Reggio: il Tapis Roulant è ancora chiuso, dai commissari mesi di annunci al vento e promesse scadute

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tapis4I giorni passano e le abitudini cambiano” cantava Vasco Rossi in una delle sue canzoni più celebri; non è così per la nostra città, a cui sempre vengono fatte promesse di migliorie, che finiscono puntualmente per essere smentite. I giorni passano e le abitudini, quindi, non cambiano.

Questa volta tocca al Tapis Roulant, che giace abbandonato nel più totale degrado e con i cancelli rigorosamente chiusi da mesi ormai.

Colorito a tratti dai gerani piantati qualche mese fa (là dove le piantine non sono state trafugate dai soliti ignoti), ma comunque sempre inaccessibile ai cittadini.

Mesi fa si era avviato un “restyling”: l’opera era stata ammodernata, i vetri ripuliti, così come tutti i meccanismi interni della struttura, ostruiti dalla cenere lavica dell’Etna che era arrivata in città dopo un’eruzione del vulcano.

Tapis Roulant Chiuso 02

Prove tecniche effettuate  e tutti i tappeti risultavano funzionanti in entrambe le direzioni (nord-sud e sud-nord) e in tutti i tratti. Erano anche stati effettuati i corsi di formazione del nuovo personale, individuato già all’interno degli organici di Palazzo San Giorgio.

Piccolo particolare: tutto ciò è successo all’inizio di aprile e, dunque, quasi due mesi fa ormai.

E sicuramente per ripulirlo e rimettere in moto gli ingranaggi sono stati spesi dei fondi pubblici. In un Paese normale nel momento in cui si riavviano i lavori, vuol dire che l’opera sta per essere messa di nuovo in funzione, ma qui siamo a Reggio e tutto sembra andare in modo “strano”. Eppure il Tapis Roulant era il simbolo di una Reggio diversa, di una Reggio che funzionava, di una Reggio moderna e pulita: l’opera ha funzionato regolarmente per quasi cinque anni, smentendo tutto lo scetticismo che aveva accompagnato la realizzazione di una struttura così tanto avveniristica. Poi lo scioglimento del comune, l’arrivo dei commissari, lo stop ai tappeti mobili. E l’inciviltà dei soliti ignoti, le cartacce buttate dentro la struttura, come quasi ad aver piacere di vederla mal ridotta. In questo i reggini sono i migliori al mondo: farsi del male da soli. Spalarsi il fango addosso.

tapis1Intanto, in un periodo in cui ovunque si parla di lotta agli sprechi con i soldi dei contribuenti, noi che facciamo? Puliamo i vetri, piantiamo i fiori e poi lasciamo trascorrere mesi prima di ipotizzare una riapertura, che a questo punto non sembra imminente. E ove lo fosse richiederebbe nuovamente un intervento di Leonia e Multiservizi dato che cartacce, bottiglie e lattine risultano essere ad oggi i principali fruitori del Tapis Roulant e le vetrate sono tappezzate da locandine, che deturpano ulteriormente il “tappeto”.

Altro rifacimento del look, altri soldi da spendere.  Questa “falsa partenza” del Tapis Roulant come viene giustificata dalla terna commissariale?

L’estate è alle porte e “alla porta” sembrano essere anche le aspettative dei reggini e di quei turisti, che forse sceglieranno la nostra città per trascorrere le vacanze, di poter usufruire di quest’opera, che nel bene o nel male ha sempre fatto discutere.

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