Reggio Calabria, le domande “scomode” al Comune sulla raccolta differenziata: “dove vanno a finire i nostri rifiuti? Il Comune viene remunerato?”

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Reggio Calabria, il movimento “Risveglio Civile per Reggio” interviene sulla raccolta differenziata ponendo alcune domande “scomode” agli amministratori del Comune

L’incongrua rimozione dal centro storico dei grandi cassonetti delle isole ecologiche per il deposito dei rifiuti differenziati segna l’episodio finale dell’imperiale indifferenza dell’Amministrazione e dei concessionari del servizio verso le reali esigenze di tutti i cittadini. Con l’aggravante di colpire le fasce più deboli (con un’età media che supera i 60 anni) di cui è più intensamente popolato il centro. Questi cittadini hanno inutilmente atteso gli assistenti sociali che venissero a casa per selezionare i rifiuti che devono essere tenuti dentro per giorni e giorni e provvedessero -rigorosamente nelle ore previste dal servizio-, ad esporre i mastelli. Poiché non insegna nulla quanto accade nella periferia e in numerosi centri della provincia reggina dove questo metodo forzoso e innaturale è già andato verso il fallimento“. Lo denuncia in una nota diffusa alla stampa il movimento “Risveglio Civile per Reggio“.

La nota prosegue: “Anche l’identificazione tramite codici a barre dei codici fiscali dei proprietari dei mastelli si configura come una corposa violazione del diritto alla privacy, nella totale assenza della obbligatoria indicazione di un responsabile dei dati. Intanto il rigoroso silenzio dei soggetti attuatori e il ferreo cordone “sanitario” opposto sui media alla voce di chi dissente confermano in pieno la giustezza delle osservazioni. Posto che i rifiuti sono merce rivenduta a peso d’oro dopo che si sono obbligati i cittadini a selezionarli per consentire ad altri lucrosi profitti, le domande continuano a rimanere senza risposta: dove vanno a finire plastica, alluminio, vetro e quant’altro? Il Comune (e, per esso, i cittadini) viene remunerato? Il “servizio” di raccolta dei rifiuti, infatti, non comporta affatto la “proprietà” degli stessi per chi li incamera. Cosa c’è scritto nel contratto firmato dal Comune? Che fine ha fatto l’annunciata indagine della Procura? Che senso ha spendere a Sambatello altri 80 milioni di euro per convertire (in 4-5 anni!) un impianto che in tempi brevi poteva essere adibito a selezionare umido e indifferenziata risparmiando ai cittadini un netto peggioramento della qualità di vita e di relazioni di vicinato, oltre che all’interno stesso delle abitazioni in grandissima parte troppo piccole per assuefarsi ai nuovi diktat? È da ritenere che l’appalto della nuova strada Gallico-Gambarie assorba tutte le energie della società concessionaria della raccolta dei rifiuti, non consentendole di riflettere sulle reali esigenze della città. Che poi gli amministratori abbiano capacità o intenzione di riflettere, sembra che questo verbo sia cancellato dal loro vocabolario. Purtroppo i cittadini sono stati abituati (più per sfinimento che per convinzione) a non dire più una parola su come viene sgovernata la città: in mano a soggetti che pur di spendere allegramente il denaro pubblico sono capaci di tutto e non mostrano differenze tra lato A e lato B. E gli innumerevoli cambiamenti di chi dirige le Soprintendenze (18 nell’arco di pochi anni, l’ultima dirigente va in pensione a breve) denota la volontà governativa di non consentire a Reggio, città gioiello per beni archeologici, paesaggistici, culturali, architettonici, di esercitare una vigilanza o una interlocuzione autorevole sull’aspetto del paesaggio urbano, con buona pace dei numerosi urbanisti e conservatori, accademici e non, in loco“.

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