Aeroporto dello Stretto al “De profundis”: “alla Sacal non può interessare il rilancio dello scalo reggino, i nostri amministratori ci fanno vivere di illusioni”

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Reggio Calabria: “rilanciare l’Aeroporto dello Stretto si può, ad alcune condizioni”

“Nel dibattito incardinato autorevolmente  in questi giorni nel tentativo di fermare la pericolosa deriva dell’Aeroporto di Reggio, constato  che le proposte avanzate prescindono anzitutto dalla nuda realtà della precaria situazione economica-patrimoniale della “SACAL”,  le cui strategie (?) sono direttamente condizionate dalle gestioni deficitarie di questi ultimi anni e dalla chiara volontà di perpetuare una gestione Lametio-centrica del sistema aeroportuale calabrese”.

E’ quanto afferma Candeloro Imbalzano, esponente di “Forza Italia” e già Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari” del Consiglio Regionale.

“Va preliminarmente sottolineato come sulla origine e sulla natura di questi risultati di gestione negativi occorrerebbe che, in seno alla prossima assemblea ordinaria che deve ancora approvare – ma siamo a settembre 2018 – un  Bilancio 2017  necessariamente in pareggio o in sia pur modesto  utile –  pena pericolose conseguenze sul destino della stessa società –  si svolgesse un serio ed approfondito dibattito sulla capacità operativa dell’attuale intero  management della “Sacal” nell’interesse dei soci stessi o dei potenziali nuovi aspiranti”, continua Candeloro Imbalzano.

“E’ del tutto evidente che qualsiasi eventuale piano industriale, fin  troppo atteso ed a cui io non attribuirei eccessiva importanza taumaturgica, sulla carta potrebbe essere il migliore LIBRO DEI SOGNI, con riferimento agli Aeroporti di Reggio e Crotone. In realtà, le scelte successive saranno COMUNQUE ORIENTATE  dal management espressione degli attuali soci, che non hanno alcun interesse a valorizzare altre strutture aeroportuali, che non sia Lametia. Come si fa ad essere fiduciosi, quando,  a conferma di quanto affermiamo, dal Bilancio 2016 – ripeto  l’ultimo approvato –  emergono le seguenti ed assai  significative partecipazioni: COMUNE DI LAMETIA 19,2%, PROVINCIA DI CZ 10,68%, REGIONE CALABRIA 9,27%, COMUNE DI CATANZARO 5,6%, C.C.I.A.A. CZ 3,8%, ALTRI ENTI DI COSENZA E VIBO PER IL 2,2%,  PER UN TOTALE DI PARTECIPAZIONI PUBBLICHE MAGGIORITARIE del 50,8%. Dall’altra parte, i soci “Privati”  vedono “Lametia Sviluppo” col 29,29%, “Aeroporto di Roma” 9,2%, UBI Banca 5,8%, altri di CZ e CS con il 4,8% per un totale del 49,2%”, aggiunge ancora Candeloro Imbalzano.

“Ora se questo è il quadro societario, il rischio  dei reggini (Associazioni, Sindacati ed Istituzioni pubbliche) è di parlare  – quando aprono bocca – solo al vento ed alla luna. Qualcuno potrà illudersi di potersi attendere  investimenti o azioni di rilancio  degli Aeroporti di Reggio o Crotone? Le due città potranno assumere un atteggiamento sinergico solo se entrano nella compagine societaria, oggi a trazione catanzarese e cosentina. D’altra parte, cosa ha fatto la Regione di concreto fino ad oggi?  Quali investimenti ha perorato o direttamente attivato per attrarre nuove compagnie, soprattutto low cost, a Reggio? Il nulla assoluto, salvo stucchevoli e vuoti annunci. Eppure la Regione poteva fare tante cose:  favorire, ad esempio e soprattutto,  un riequilibrio societario a vantaggio delle Istituzioni Reggine che, a partire della Città Metropolitana, il Comune di Reggio e la Camera di Commercio, non possono più continuare a INTERESSARSI SOLO A PAROLE  del nostro Aeroporto. E’ questa la vera battaglia, dopo la tragica vicenda della Sogas”,  continua Candeloro Imbalzano.

 “Solo così, con la presenza reggina  negli Organi societari di “SACAL” , si potrà realmente  incidere per recuperare il rapporto sempre indispensabile con il bacino dell’utenza Messinese  e soprattutto con quello della Locride e della Piana, garantendo collegamenti stradali tra i predetti  territori e l’Aeroporto,  con una politica di voli e di tariffe concorrenziali rispetto a Catania – per Messina – e Lametia per i comprensori Locridei e Pianigiani. Occorre,  se esiste ancora un briciolo di volontà politica delle Istituzioni Reggine che permetta loro di recuperare   credibilità verso gli interlocutori Istituzionali dell’altra sponda dello Stretto ,  un sussulto di coraggio e di responsabilità, sia pure in extremis, o finiremo di essere considerati un fastidioso fardello e dimenticati – fino a quando? – satelliti lametini. Ma, come al solito,  è un problema di capacità della classe dirigente locale e regionale reggina, non solo politica. Senza un radicale ricambio alle prossime elezioni comunali e regionali,  con  un recupero di competenze e capacità professionali ed amministrative, non resterebbe  che aria fritta”, conclude Candeloro Imbalzano.

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