permette inoltre ai marine Usa di operare a rotazione a Darwin, il principale porto nel nord del continente, e condivide l’intelligence come parte dell’alleanza ‘Five Eyes’ (Cinque Occhi) che include anche Gran Bretagna, Canada e Nuova Zelanda. Nei colloqui alla Casa Bianca Trump aveva chiesto espressamente all’Australia di partecipare a pattugliamenti congiunti con la marina Usa nelle operazioni di liberta’ di navigazione nel Mar Cinese Meridionale, lungo una rotta di massimo traffico commerciale, in acque contestate ma rivendicate da Pechino. Le operazioni comporterebbero il transito di navi militari entro 12 miglia nautiche da atolli cementificati e fortificati, dove la Cina ha anche installato un potente sistema di missili terra-aria. A Washington i due leader si sono inoltre impegnati in un’azione ancora piu’ dura contro la Corea del Nord, inclusa l’intercettazione di navi che tentassero di consegnare petrolio alla Corea del Nord in violazione delle sanzioni Onu – un annuncio che ha prontamente suscitato reazioni adirate da Pechino.

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