Crollo ponte Genova, si ipotizza che la causa sia stata la rottura del cavo d’acciaio
Prosegue la ricerca dei dispersi sepolti sotto le macerie del ponte crollato a Genova. I vigili del fuoco stanno ancora lavorando con ruspe e martelli pneumatici con la speranza di aprire un varco tra gli enormi blocchi di cemento. Le ricerche si stanno concentrando sul basamento del pilone crollato e il blocco di ponte lungo una ventina di metri precipitato dopo essersi cappottato sulla ferrovia. Secondo le ultime verifiche, i dispersi dovrebbero essere una decina circa. Intanto questa notte è stato abbattuto l’enorme blocco di cemento piantato in mezzo al torrente. La priorità ora è quella di iniziare a portare via le macerie dal Polcevera prima che inizi a piovere. Sono terminate invece le ricerche sull’argine destro del torrente e sono in corso le bonifiche. Intanto Antonio Brencich, docente dell’Università di Genova e membro della commissione dei Trasporti e delle Infrastrutture, ha dichiarato che “la voce che gira è che il collasso sia stato attivato dalla rottura di uno strallo ci sono testimonianze e video che vanno in questo senso”.
E’ possibile che la causa sia stata “la rottura di uno strallo è un’ipotesi di lavoro seria ma dopo tre giorni è solo un’ipotesi”, ha sottolineato Brencich. Il docente ha invece smentito che possa essere stato un eccesso di carico a provocare il crollo del ponte Morandi: “La pioggia, i tuoni, l’eccesso di carico sono ipotesi fantasiose – ha detto – che non vanno prese neanche in considerazione”.